Operazione DVD. I discorsi del coglione: E se facessimo qualcosa?

Qualche giorno fa ricordavo la bella iniziativa (in corso) del cosiddetto quotidiano “Libero” (come chiamare la Pravda L’Eco della libertà…) di regalare i DVD con i discorsi del Duce. Giusto lo sdegno e la tristezza. Ma se facessimo qualcosa di più che stare sempre a brontolare?

Proposta (con piccolo sacrificio economico) ai miei 25 amici e lettori:

Operazione DVD (defenestra volontariamente i dvd)

1. Acquistare copie di Libero con DVD (lo so è dura, molto dura, siete autorizzati a recarvi in edicola travestiti ed infilare le copie di Libero fra altre di stampa decorosa (Cronaca Vera, Bollente e Nuda, Contesse in calore, etc..).

2. Utilizzare Libero per quello che meglio ritenete (magari un recupero del costume dei nostri nonni in campagna?)

3. Prendere i DVD con i discorsi del coglione e farne l’uso migliore che la vostra fertile testolina saprà escogitare (sottobicchieri? segnalibri? lucenti pendant all’ingresso di casa? collanine?) fotografare la vostra opera d’arte ed inviarli a Fortezza Bastiani. Fra tutte le idee pervenute, a insindacabile giudizio del sottoscritto e dell’amico Drogo, saranno sorteggiati i seguenti premi:

1°premio: 1 copia di tutte le lettere di Filippi inviate alla stampa per lamentare la persecuzione dei “rossi”.

2° premio: 2 copie di tutte le lettere di Filippi inviate alla stampa per lamentare la persecuzione dei “rossi”.

3°premio: 3 copie di tutte le lettere di Filippi inviate alla stampa per lamentare la persecuzione dei “rossi”.

So che accorrerete numerosi all’appello! La prossima uscita di Libero (sfpd) è mercoledi 2 giugno: festeggiamo la Repubblica!

p.s. tanto per non confonderci le idee, ricordiamoci sempre che “il fascismo non è un’opinione, è un crimine!”

Pullman e moschetto (2)

Seguito delle esternazioni del “signor” Bismantour-ferretti. Sul “Carlino di Oggi” “Lettera di insulti, chiederò i danni”

La chiusura: Darò subito mandato al mio legale per la richiesta di danni derivanti da questa lettera. Se avrò una perdita di lavoro qualcuno dovrà pagare. E’ un comportamento ridicolo in quanto, anzichè pagarmi i danni del pullman che ho richiesto, me ne procura altri e forse ben più gravi. Uno che ti vuole imporre le proprie regole è come un musulmano che viene in Italia vuole staccare il crocefisso e cambiare il menù nelle scuole. Sono accuse veramente ridicole».

E su RedAcon http://redacon.radionova.it/ il “signore” prosegue con le sue elucubrazioni.

In sintesi  alcune osservazioni:

1. Esiste una legge che vieta l’apologia del fascismo. Ricordiamocene.

2. Il veicolo della Bismantour svolgeva un pubblico servizio. Sulla sua vettura personale il conducente può affiggere fasci, svastiche persino la foto di calderoli, salvo beccarsi una denuncia o, al minimo, fare la figura del cefalopenico, ma su un mezzo a disposizione del pubblico questo non è consentito, proprio per rispettare la tanto vantata “libertà” (di tutti, non solo la sua) di cui il prossimo presunto querelante si riempie la bocca.

3. E’ ora di finirla con il silenzio educato e ipocrita. Con il silenzio ci troveremo la montagna e la pianura piena di croci, crocette e  altri giochini macabri. Credo sia stato più che giusto sollevare la questione e adottare una “democratica intransigenza” su questa e altre questioni. Anche questa si chiama “manovalanza democratica”.


Pullman e moschetto…

In maggio Istoreco e il Comune di Cavriago portano una scolaresca delle locali scuole Medie in visita ai luoghi della Resistenza e delle stragi naziste e fasciste nella nostra provincia. Sul pullman in bella vista un’effigie del duce. La cosa viene segnalata dagli insegnanti increduli della scoperta. Istoreco comunica alla ditta Bismantour, proprietaria del mezzo, che nell’anno scolastico 2009-2010 interromperà la collaborazione dopo che, la stessa Ditta contattata sull’episodio, ha rifiutato non solo di togliere l’adesivo fascista in nome della “libertà di pensiero”, ma anche accusato Istoreco di voler imporre il proprio pensiero agli altri, concludendo che “lo zio Benito sta bene dove sta”.

La vicenda è emersa venerdì nel corso di un’affollata presentazione delle attività di Istoreco ai Sindaci e amministratori della montagna, svoltasi presso il Municipio di Castelnovo Monti.

Sulla stampa reggiana di oggi il seguito della vicenda con una sapida intervista al “signor” ferretti luca, titolare della Bismantour. L’intervista è di Matteo Incerti (Resto el Carlino, 27 ottobre)

D. Che cosa pensa di Mussolini? R: In Italia oggi c’è troppa libertà ci vorrebbe una persona come Mussolini per sistemare alcune cose. Il fascismo non ha fatto solo cose brutte, ma anche strade, scuole.

