Analisi Noir (Piero Colaprico)

Chiamano sgombero ciò che è trasloco. La si può pensare o no come il ministro degli Interni Maroni in tema di immigrazione e sicurezza in città, ma il punto è intendersi. Ci sono cittadini “comunitari”, e non “extra”; e non è facile “rispedire” (termine leghista) indietro i Rom con passaporto romeno, perchè nella vecchia Europa c’è una certa facilità di movimento non solo tra le monete, ma anche tra le persone. Ora-domanda senza risposta-quanto costa “traslocare” con la forza le roulotte e le baracche, sempre con le stesse persone, da un punto all’altro della stessa città?

Quanto ci sono costati fino a oggi questi sgomberi che non sgomberano? A Milano il cardinale Tettamanzi che ha segnalato con parole di pace l’assurdità di questo fenomeno, si è preso del comunista. Ma dal livello dell’asfalto, c’è una piccola analisi noir che s’impone: non avete pensato, voi del finto partito della sicurezza, a dare una piccola roulotte a carabinieri e polizia? Invece di sprecare soldi, non sarebbe meglio attrezzare qualche campo di accoglienza, ma un po’ seriamente? Seriamente significa: non abbandonare la zona. Lasciateci i vigili, l’Opera Nomadi, la Caritas, ma anche e soprattutto una bella roulotte con sopra la sirena: e con dentro 4 agenti per turno, che escono quando vogliono, girano e controllano. Perchè il punto è anche questo: accogliere e rispettare, ma anche essere rispettati. O forse dare ordine di traslocare è molto più facile che dare ordine di lavorare?

D Repubblica, 15.5.2010

Se penso (Patrizia Valduga)

Ne ho visti nascere, in questi ultimi anni, di circoli, di comitati, di associazioni, di movimenti. Società civile, Libera, Libertà e Giustizia, Girotondi, Ammazzateci tutti, Popolo viola…I “grillini” sono ormai un partito, il Movimento a 5 stelle; e pensare che ci sono da anni alberghi con 7 stelle.

Sono nati in difesa di legalità, di laicità, di giustizia e Costituzione, mentre la Sinistra ufficiale andava perdendo consensi, comuni, province, regioni. La sinistra ufficiale si è forse domandata: che bisogno hanno questi qui di venir fuori come funghi ogni stagione? Non è a noi che spetta difendere quello che vogliono difendere loro? No, ogni stagione la sinistra ufficiale si è domandata solo: aderiamo a quella manifestazione? Firmiamo quell’appello? Li appoggiamo o li ignoriamo? E io mi domando adesso: cosa bisogna fare ancora perchè i D’Alema e i Veltroni e gli altri mollino l’osso? Bisogna accopparli?

D “Repubblica”, 15.5.2010.

Operazione DVD. I discorsi del coglione: E se facessimo qualcosa?

Qualche giorno fa ricordavo la bella iniziativa (in corso) del cosiddetto quotidiano “Libero” (come chiamare la Pravda L’Eco della libertà…) di regalare i DVD con i discorsi del Duce. Giusto lo sdegno e la tristezza. Ma se facessimo qualcosa di più che stare sempre a brontolare?

Proposta (con piccolo sacrificio economico) ai miei 25 amici e lettori:

Operazione DVD (defenestra volontariamente i dvd)

1. Acquistare copie di Libero con DVD (lo so è dura, molto dura, siete autorizzati a recarvi in edicola travestiti ed infilare le copie di Libero fra altre di stampa decorosa (Cronaca Vera, Bollente e Nuda, Contesse in calore, etc..).

2. Utilizzare Libero per quello che meglio ritenete (magari un recupero del costume dei nostri nonni in campagna?)

3. Prendere i DVD con i discorsi del coglione e farne l’uso migliore che la vostra fertile testolina saprà escogitare (sottobicchieri? segnalibri? lucenti pendant all’ingresso di casa? collanine?) fotografare la vostra opera d’arte ed inviarli a Fortezza Bastiani. Fra tutte le idee pervenute, a insindacabile giudizio del sottoscritto e dell’amico Drogo, saranno sorteggiati i seguenti premi:

1°premio: 1 copia di tutte le lettere di Filippi inviate alla stampa per lamentare la persecuzione dei “rossi”.

2° premio: 2 copie di tutte le lettere di Filippi inviate alla stampa per lamentare la persecuzione dei “rossi”.

3°premio: 3 copie di tutte le lettere di Filippi inviate alla stampa per lamentare la persecuzione dei “rossi”.

