“L’impero di Berlusconi scricchiola”. Intervista a Barbara Spinelli

di Wanda Marra, da Il Fatto Quotidiano, 23 febbraio 2010

“Qualcosa si sta muovendo. Ci sono degli scricchiolii nell’impero berlusconiano. E la cosa che mi impressiona di più è che questo avvenga proprio nel mondo creato da Berlusconi, nel mondo dell’immagine. E quindi a Sanremo e nello “show” dell’Aquila. Siamo vicini al “tipping point”, un concetto usato da un filosofo americano, dal filosofo Malcolm Gladwell, che fa riferimento al punto di non ritorno: le cose vengono spostate sempre di più vicino all’orlo del tavolo, e a un certo punto cadono”. Barbara Spinelli, giornalista, tra le massime opinioniste italiane, afferma che sì, è possibile che in questo momento gli stessi elementi che hanno contribuito a costruire il potere di Berlusconi, si rivolgano contro di lui. E che da questo punto di vista è significativa l’aggressione all’inviata all’Aquila del Tg1, Maria Luisa Busi, come la rivolta degli orchestrali a Sanremo contro il televoto.

Quali sono gli elementi che potrebbero minare di più l’impero di Berlusconi?
La vicenda di Bertolaso è stata molto importante, perché riguarda la protezione dei cittadini. La stessa parola “protezione” è alle origini del potere di Berlusconi: lui era l’antipolitica che proprio aggirando le regole prometteva protezione ai cittadini. Il fatto stesso che questa non funzioni, non faccia quello che dovrebbe fare, risveglia i cittadini dal sogno. Senza contare che parlare di “tipping point” significa che prima c’erano state già una serie di vicende che avevano minato il potere del premier.

Quali?
I processi di mafia, le rivelazioni di Ciancimino, le escort. E alla fine, gli italiani non possono tollerare le risate degli imprenditori durante il terremoto dell’Aquila. La protesta contro il Tg1 nasce proprio contro la telenovela del telegiornale, che racconta una realtà che all’Aquila è diversa. Importante anche il fatto che l’invasione del centro della città da parte degli sfollati domenica non ha riguardato solo pochi. Come è significativa la rivolta degli orchestrali contro il televoto. Siamo nell’ultima o penultima scena del Truman Show, quando il protagonista si accorge di non essere nella vita reale, ma in un set, dove è tutto finto, è tutta una bolla. L’antipolitica di Berlusconi è una bolla. E sta scoppiando come è scoppiata la bolla finanziaria.

Lo scandalo Bertolaso può incidere più di altri, visto che il Capo della Protezione civile era in qualche modo un’emanazione di Berlusconi?
Bertolaso era una specie di controfigura di Berlusconi, l’uomo del fare che agli italiani piaceva. La sua caduta (perché anche se si rivelerà innocente, di caduta si tratta) è fondamentale.

Ma se dovesse pensare a una goccia che fa traboccare il vaso?
Mi viene in mente un esempio. Quando fu rieletto Bush in America per il secondo mandato, tutti si meravigliarono perché gli elementi del fallimento esistevano già. C’era già stata la questione delle fantomatiche armi di distruzione di massa in Iraq. Per gli americani il “tipping point” è stato l’uragano Katrina, la distruzione di New Orleans e la fallimentare risposta della Fema, l’Agenzia federale per il management dell’emergenza, istituzione che si è poi rivelata piena di raccomandati . Tutte cose che la stampa indipendente denunciò. Così potrebbe accadere anche in Italia per gli scandali legati al terremoto. E spero che la stampa faccia la sua parte.

A proposito di stampa. Ieri è apparso in prima pagina su Il Giornale un articolo di Marcello Veneziani, che parla di questione morale, degrado dei poteri e dei partiti, pazienza finita da parte degli italiani. Non le sembra un po’ singolare?
Penso che faccia parte di una strategia di fumo negli occhi, come l’annuncio di misure anticorruzione, che faticano però a realizzarsi. Il ladro di polli difficilmente fa regole funzionanti. Si tratta sempre del tentativo di sbandierare uno lo show, mentre in realtà si fa tutt’altro: Berlusconi ha respinto le dimissioni di Bertolaso e quelle di Cosentino. Detto questo, non dimentichiamo che nell’arte dello show resta un maestro: eventuali misure anti-corruzione disorienteranno non pochi elettori.

