Ordine del Tricolore: una buona notizia

A conclusione d’anno una (piccola) buona notizia: come ci ha comunicato con una sollecita mail l’on.Paolo Corsini il deputato del PD ha ritirato la firma al famigerato progetto di legge, verificato come il testo definitivo della stessa non fosse quello che aveva in precedenza letto.
Grazie al deputato della precisazione che lo reintegra nella nostra precedente stima.
Restano gli on. Fogliardi e Narducci.

Ordine del Tricolore? Ma chi abbiamo eletto?

Qualche approfondimento sull’Ordine del Tricolore:
1. esaminando l’elenco dei 42 firmatari ho appreso che figurano 3 deputati del PD (che pensavo significasse Partito Democratico e non Poca Decenza). Sono: Paolo Corsini, G.Paolo Fogliardi e Franco Narducci. E’ bello sapere che il mio voto ha contribuito anche alla loro elezione! E’ bello sapere che il PD ritiene giusto riconoscere la gente di Salò come legittimi combattenti!
2. leggendo la proposta si apprende che vengono riconosciuti “coloro che hanno fatto parte delle formazioni partigiane o gappiste, regolarmente inquadrate nelle formazioni dipendenti dal Corpo Volontari della Libertà.” O gappiste? Perchè i GAP non erano formazioni partigiane? Ah, scordavamo! I gappisti erano gli assassini comunisti!
3. leggendo la proposta si apprende che vengono riconosciute le “formazioni che facevano riferimento alla RSI”. Quindi neanche più l’esercito di Salò-com’era nel primo tentativo di alcuni anni fa-ma tutti. Quindi Brigata Nera, Banda Carità, Banda Koch, X Mas, e via andando!!

E’ bello sapere che nostri deputati lavorano per noi così bene. Ma chi cavolo di gente abbiamo eletto??

Rieccoli!!!! L’Ordine del Tricolore!!

Rieccoli! Ci avevano già provato una a volta a presentare una proposta di legge sulla equiparazione dei soldati di Salò ai partigiani e ai combattenti del vero esercito italiano. Poi san Carlo Azeglio Ciampi disse no: lui quella legge non l’avrebbe firmata.
Ora ci riprovano! Il 23 giugno 2008 alla Camera dei deputati è stata presentata una proposta di legge d’iniziativa dei deputati Barani,Angeli, etc.. per la “Istituzione dell’Ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra” (http://leg16.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0011740.pdf)
Qualche passaggio del testo: “Non si intende proponendo l’istituzione di questo Ordine sacrificare la verità storica di una feroce guerra civile sull’altare della memoria comune, ma riconoscere, con animo ormai pacificato, la pari dignità di una partecipazione al conflitto avvenuta in uno dei momenti più drammatici e difficili da interpretare nella storia d’Italia…”
Pari dignità?
“L’istituzione dell’Ordine del Tricolore deve essere considerata un atto dovuto, da parte del nostro paese, verso tutti coloro che, oltre sessanta anni fa, impugnarono le armi e operarono una scelta di schieramento convinti della “bontà” della loro lotta per la rinascita della Patria.”
Convinti della “bontà”? Ma da quando in qua la “buona fede” (ammessa e non concessa?) è una categoria storica? Bene quindi, per stare all’attualità, oggi 28 dicembre, 65° della fucilazione dei Cervi diamo la stessa “dignità” alle vittime e ai carnefici. Tanto erano in “buona fede” anche loro, no??
Il 7 gennaio il presidente della Camera on.Fini sarà a Reggio. Vogliamo ricordargli chi ha ridato onore e dignità al Tricolore, vilipeso da 20 anni di fascismo? O è politicamente scorretto?