So che accorrerete numerosi all’appello! La prossima uscita di Libero (sfpd) è mercoledi 2 giugno: festeggiamo la Repubblica!

p.s. tanto per non confonderci le idee, ricordiamoci sempre che “il fascismo non è un’opinione, è un crimine!”

Riflessive riflessioni

Sono stato lontano da Fortezza Bastiani qualche giorno. Diceva il poeta:

“Se son d’umore nero allora scrivo, frugando dentro alle nostre miserie, di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo.”

Così ho fatto, riflettendo sull’oggi e il domani, su me, la vita e la morte, l’essere e il nulla. Eccetera. Cose che ai miei 25 lettori fregano poco e nulla (e hanno ragione). Ma del resto ci sono  “di quei giorni che ti prende la malinconia e fino a sera non ti lascia piùe il contesto, il famoso contesto, così caro a noi storici certo non aiuta a riprendere un tono minimamente umano, se non proprio ottimista.

Siamo con le pezze ai fondelli, arriva la stangata. Pagano i poveretti, si taglia la cultura, la scuola. Chi è dentro è dentro chi è fuori è fuori a destra come a sinistra. Un vescovo si fa fare una statua già da vivo, gli italiani paiono continuare ad apprezzare la banda di furfanti che ci amministra, il prossimo 2 agosto il governo non sarà a Bologna così non si farà fischiare. 40.000 giovani hanno lasciato l’Italia (mia figlia fra questi) perchè qui non c’è speranza, si parla di abolire dieci inutili province, anziche tutte le province e c’è chi minaccia la guerra. Il figlio di Briatore, di pochi mesi, è depresso perchè non può stare più sull’avito yacht da 60 metri (anzichè esserlo perchè ha capito di chi è figlio). Nelle nostre contrade il buon fabiodakasina si lamenta perchè i rossi lo perseguitano, il direttore generale del Comune (130.000 euro all’anno) dice che lui saprebbe come fare ma..non lo lasciano lavorare. Il nostro sindaco si candida al Nobel per l’economia rivelando che a Reggio un euro investito in cultura (sarebbe fotografiaeuropea) ne rende sette (7)! Roba che Friedman e la London School of economics gli fa una pippa…

Come si diceva? Grande è la confusione sotto il cielo…quindi nulla va bene.

Come se ne esce? Chiederebbe il mio amico Amos. Facile, non se ne esce. Un consiglio di lettura: S.Auslander, A Dio spiacendo, Guanda 2010.

Dal racconto La guerra dei Bernstein in esso contenuto:

Ecco le cose che Bernstein aveva messo nella malandata valigia marrone che teneva sotto il letto nella speranza che il Messia arrivasse in piena notte: due paia di calzini neri,, un paio di calzoni neri, una camicia bianca, un Libro dei Salmi, qualche regulach, i suoi pasticcini alla marmellata preferiti, tre yarmulks, un set di riserva di filatteri, due scialli da preghiera (uno per tutti i giorni, uno per il sabato) e un costume da bagno, perchè non si sa mai.

…Bernstein viveva ogni momento di questa vita nella fiduciosa preparazione della successiva. Quarantacinque anno di studio della Torah lo avevano convinto non solo della sordidezza di questo mondo, ma anche della perfezione e della beatitudine del Mondo a venire. Invecchiando, mentre quel mondo si avvicinava implacabilmente, Bernestein si faceva sempre più attento. Proprio il mese prima aveva festeggiato il suo cinquantesimo compleano. “Sei a metà dalla morte!” diceva lo scherzoso biglietto d’auguri che gli aveva lasciato la signora Bernstein. Anche la signora Bernstein teneva una valigia sotto il letto, ma non l’aveva preparata per il Messia. Bernstein decise che, con la metà della vita già trascorsa, non gli restava molto tempo per accumulare punti. D’ora in poi, ogni azione intrapresa e ogni atto considerato sarebbero stati sottoposti a una profonda analisi costi-benefici di premi e punizioni…”

Libero…di far boiate? Offerta speciale!

Calvin pissing.jpgUno se ne sta lì tranquillo un sabato sera, davanti alla tv. Ebbene sì, confesso, faccio il mio outing! Il sabato sera non mi rileggo Musil ma mi guardo su La7 l’Ispettore Barnaby! Me ne sto lì, nelle pause pubblicitarie zappo sugli altri canali “toh, l’Inter vince…”. Poi, bang! Diceva il poeta “nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento..”, beh, nemmeno sul divano si viene risparmiati dalle boiate a pioggia! Spot pubblicitario-ripetuto quattro volte nella serata-sulla nuova fantastica offerta del quotidiano “libero” (scusate la parolaccia): IN 6 DVD I DISCORSI DEL DUCE!

