Liberi, e poi?

So bene che uno storico non dovrebbe mai occuparsi di futuro, ma queste pagine sono una specie di territorio franco in cui esprimere idee e varie cose senza troppe preoccupazioni (al massimo i miei 25 lettori con un semplice click cambieranno pagina). Quindi posso pormi una domanda sul futuro, sul “dopo-liberazione” ad opera del nostro Silvio nazionale: una volta liberi cosa faremo/faranno? Perchè è chiaro che indietro non si torna. Viviamo forse in un incubo ma dal quale non possiamo aspettarci un risveglio dolce, con la mammina o la moglie a dirci “tranquillo, tutto va bene…”. Indietro non si torna, ergo andiamo avanti, ma dove, come e, soprattutto, con chi?

Perchè una delle cose peggiori accadute in questi ultimi 15 anni è la spaccatura, quasi antropologica, fra due Italie, diverse, divise e, ormai, incomunicabili. E’ una lacerazione drammatica, su cui è inutile, ora, stare a strologare le motivazioni e/o la tempistica. Esiste e basta. Esistono ampi territori in questo paese in cui le regole di convivenza democratica sono un ricordo. Esistono fasce di popolazione che trovano normale essere razzisti, xenofobi, omofobi e delizie simili. Fasce di popolazione nelle zone più ricche ma non per questo più evolute del paese. che non mostrano più alcuna remora etica o morale. Mentre intere regioni del sud sono sottratte ad ogni forma di legalità. Come convivere con tutto ciò, come agire perchè si possa convivere ancora all’interno della medesima identità repubblicana? Una delle cose che non posso perdonare a questi presunti e provvisori governanti è di farmi avere spesso idee che non condivido, idee in contrasto con quei famosi “principi” di cui si parlava qualche giorno fa. Ma tant’è: come non provare un senso di esasperazione di fronte ai leghisti (scusate la parolaccia) e alle loro ronde e barbarie varie? Come non sentire inadeguata l’opposizione culturale al diffondersi di negazionisti, fascisti e altro?

Allora che futuro davanti? Quando ci sveglieremo dall’incubo perchè picchieremo (tutti) il naso, non basterà dire “noi l’avevamo detto”. Per noi storici si apriranno nuovi, inesplorati, campi di ricerca sul tema: “Come si torna alla barbarie nel XXI secolo”, ma per il nostro povero paese che domani ci sarà?

Liberi, e poi?ultima modifica: 2009-05-02T15:44:00+02:00da pelikan-55
Reposta per primo quest’articolo