LETTERA APERTA A UMBERTO BOSSI da Mario Badino cittadino italiano
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Immigrati, per favore!
“Immigrati, per favore non lasciateci soli con gli italiani”, diceva una scritta su un muro che riprendo da ViaEmilianet. Aggiungerei con QUESTI italiani, questo ventre profondo e decomposto che l’attuale governo provvisorio alimenta, solletica. Il razzismo, l’egoismo, la chiusura agli altri c’è sempre stata, ed è fisiologica in un paese ai più bassi livelli per gradi d’istruzione in Europa, ma erano marginali, limitati a fasce svantaggiate della popolazione. I governi dell’epoca si preoccupavano di far crescere il paese (bene, male ma c’era questa sensibilità), di svolgere un’azione pedagogica. Le grandi case ideologiche, le Chiese dell’epoca, bianche e rosse, istruivano, organizzavano, reprimevano alla bisogna. Oggi il governo provvisiorio fomenta e sfrutta quel fiume di bassi istinti, ne fa il proprio riferimento. Le Chiese sono morte, dissolte o chiuse nel loro integralismo autoreferente. In tanti bar del nord c’era la macchietta del “razzista”, quello che ce l’aveva con i marocchini o i terroni. Gli si offriva un bianchetto, lo si faceva sparare due boiate, e poi via, una pacca sulle spalle e amen. Ora quel tizio non è più solo, è diventato onorevole, assessore, ha lo stesso coefficente intellettivo di prima, ma adesso è lui ad offrire da bere e organizzare magari la “ronda” per altri frustrati, deprivati culturalmente ed eticamente come lui.
E con questa Lega abbiamo flirtato, il grande capo baffo perdente ci disse che erano una costola della sinistra. Al massimo erano una costola sinistra di un qualche animale fuori controllo.
Che Italia lasciamo ai nostri figli, se non un paese dove tornare al massimo per le vacanze perchè il futuro è altrove?
Lupi e cani pastore
Abbiamo messo i lupi a fare il cane pastore…e ora ci meravigliamo che spariscano le pecore…
Abbiamo lasciato che in questi anni si usassero parole come pallottole, insulti, abbiamo sentito parlare di “bingobongo”, di prendere le impronte dei piedi e poi quelle digitali, di prendere a cannonate le barche dei profughi, di trasformare Lampedusa in un lager. Oggi sentiamo il ministro degli Interni provvisorio tale Marroni dire che bisogna essere “cattivi”, che bisogna “cambiar musica”. E io, lo dico apertamente, sono d’accordo! Bisogna cambiar musica con questi cialtroni che stanno provvisoriamente al governo. Bisogna essere “cattivi”, bisogna sì “cambiare musica”, ma con loro! Con questi guitti da bar che ci hanno portato a questo punto, per cui qualcuno brucia un poveretto solo perchè è indiano, così per divertirsi. Tanto è un “bingobongo”. Bisogna essere chiari, rigorosi o, semplicemente, seri. Bisogna che questa gente, e chi li vota, lo sappiano che non si tacerà più, che non si accetterà il loro lessico osceno. Serietà e decisione.
Almeno ascoltiamo un noto bolscevico come l’on.Pisanu: “L’immigrazione è un fenomeno che orienterà i processi economici e sociali dell’Europa per un secolo; non lo si può affrontare con l’orecchio teso alle voci delle osterie della Bassa padana. Il sonno della ragione genera mostri. Comportamenti aberranti da una parte. Dall’altra, misure rivolte a tranquillizzare l’opinione pubblica e a giustificare slogan elettorali”.
(http://www.corriere.it/cronache/09_febbraio_02/aldo_cazzullo_immigrati_silvio_non_subisca_la_lega_fb52f5d6-f0f1-11dd-b48f-00144f02aabc.shtml)
E invece cosa ci tocca sentire? Lo squittio del PD secondo cui l’on.Marroni “rischia così di incitare all’odio anche nei confronti degli inermi”. Rischia?? Roba che se fossero stati sul Titanic, dopo l’incontro con l’iceberg, avrebbero detto: “Rischiamo di rovinarci lo smoking stasera…”.
Aspettiamo cosa? Altri bruciati vivi per passare la serata? Scontri fra stranieri e residenti delle banlieu romane? Rischiamo di finire a manganellate? O ci dobbiamo appellare al presidente del Consiglio provvisorio (noto difensore dei diritti umani) perchè calmi il ministro Marroni? O invitare a cena Pisanu e Fini?
Parole, pietre e fuoco
La notte del 23 dicembre è stata bruciata la prima campina per nomadi che il Comune di Reggio aveva realizzato. Una bottiglia molotov. Sull’auto del Sindaco è stata incisa una svastica. Dicembre 2008. Reggio Emilia. Se la marea arriva fino a noi cosa dire? Abbiamo ascoltato le parole dei fascisti e dei leghisti, anche qui a Reggio, medaglia d’oro della Resistenza. Qualcuno ha detto, qualcuno che di politica se ne occupa tutti i giorni: “è il dibattito, è il confronto”. E quelle parole di odio sono continuate, contro i rom (anzi gli zingari), contro gli extracomunitari, contro i gay, contro i diversi (secondo loro). Hanno detto “è la democrazia, bisogna lasciarli parlare”. Abbiamo visto parroci guidare adunate. Abbiamo sentito elettori si sinistra dire tranquilli “io non sono razzista. Però…” e poi sparare roba da KuKluxKlan o da Borghezio. E abbiamo pensato “è la crisi della sinistra”. Abbiamo letto che il buon Kiamparino vuole allontanare la Lega dalla xenofobia. Anche S.Francesco parlò con il lupo. Ma era S.Francesco. E il lupo continuò ad essere lupo.
Le parole sono pietre e non si può scherzare. Prima si stabiliscono regole e poi si gioca. E chi in quelle regole non si riconosce, non gioca, sta fuori ma non perchè noi siamo antidemocratici ma perchè è lui a porsi fuori dalla legge fondamentale che ci è stata data per vivere insieme. Si chiama Costituzione.