Fini in questi giorni continua a ribadire che il Pdl è un partito senz’anima e che va costruito. Potrebbe dare la spallata al premier?
Non lo ammetterebbe mai al momento, ma in fondo non aspetta altro. Sono mesi che si prepara al dopo Berlusconi, e quel che è certo è che la battaglia per la successione si è aperta. Anche perché i due politici usciti dalle intercettazioni, Verdini e Letta, sono rispettivamente l’uomo macchina del Pdl e il candidato alla Presidenza della Repubblica, che è chiaramente ora agli occhi di tutti un politico che sulla Protezione Civile ha detto non poche contro-verità.

Secondo lei gli effetti di questi scricchiolii si vedranno sulle Regionali?
Istintivamente direi di sì. Le elezioni potrebbero non andar bene per Berlusconi. Ma bisogna vedere quanto gli italiani saranno disorientati e quanto astensionismo ci sarà.

L’opposizione avrebbe dovuto fare di più?
Si sarebbe certamente dovuta battere di più contro la corruzione. Ma io penso che la spallata a Berlusconi potrà venire solo da destra.

(23 febbraio 2010)

L’asilo di Goito e il razzismo istituzionale

di Giuseppe Civati, Ernesto Maria Ruffini

In provincia di Mantova, a Goito, il Consiglio comunale, a maggioranza di centrodestra e capeggiato da un sindaco di area Udc, ha approvato un regolamento che prevede l’accesso all’asilo pubblico comunale ai soli bambini che provengono da famiglie che accettano «l’ispirazione cristiana della vita». La giustificazione sarebbe quella per cui «pur essendo l’asilo pubblico, da sempre viene gestito secondo criteri che si ispirano al cristianesimo». A questo punto è il caso di fornire a quegli amministratori locali delle brevi istruzioni per l’uso della cosa pubblica.
Primo: la nostra Costituzione vieta ogni discriminazione fondata su motivi religiosi (art. 3) e garantisce a tutti, senza alcuna distinzione, l’accesso alla scuola pubblica (artt. 33 e 34). La scuola infatti, come ci rammentano gli stessi Costituenti, dovrebbe rappresentare una «aperta palestra di tutte le idee» (Preti), in cui si dovrebbe «entrare con animo tranquillo», perché dovrebbe rappresentare un «asilo di tutte le coscienze e… di tutti i cittadini» (Marchesi) e dovrebbe essere laica e «al di sopra d’ogni confessione» (Nenni).
Secondo: se non bastasse la Costituzione, rammentiamo ai consiglieri comunali di Goito che il Testo unico sull’immigrazione definisce discriminatorio ogni comportamento che comporti «una distinzione, esclusione o preferenza basata sulle… convinzioni e le pratiche religiose» (art. 43 D.lgs. n. 286/1998) e che il d.l. n. 122/1993 (legge Mancino) punisce con la reclusione fino a tre anni chi «commette atti di discriminazione per motivi… religiosi» (art. 1).
Terzo: la Convenzione europea sui diritti dell’uomo vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata sula religione e impone agli Stati di rispettare la diversità culturale e religiosa delle persone (artt. 21 e 22).
Quarto: quali sarebbero i criteri cristiani cui sarebbe ispirata la gestione dell’asilo comunale di Goito? Ma il Vangelo non dovrebbe invitare tutti all’accoglienza e alla condivisione? Nel Vangelo, a proposito di bambini, perché di bambini che dovrebbero andare all’asilo stiamo parlando, non c’è forse scritto che «chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me»? (Mt. 18, 5).
Adesso un consiglio agli altri, esponenti politici (più o meno) democratici: smettiamola di credere che si tratti di uscite innocue e insignificanti. Per dirla con Bobbio, siamo di fronte a forme di razzismo istituzionale e non è il caso si sottovalutarle, ma di segnalarle e di pretendere il rispetto dei valori sui quali la nostra comunità si fonda. In nome del rispetto che dobbiamo nei confronti chi è diverso da noi e verso noi stessi.