Cosa fa un poveretto che si stava godendo il verde della campagna inglese, gli intrighi di anziane signore ringalluzzite da focosi stallieri, bimbi scambiati e omicidi efferati? Uno si INCACCHIA! e già non gusta più il telefilm britannico e si chiede perchè deve stare in un paese dove non carcerano Feltri (ri-scusate la parolaccia) e accoliti. Ci pensate se in Germania offrissero i discorsi del Führer in elegante cofanetto? Li carcerano e buttano via la chiave! E noi?

Apologia di fascismo? Noo, cosa dice signora mia, sono documenti storici…eh, già, mi ero distratto, preso da Barnaby che-almeno lui-gli assassini e i cretini-li carcera tutti.

Matti di paese e tipi da bar

Su “Donna” di Repubblica di oggi Giacomo Papi sottolinea, dolendosene, della scomparsa dei “matti di paese”. “Fino a dieci anni fa ogni paese d’Italia aveva il suo matto. Erano istituzioni, come il prete, il panettiere e il medico condotto. Integrati e rispettati, in qualche strano modo. Poi è accaduto qualcosa. Hanno iniziato a sparire. E nessuno si è accorto che qualcosa accadeva anche a noi. I matti, oggi, si vedono molto di meno, ma sono molti di più“.

Per parte mia ricordo Fermo, che si definiva il “sindaco di Migliara”, era scampato al lager di Kahla, suo fratello no. Già capiva poco l’italiano, figurarsi gli ordini urlati in tedesco. Finito a suon di botte in pochi giorni. Fermo arrivava per un piatto di minestra ma era preciso. Cibo in cambio di qualcosa, sempre. Un giorno arrivò con due piantine di noce, alte un palmo. Mio padre, scettico, disse, “piantiamole lì, in mezzo al prato, davanti a casa”. “E se poi crescono?”, chiesi. Mi guardò con un sorrisetto, come a dire: le ha portate Fermo…. Ora ho due piante di noce alte quindici metri, in mezzo al prato, così alte da non riuscire a potarle. E’ il regalo di Fermo. Era preciso, dava sempre qualcosa in cambio.

Sono spariti i matti di paese, forse non li vediamo più. Troppa concorrenza.

Di certo però so dove sono finiti i “tipi da bar”, quelli un po’ balenghi, monomaniaci. Entravano e facevano il loro siparietto in cambio di un bicchiere. Di solito tiravano fuori l’ultima barzelletta grassa o se la prendevano con il vigile o con i terroni. Avevano la soluzione facile e semplce a problemi enormi: le tasse, la fame nel mondo, la formazione della nazionale. Dieci minuti e poi si sedevano, ombrosi a un tavolino, il bicchiere davanti. Anche loro spariti, ma so dove sono finiti. Nella lega (che, ricordo, come dice mio figlio, non si merita neppure la maiuscola). Se va bene sono diventati assessori, se va male sindaci e annessi. Stessi siparietti, stesse boiate. Anche senza il viatico di un bianchetto. Solo che prima si rideva e tutto finiva lì. Ora c’è chi la vota, quella gente lì.

Forse è il caso che il bianchetto ce lo beviamo noi. Così per dimenticare.

Presentazione a Bologna

Copertina_Il primo.jpgIeri presentazione di “Il primo giorno d’inverno” alla biblioteca “Borges” di Bologna. Il sole grande al tramonto in autostrada, il verde del parco attorno. Le parole e i silenzi di chi ha ancora tempo (e voglia) per discutere un libro.

Un grazie ad Adriano Bertolini per l’invito e a Luca Alessandrini per l’introduzione.

Promotori de che?

michela-vittoria-brambilla-italia-it-thumb.pngPromotori della libertà. Si sono chiamati così. Promotori della LORO libertà, di fare quel che vogliono, di saccheggiare questa povera Italia, di usare il potere per i LORO comodi. Promotori della libertà, come i classici promotori finanziari, manigoldi in giacca e cravatta a promettere miracoli e rendite a un cittadino sempre più avido e sempre più suddito. Promotori capitanati dalla proprietaria dei tacchi acclusi. Cosa ci proporranno? Qualche offerta speciale? Un 3×2? No, semai-conoscendoli-un 2×3: prendi due e paghi tre. Promotori de che? Come se la libertà fosse qualcosa che li abbia mai sfiorati,  come la dignità o la vergogna. Ignoti.

Ora anche il nostro consiglierefilippi rende noto di aver aderito. Eravamo preoccupati. Ci chiedevamo: e il consiglierefilippi no? Un simile consesso poteva fare a meno del nostro? No, non poteva. Appunto.