Parole, pietre e fuoco

La notte del 23 dicembre è stata bruciata la prima campina per nomadi che il Comune di Reggio aveva realizzato. Una bottiglia molotov. Sull’auto del Sindaco è stata incisa una svastica. Dicembre 2008. Reggio Emilia. Se la marea arriva fino a noi cosa dire? Abbiamo ascoltato le parole dei fascisti e dei leghisti, anche qui a Reggio, medaglia d’oro della Resistenza. Qualcuno ha detto, qualcuno che di politica se ne occupa tutti i giorni: “è il dibattito, è il confronto”. E quelle parole di odio sono continuate, contro i rom (anzi gli zingari), contro gli extracomunitari, contro i gay, contro i diversi (secondo loro). Hanno detto “è la democrazia, bisogna lasciarli parlare”. Abbiamo visto parroci guidare adunate. Abbiamo sentito elettori si sinistra dire tranquilli “io non sono razzista. Però…” e poi sparare roba da KuKluxKlan o da Borghezio. E abbiamo pensato “è la crisi della sinistra”. Abbiamo letto che il buon Kiamparino vuole allontanare la Lega dalla xenofobia. Anche S.Francesco parlò con il lupo. Ma era S.Francesco. E il lupo continuò ad essere lupo.
Le parole sono pietre e non si può scherzare. Prima si stabiliscono regole e poi si gioca. E chi in quelle regole non si riconosce, non gioca, sta fuori ma non perchè noi siamo antidemocratici ma perchè è lui a porsi fuori dalla legge fondamentale che ci è stata data per vivere insieme. Si chiama Costituzione.

Bambini, TV e…una modesta proposta

“Possibile che i telegiornali siano diventati una serie ininterrotta di notizie catastrofiche, di racconti dell’orrore, di fatti di sangue? Un misto di cronaca nera e di cronaca rosa? Siamo proprio sicuri che non vi sia spazio in televisione per un’informazione che parli del bene che tante persone promuovono senza alcun tornaconto? Se non sapremo arrestare questo circolo vizioso della televisione, non vi sarà fine al peggio, al brutto, al deteriore, al pessimismo, al volgare, e all’orrore. Vogliamo per una volta mettere da parte le divisioni politiche e svolgere un’azione comune per la difesa di certi valori fondamentali? Io sono pronto a fare la mia parte. Spero che qualcuno voglia riprendere il mio appello»
(http://www.corriere.it/cronache/08_dicembre_27/bondi_bambini_telegiornali_687e0dc0-d41a-11dd-8f30-00144f02aabc.shtml)

Il ministro (provvisorio) della cultura, tale Sandro Bondi, così si esprime e lancia l’appello al quale volentieri rispondiamo con la nostra modesta proposta: applichiamo in modo esteso ed estensivo un semplice dispositivo di sicurezza, facile facile. Togliamo la televisione dalle nostre sale da pranzo, cucine, locali di convivio. Io l’ho fatto e sono sopravissuto, i miei figli anche. A tavola si parla, si discute, magari si fa anche un po’ di casino ma si è in famiglia, non sull’orlo di un precipizio di incomprensibile paura. E appena si può non si sta a guardare la tv, si va fuori, si esce, si va a vedere il mondo com’è davvero. Si può fare.
Del resto cosa fa più paura? Un Babbo Natale che uccide o un capo del governo (provvisorio) che ci dà lezioni di morale e democrazia? Perchè l’alternativa sottesa dal ministro (provvisorio) è la più classica di ogni stato autoritario: telegiornali edificanti, notizie filtrate, difesa dei valori (loro). Durante il fascismo non ci si suicidava più, perchè uccidersi in un mondo perfetto dove anche i treni arrivavano in orario? Bastava non dirlo, per il bene dei cittadini, ovviamente.

“Non possiamo stare a guardare”