25 febbraio 2010

http://www.unita.it/news/commenti/95521/lasilo_di_goito_e_il_razzismo_istituzionale

Dal Comune di Goito. Regolamento Scuola d’infanzia Comunale

Premessa

La scuola accoglie i bambini regolarmente iscritti dalle famiglie e persegue finalità educative e di sviluppo della loro personalità in una visione cristiana della vita, in collaborazione con i genitori ed in conformità con le “Indicazioni per il curricolo” delle attività educative nelle Scuole dell’Infanzia. L’ambiente educativo è intenzionalmente organizzato per rispondere alle esigenze di relazione, di gioco, di apprendimento e per favorire uno sviluppo integrale della personalità del bambino.

…Art. 7. Personale docente 
Il Comune di Goito ha stipulato una convenzione con l’Ente Opera Diocesana S.Anselmo Vescovo per la gestione didattica della scuola.
Il personale docente e la coordinatrice delle attività educative didattiche è nominato e assunto dall’Opera Diocesana S.Anselmo Vescovo.

In caso di malattia o impedimento per motivi personali, il personale docente verrà sostituito con altro personale qualificato dall’ Opera Diocesana S.Anselmo Vescovo.
Il personale ausiliario deve cooperare con il personale docente al piano di lavoro predisposto, curando l’ordine, la pulizia, il decoro e il riordino generale dell’ambiente.

http://www.comune.goito.mn.it/index.php/In-Evidenza/regolamento-scuola-comunale.html

Un popolo ignorante rende il re più forte

di Maria Teresa Bertuzzi
A cosa serve studiare? L’istruzione scolastica serve innanzitutto a formare l’individuo come uomo e come cittadino, a fornirgli un bagaglio culturale e conoscitivo sufficiente ad acquisire consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri, a sviluppare senso critico, elasticità mentale e indipendenza di giudizio. Certo, di per sé, non basta, ma per molti è il luogo esclusivo di apprendimento, il luogo che accorcia le distanze sociali e che mimetizza le differenze: è la speranza che tutti ce la possano fare. Il nesso tra istruzione e sviluppo dell’individuo, e quindi della società, è inscindibile: lo è sempre stato, soprattutto nei momenti di maggior crisi sociale, economica e culturale. L’Europa questo l’ha capito da un pezzo e infatti gli «accordi di Lisbona», nel 2000, avevano fissato il 2010 come termine per raggiungere una matura «economia della conoscenza». In Italia, dove già siamo lontani dagli obiettivi di Lisbona per numero di laureati e diplomati, cosa si fa? Si rinuncia, assecondando l’idea di un Paese stanco e vecchio, che non vuole provare a guardare al futuro. L’Italia oggi riduce il “tempo scuola”, lasciando più ore i ragazzi soli, si separano i canali di formazione e si dice loro: «Beh, se non hai voglia di andare a scuola, vai a lavorare!». Sì, vai a lavorare (in un Paese che è nel pieno di un processo di deindustrializzazione!) a 15 anni, anche se però non sai dove andrai a lavorare, dato che in questo Paese i precari sono tali fino a quarant’anni e chi perde il lavoro a cinquanta non riesce più a ricollocarsi.
Il ministro del Welfare ha giustificato l’abbassamento dell’obbligo con l’obiettivo di «consentire il recupero di giovanissimi demotivati attraverso una modalità di apprendimento in un contesto lavorativo». Che ipocrisia! La formazione dovrebbe avvenire in azienda! In realtà, tutti sanno che i contratti di apprendistato comprendono mansioni principalmente collegate a ciò che l’apprendista deve “fare”. Come può questo alimentare la sua curiosità, la sua capacità di elaborazione, la sua autonoma capacità di critica e di proposta? Dietro questa ipocrisia si nasconde la costruzione di un modello sociale che avevamo creduto di aver superato da qualche decennio. Infatti, i provvedimenti sull’istruzione di questo governo sono finalizzati a un obiettivo ben preciso, anche se nell’insieme sembrano confusi: creare il Paese delle differenze, delle opportunità “dispari”, delle rafforzamento delle “caste”! L’abbassamento dell’obbligo colpirà soprattutto i figli di quelle famiglie in cui lo stipendio dei genitori fatica ad essere sufficiente, dove i ragazzi sono culturalmente più fragili e socialmente più deboli, frenando ancor di più la già scarsa mobilità sociale. Dietro la scelta di questo governo io vedo questo pericolo perché, purtroppo, un popolo ignorante rende il re più forte.