Scontro fra titani

Vicesindaco, Del Bue attacca l’Idv: ”Una corsa di aspiranti senza merito”
L’assessore allo Sport Mauro Del Bue, dalle pagine del suo blog, riapre la polemica sulla figura del vicesindaco a Reggio e lancia una serie di accuse all’Idv.

In un articolo dal titolo “Mamma, voglio fare il vice sindaco”, parla del cambiamento che tale ruolo ha subito negli anni. “C’era una volta la carica di vice sindaco di Reggio. Era una poltrona ambìta da coloro, erano generalmente socialisti, che potevano contare su una discreta esperienza amministrativa, che avevano alle spalle un curriculum politico di tutto rispetto, che potevano reggere un peso tutt’altro che lieve e magari conciliarlo col loro lavoro. Si trattava dell’incarico amministrativo più prestigioso della città, dopo quello di sindaco, appannaggio però del Pci – scrive Del Bue – Adesso tutto è cambiato. Nell’Italia dei valori l’incarico di vice sindaco è stato considerato come un posto in banca. Le donne dell’Idv sono entrate in fibrillazione perchè lo reclamavano ognuna per sè. E siccome è prevalsa questa idea che donna dovesse essere per forza, tre di loro si sono anche polticamente azzuffate, una accusando il suo partito e sbattendogli la porta in faccia e un’altra addirittura accennando a una foto galeotta scattata in discoteca con seno debordante, anche se coperto, che avrebbe impedito la nomina”.

Del Bue accosta la corsa alla poltrona di vicesindaco in città all’epoca del “velinismo imperante” nato con il premier Berlusconi, anche se non rifiuta l’idea che possa essere “la conseguenza dell’eliminazione dei partiti tradizionali, che erano vere e proprie fucine di quadri anche per le amministrazioni e per le istituzioni repubblicane”.

“Lungi da me mettere sotto processo le tre grazie dell’Idv che volevano fare il vicesindaco (alla vincente tanti sinceri auguri di buon lavoro) e che perseguivano questo obiettivo come un dono meritato – prosegue Del Bue – Questo discorso vale per tutti, anche per il mio partito, che ha eletto nel listino bloccato di Errani una giovane donna, priva di esperienza politica. Con una differenza, però. Un conto è essere eletti consiglieri comunali, provinciali e regionali, altro conto è assurgere al secondo gradino di un’amministrazione, ritenendolo un obbligo”.

“Qualche anno fa, appena iscritti a un partito, si chiedeva la possibilità di entrare (ma non era facile) nel direttivo della propria sezione, adesso invece se non si è nominati vice sindaco si cambia partito, offesi o si accenna a trappole di dubbio gusto e dal sapore vagamente moralistico, tipico dei partiti monocratici. Che si sia sbagliato qualcosa nel concepire la politica di oggi? La domanda è volutamente retorica…” conclude l’articolo.

Non si fa attendere, naturalmente, la replica dell’ex vicesindaco in quota Idv, Liana Barbati, ora consigliere regionale.

“Mauro Del Bue è politico di lunghissimo corso che è certamente esperto di vicende della prima ed anche della seconda repubblica, e probabilmente lo sarà anche della terza. Per questo sono sorprendenti le accuse che lancia contro l’Italia dei Valori e la sua neocollega di giunta nel Comune di Reggio, e lo sono ancora di più alla luce del fatto che il buon Del Bue scrive in un modo ma razzola in un altro – replica la Barbati – Ci domandiamo se Del Bue la pensava così quando nella scorsa legislatura alla Camera dei Deputati si fece eleggere segretario di presidenza in rappresentanza della microcomponente del gruppo misto che rappresentava, ovvero quello della Democrazia Cristiana-Nuovo Psi”.

“Finita anzitempo la legislatura, il povero del Bue ha dovuto fare di necessità virtù, passando al centrosinistra ed entrando nella giunta del Comune di Reggio come assessore in quota socialista senza che il suo partito si fosse presentato alle elezioni – conclude la Barbati – ‘Ai quanto sa di sale lo pane altrui’ direbbe Dante, noi più modestamente ci limitiamo a ricordare all’assessore Del Bue due semplici cose: prima di parlare degli altri pensi prima a se stesso. Secondo, e glielo dico da segretaria provinciale dell’Idv, se a Del Bue non va bene come è stata composta la giunta di cui è parte ne tragga le conseguenze e porti più rispetto al secondo partito del centrosinistra”.

http://reggio24ore.netribe.it/reggio24ore/Sezione.jsp?titolo=Vicesindaco%2C+Del+Bue+attacca+l%27Idv%3A+%27%27Una+corsa+di+aspiranti+senza+merito%27%27&idSezione=13732