Buone notizie da Milano: l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi ha annunziato, nell’omelia di Natale, di aver stanziato un fondo di 1 milione di euro a favore dei cassintegrati, attingendo “dall’otto per mille destinato per opere di carità, da offerte pervenute in questi giorni per la carità dell’arcivescovo, da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali”.
“Non possiamo stare a guardare” ha detto l’arcivescovo ai fedeli. “Occorre agire. E l’azione ora deve privilegiare chi nei prossimi mesi perderà il lavoro” ha detto il cardinale invocando “gesti concreti di solidarietà” nella sobrietà. Da qui l’idea di costituire un fondo, chiedendo alle comunità cristiane della diocesi di prestare particolare attenzione alle famiglie in difficoltà a causa del lavoro e di aderirvi. E sarà compito di sacerdoti e laici decidere come parteciparvi: rimandando spese non urgenti, destinando percentuali del bilancio parrocchiale. Le modalità di gestione – che Caritas Ambrosiana e Acli stanno già studiando – verranno rese note successivamente. Il cardinale ha solo anticipato alcune direttrici: “la distribuzione dei fondi non avverrà immediatamente ma nei prossimi mesi e non sarà a pioggia ma a destinazione mirata” perché “queste risorse non devono essere una forma di assistenzialismo, affinché chi perde il lavoro non perda anche la propria dignità”.
(http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/esteri/benedetto-xvi-28/cardinali-crisi/cardinali-crisi.html)

La classifica di Newsweek

Buone notizie da Newsweek: nella annuale classifica dei 50 uomini più potenti al mondo non figura nessun italiano. Nessuno. Visto il livello fognario della nostra classe dirigente si può tirare un sospiro di sollievo. Ci è andata bene.
In seconda battuta altra buona notizia: il Papa è al 37° posto, il che ci da la misura dell’influenza morale dello Stato del Vaticano.

Quando Papa Giovanni pregò per gli ebrei

Signore, noi siamo oggi coscienti
che nel corso di molti,
molti secoli, i nostri occhi erano
così ciechi
che non erano più capaci
di vedere ancora la bellezza
del Tuo popolo eletto, il popolo ebreo,
nè di riconoscere nel volto [degli ebrei]
i tratti dei nostri fratelli privilegiati…
Perdonaci, Signore, perdonaci..per le ingiustizie
subite dagli ebrei…per le colpe dei cristiani..
perdonaci perchè noi non sapevamo
cosa stavamo facendo, nel corso dei secoli
passati, contro tutto
il popolo ebraico.
(Giovanni XXIII, 1963)

Click! La Beretta fa cilecca

Buone notizie dall’industria italiana: per la prima volta in cinque secoli la fabbrica di armi Beretta chiude per un mese. Spiace per gli 860 operai di Gardone Val Trompia ma sapere che per un mese si produrranno meno armi in terra bresciana compensa l’apprensione per i posti di lavoro. Pare che la crisi sia dovuta alla vittoria di Obama. Il mercato USA assorbe quasi la metà del fatturato e il ritiro di George Bush, amico personale di Ugo Gussalli Beretta e testimonial della linea di abbigliamento della ditta italiana, ha segnato una brusca svolta sul mercato USA (fatturato annuale 450 milioni di euro). A poco è servito la dazione di 2 milioni di dollari da parte di Beretta alla famigerata NRA (National Rifle Association), l’organizzazione che sostiene la libertà di armamento, alla vigilia delle elezioni. Pare anche che la Beretta non bisserà il successo della sua pistola calibro 9 alla prossima asta per l’esercito USA a causa della forte rivalità tecnologica di belgi, tedeschi e americani.
Vabbè, ce ne faremo una ragione! Tanto rimangono sempre i mercati del terzo mondo per i signori fabbricanti d’armi, fin lì Obama non arriva e qualche guerra fra disperati la troviamo sempre. Come diceva quel film di Sordi “Finchè c’è guerra c’è speranza”.
(L’Espresso, 18.12.2008, p.171)

Non bisogna lasciarsi spaventare

“…Ieri in una chiesa in mezzo al Tevere è andato via Carlo Caracciolo. C’era l’acqua di fango tutto attorno, il rumore del fiume. Ai funerali il senso di sconcerto per un argine che manca, da oggi. Una barriera in meno all’onda melmosa della piena. Toccherà farsi grandi nel ricordo. Toccherà provarsi capaci di far vivere un’idea di libertà ultimamente fuori moda. Ma come lui diceva: va tutto bene, è un momento. Non bisogna lasciarsi
spaventare. Passerà”. (Concita De Gregorio)
(http://edicola.unita.it/v2/pdfview.asp?c=2008_12&f=20081218)
Nella chiesa, a fianco della bara, la bandiera partigiana. Anche i principi sono stati partigiani.