24 febbraio 2010

http://www.unita.it/news/commenti/95484/un_popolo_ignorante_rende_il_re_pi_forte

Lo scoop del secolo (M.Gramellini)

Dopo l’ultimo scandalo, che a quest’ora sarà già diventato il penultimo, sorge spontanea una domanda.
– Premesso che da dieci anni non sono più i ladri a indignarci, ma le guardie (forze dell’ordine, magistrati, arbitri di calcio e ogni altro soggetto psicologicamente disturbato che si ostini a voler far rispettare qualche straccio di regola).
– Premesso che a ogni malefatta commessa da una parte deve corrispondere una malefatta eguale e contraria commessa dalla parte opposta, affinché si possa dire che sono tutti uguali e andare avanti come se niente fosse.
– Premesso che (postilla del precedente), appena uno della nostra parte viene preso con le mani nella marmellata, ogni sforzo non va rivolto a pulirgliele, ma a dimostrare che sono sporche anche quelle degli altri.
– Premesso che l’uomo è cacciatore e razziatore, e chi non si rassegna a veder trionfare gli istinti più bassi è un ingenuo o un moralista.
– Premesso che non solo ogni inchiesta, arbitraggio ecc. è per definizione un complotto, ma la vita intera è un complotto, ordito da tutti contro tutti all’insaputa l’uno dell’altro.
Ebbene, tutto ciò considerato e premesso, vengo alla domanda.

C’è ancora in Italia un disadattato che non ruba, pur occupando un ruolo che gli consentirebbe di farlo?
Qualora esistesse, lo pregherei di rilasciarci un’intervista. Sarebbe lo scoop del secolo.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=

Ma si vede subito che è brava!

MILANO— Decisa, quasi spavalda. «Mi aspettavo le critiche e le strumentalizzazioni, anche se mi sembrano francamente esagerate». Per nulla preoccupata. «E perché dovrei? Ho il mio curriculum, mi sono preparata e credo di essere adeguata al ruolo che potrei andare a ricoprire». Con una richiesta: «Sono consapevole di essere giovane e di avere ancora molto da imparare. Ma non mi piacciono i giudizi affrettati e credo che le persone vadano misurate sul campo». Nicole Minetti, in realtà, di richiesta ne ha un’altra: «Potreste smettere di pubblicare le foto di quando ho lavorato in tivù? È stata una parentesi che mi è servita per pagarmi gli studi e non gravare sulla mia famiglia. Ma il mio mestiere è un altro».

