L’arte di strisciare

“Certi mortali sono affetti da una rigidità di spirito, un difetto di flessibilità nei lombi, una mancanza di flessibilità nella cervicale; quest’infelice funzionamento impedisce loro di perfezionarsi nell’arte di strisciare e li rende incapaci di fare carriera a Corte. Serpenti e rettili guadagnano cime e rocce su cui neanche il cavallo più impetuoso riesce ad issarsi. La Corte non è per niente adatta a quei personaggi alteri, tutti d’un pezzo, incapaci di cedere a capricci, di assecondare fantasmi e nemmeno, se necessario, approvare o favorire crimini che il potere giudica necessari al benessere dello Stato.

Un buon cortigiano non deve mai avere un’opinione personale ma solamente quella del padrone e del ministro, e deve saperla anticipare facendo ricorso alla sagacia; cià presuppone un’esperienza consumata e una profonda conoscenza del cuore degli uomini. Un buon cortigiano non deve mai avere ragione, non è in nessun caso autorizzato ad essere più brillante del suo padrone o di colui che gli dispensa benevolenze, deve tenere ben presente che il Sovrano e più in generale l’uomo che al comando non ha mai torto.

Il cortigiano ben educato deve avere uno stomaco tanto forte da digerire tutti gli affronti che il suo Padrone vorrà infliggergli. Fin dalla più tenera età deve imparare a dominare la propria fisionomia, per evitare che i suoi tratti tradiscano i moti segreti del cuore o che rivelino un’involontaria contrarietà che un abuso potrebbe insinuarvi. Per vivere a Corte è necessario un dominio assoluto dei muscoli facciali, al fine di ricevere senza batter ciglio le peggiori mortificazioni. Un individuo rancoroso, dal brutto carattere o suscettibili non riuscirà mai a fare carriera.

..La nobile arte del cortigiano, l’oggetto essenziale della sua cura, consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone, per essere in grado di sfruttarne il punto debole: a quel punto sarà certo di detenere la chiave del suo cuore. Gli piacciono le donne? Bisogna procurargliene. E’ devoto? Bisogna diventarlo o fare l’ipocrita. E’ di temperamento ombroso? Bisogna instillargli sospetti riguardo a tutti coloro che lo circondano. E’ pigro? Non bisogna mai parlargli di lavoro; in poche parole, lo si deve servire secondo i suoi desideri e soprattutto adularlo continuamente.

..Lo spirito del Vangelo è l’umiltà; il figlio dell’Uomo ci ha detto che si esalta sarà umiliato; il contrario è altrettanto vero, e la gente di Corte segue alla lettera tale precetto. Smettiamo di sorprenderci che la Provvidenza ne ricompensi generosamente la duttilità, e che dalla loro abiezione conseguano onori, ricchezza e stima da parte degli Stati bene amministrati.”

da: Saggio sull’arte dello strisciare. Ad uso dei cortigiani. Facezia filosofica tratta dai manoscritti del defunto barone d’Holbach, traduzione di Emanela Schiano di Pepe, Il Melangolo 2009.

Paul Heinrich Dietrich, baron d’Holbach (1723-1789) è considerato uno dei massimi esponenti del materialismo francese. Collaborò all’Enciclopedie e si adoperò con entusiasmo alla diffusione delle nuove idee e dello spirito illuministico. Scrisse moltissimo e sui più diversi argomenti, ma la sua opera principale resta Il sistema della natura.