combo_minetti_b--180x140.jpg.jpegNicole Minetti: a sinistra alla laurea, a destra come showgirl in tv a “Scorie”Stiamo parlando del colpo di scena del listino bloccato del presidente Formigoni. L’igienista dentale che il presidente Berlusconi ha voluto a tutti i costi come new entry della politica lombarda, regalandole il privilegio del listino, ovvero dell’elezione e del ricco stipendio sicuro senza neppure un giro di campagna elettorale. La ragazza che, passata per i programmi televisivi Scorie e Colorado Cafè, dove esibiva generosi decolleté e mise diverse da quelle dell’igienista dentale o del politico, ha creato malumori e imbarazzi all’interno del partito. Fino all’ultimo, infatti, il premier sta ricevendo pressioni da chi lo sconsiglia dal fare questa scelta, per una questione di immagine e per evitare i mugugni di chi fa politica sul territorio da anni e il posto in Regione lo vede ancora come una chimera. Qualcuno lo ha detto apertamente: come il consigliere Jonghi Lavarini («La politica è un’altra cosa ») e il suo collega Aldo Brandirali («Serve maggiore serietà»). Qualcuno ha fatto la posta ad Arcore e molti sperano ancora nel cambio di idea dell’ultimo minuto.
Nicole Minetti, effettivamente, non è ancora stata chiamata a firmare l’accettazione di candidatura («Non c’è ancora nulla di sicuro», ribadisce lei stessa). Ma, preventivamente, durante l’ultima puntata dell’Infedele di Gad Lerner, la ragazza ha intascato la difesa del coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà che l’ha definita «una ragazza in gamba». Stando a quello che si è potuto capire, poi, anche il presidente Formigoni, che l’ha incontrata ieri per la prima volta, ne sarebbe stato bene impressionato.

Il curriculum è quello più o meno noto. Nata 25 anni fa a Rimini, Nicole Minetti si è diplomata al liceo classico nella sua città, dove contemporaneamente ha frequentato, per dieci anni, la scuola di danza della madre inglese. Arrivata a Milano per fare la specializzazione di Igiene dentale al San Raffaele, la Minetti ha partecipato al casting per Colorado Cafè ed è stata presa, ha messo in mostra il suo fisico prorompente e ha partecipato a qualche balletto. «Ma il mio mestiere non è quello», insiste la ragazza. Che precisa: «A novembre mi sono laureata con 110 al San Raffaele, dove collaboro occupandomi di relazioni internazionali in vista dell’apertura della nuova clinica odontoiatrica». L’incontro con Berlusconi sarebbe di diversi mesi fa, quando la Minetti lavorava come hostess allo stand di Publitalia coordinato da Luigi Ciardiello. La ragazza, dicono nei corridoi dell’ospedale di don Verzé, non avrebbe mai fatto mistero della sua amicizia con il premier, parlando anche di bracciali ricevuti in regalo. Ma chi spinge per la sua candidatura insiste: «È decisa e preparata, perché negarle questa opportunità?». Per oggi, intanto, è attesa la chiusura del listino della Lombardia: in dubbio ci sarebbe soprattutto il sedicesimo posto, conteso fra la Lega e il Pdl (che piazzerebbe Paolo Cagnoni, assistente del ministro Bondi).

http://www.corriere.it/politica/10_febbraio_24/posto-sicuro-alla-minetti-sono-adeguata-al-ruolo-elisabetta-soglio_15ae0826-2111-11df-940a-00144f02aabe.shtml

Decide il Poppolo! (M.Gramellini)

«Popolo di Raiuno! Popolo di Canale 5! Benvenuti a Decide il Poppolo, il programma a reti unificate che da oggi sostituisce il Parlamento. (Vivissimi applausi dalla platea). Basta Casta, gli onorevoli adesso… siete voi!!! (boati). Ma veniamo al tema di questa sera. Si vota sui lavoratori clandestini: regolarizzarli o rispedirli indietro? Chiamo sul palco Malik Barak, che ci esporrà in tre minuti le ragioni per cui andrebbero accolti… Grazie, Malik… E ora, per i fautori del rimpatrio forzato, Giasone Pecoracci… Grazie anche a te, Giasone… Popolo! Pensate di aver acquisito una conoscenza approfondita del problema? (Coro: Sììììì!)… Allora… si decide! Se volete regolarizzare i clandestini come Malik, il codice di televoto è lo 01. Se invece volete cacciarli come proposto da Giasone, il codice è lo 02… Notaio, push the botton! Stop al televoto…

Ecco, mi stanno consegnando la busta con l’esito della votazione… Il popolo sovrano ha deciso… Vorrei un po’ di atmosfera… Regista, spegni lo studio… La volontà… insindacabile… del popolo… italiano… è che i lavoratori… clandestini… siano… rimandati a casa loro! Mi dispiace, Malik. Domani verrete tutti rimpatriati, ma non disperare: ci sono ancora i ripescaggi… Popolo di Raiuno! Popolo di Canale 5! Vi aspetto la settimana prossima per una nuova puntata di Decide il Poppolo. Voteremo la Finanziaria: siete favorevoli all’abolizione delle tasse?». Mi sveglio di soprassalto. Il telefono dorme ignaro sul comodino, attaccato al caricatore. E’ stato solo un sogno.

Per ora.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41

La meditazione (N.Mandela)

La meditazione


La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.
E’ la nostra luce, non la nostra ombra,
a spaventarci di più.
Ci domandiamo: ” Chi sono io per essere brillante,  pieno di talento, favoloso? “
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo,
non serve al mondo.
Non c’è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta
la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri.


Nelson Mandela

Dai, ridiamo!

http://www.antefatto.it/misfatto

che c’è rimasto se non la risata, lo sberleffo!

Comunque anche noi a Reggio non ci facciamo mancare nulla, vi assicuro che quanto segue è VERO, non è tratto dal “Misfatto” ma è opera dell’intelletto (beh, si fa per dire…) dell’unico, mitico, surreale, dadaista ing. Fabio Filippi (e se lo votassimo così almeno ci assicura altri 5 anni di puro divertimento?)

Politica a scuola (Fabio Filippi)

Ci risiamo. L’eclettica preside dell’Istituto di istruzione superiore Cattaneo-Dall’Aglio di Castelnovo ne’ Monti ne ha inventata un’altra delle sue. Questa volta dal cilindro è uscita la rassegna teatrale: gli studenti sono stati “obbligati” a partecipare ad uno “spazio culturale” promosso dalla scuola. Ovviamente non per assistere ad un classico di Pirandello, Molière o Shakespeare, ma ad un monologo anti-Berlusconi.

Pare, infatti, che al Teatro Bismantova sia andata in scena un’operetta di vera e propria propaganda politica marcatamente di sinistra. Nello “spettacolo” intitolato “L’Italia a pezzi”, attraverso i protagonisti, è stata screditata la figura istituzionale del Presidente del Consiglio Berlusconi lasciando intendere legami tra lo stesso e organizzazioni criminali mafiose. Questa mattina, tanto per cambiare in classe, un professore ha rincarato la dose arrivando a definire, senza mezzi termini, Berlusconi mafioso. La solita propaganda becera di sinistra. Questa volta è stato decisamente travalicato il limite.

La preside del Cattaneo-Dall’Aglio e una parte del suo “parco insegnati” non sono nuovi a queste “azioni” di militanza politica. Nell’ottobre dello scorso anno era stato ammonito un professore, ovviamente di sinistra, che si cimentava in “comizi” politici durante l’orario di lezione. Nel dicembre del 2008 era venuta alla luce la storia del monte ore, utilizzato al Cattaneo-Dall’Aglio per fare propaganda anti-Gelmini. Nel febbraio dello stesso anno uno studente venne addirittura picchiato dai colleghi perché non di sinistra. Dalla preside non una parola di solidarietà. Infine, negli anni 2006-2007, furono diverse le iniziative anti-Moratti promosse dalla scuola.

Come ho ripetuto più volte: la politica non deve entrare nelle scuole. Al Cattaneo-Dall’Aglio purtroppo non si perde occasione per fare propaganda di partito. Ovviamente sempre e solo a senso unico. Questa volta però è stato superato il limite, si utilizzano fondi pubblici per indottrinare gli studenti insultando in modo gratuito il Presidente del Consiglio. Comportamenti che non possono essere accettati. Mi aspetto che si prendano seri provvedimenti e si cessi di coinvolgere i giovani in queste iniziative “partitiche”.

se non ci credete andatelo a vedere in originale:

http://reggio24ore.netribe.it/reggio24ore/Sezione.jsp?idSezione=10840&idSezioneRif=29