D. Quindi non le dispiacerebbe se ci fosse Mussolini al potere. R. Non ho detto che deve tornare Mussolini, ma se ci fosse qualcuno che comanda come Mussolini certe cose andrebbero meglio,visto come stanno andando adesso. Ci vorrebbe qualcuno con un po’ di polso per comandare.

D.Quindi non pensa di aver urtato la sensibilità di chi è stato vittima del fascismo? R. La sensibilità di chi? Di Studenti che sono saliti sul pullman ed hanno anche fatto danni, come ho comunicato? Mi hanno risposto che il pullman era già così. Se ci fosse uno come Mussolini gli dava quattro bastonate in testa..

Ogni commento è superfluo. Solo su una cosa si può essere d’accordo con il “signor” ferretti: “lo zio Benito” sta bene dove sta, con due metri di terra sopra…

L’odio puro della Lega (G.Caliceti)

Riporto integralmente l’intervento di oggi dell’amico Giuseppe Caliceti su “Reggio 24h”:
Berlusconi fa pena, ma anche la Lega. Che schifo. Adesso, dopo che il manifesto razzista girava da mesi per internet, diventato l’immagine di una pagina di Facebook, di un gruppo, a cui aderiscono, tra gli altri, Bossi e quel cervellone di suo figlio. Il testo:”Immigrati clandestini: torturali! E’ legittima difesa”.

Torturateli, capite? Siamo arrivati a questo. La pagina Facebook chiamata “Lega Nord Mirano”. E vi sono legati da “amicizia” oltre 400 persone.

Accanto a nomi tradizionali della mitologia del Carroccio come “Attila flagello di Dio” e “padano guerriero”, anche Umberto Bossi e suo figlio Renzo, ideatore del gioco “Rimbalza il clandestino” (poi tolto da Fb dopo la denuncia di Repubblica.it).

Ma come possibile che gente del genere ci governi? Lo chiedo anche ai leghisti reggiani. Ma come si fa? Nella sua intervista a FestaReggio il sindaco di Reggio Emilia ha affemato che tra i leghisti ci sono amministratori bravi e giovani. Non ne dubitiamo, ma come fanno a sopportare queste cose? Perchè non le trovano scandalose come tutti gli altri cittadini italiani? Forse non sono italiani? Forse non sono cittadini?

Tra i nomi del gruppetto di Facebook anche Enzo Erminio Boso, già parlamentare leghista. E il giovane Roberto Cota, capogruppo alla Camera.

Tante, poi, le strutture del partito amiche, tra cui i giovani padani di Pavia e il gruppo Lega Nord di Vicenza. Cosa diranno i leghisti? Che tra i loro sindaci c’è anche un uomo di colore? Possibile che non capiscano che non è questo il punto? Possibile che non capiscano che così fomentano gli istinti peggiori?

Walter Veltroni, che quando era segretario del Pd si poteva occupare di tante cose di cui pare si occupi quasi di più adesso, è intervenuto: “Stamattina aprendo Facebook ho visto un’email inviatami da un’amica di Brescia: la foto che la sezione di Mirano della Lega Nord. Io credo che questo sia inaccettabile. E’ contrario a ogni forma di civiltà, prima ancora che alla nostra storia e alla nostra tradizione di emigranti”. Veltroni ha perciò annunciato: “Chiederò al ministro degli Interni Maroni di adoperarsi perchè venga immediatamente cancellato”.

Lo mettiamo, lo cancelliamo. L’importante è che se ne parli. Ma poi? Possibile che per affermazioni così gravi non ci siano contromisure e punizioni severe come quelle invocate tante volte dalla stessa Lega? Questa “non Tolleranza Zero”, questa “Intolleranza Mille”. Questo odio allo stato puro.

Mi stupisco che in questa Italia nessuno abbia ancora fatto un partito pro pena di morte. Sappiamo che la maggioranza degli italiani è a favore. A rigor di logica potrebbe vincere le elezioni alla grande.

Questa è l’Italia

Artena è un ridente comune a 35 chilometri da Roma, 12.000 abitanti. Nel suo territorio c’è un ristorante rinomato. Si chiama “Il Federale”, posto il via Latina. La sua mail già ci mette in ambasce: duxxx20@vodafone.it. Federale, ma allora non si parla di federalismo! No, si parla proprio di quella roba là, sporca e nera.

Basta accedere al sito http://www.ristoranteilfederale.com/ per averne conferma. Nella homepage, a fianco di un aquila appollaiata sul fascio, spicca il pensiero “Vorrei soltanto che un giorno gli italiani sapessero ricordare che li ho soprattutto amati e che ogni mio atto o pensiero erano rivolti alla grandezza d’Italia” (B.Mussolini). Le foto dell’interessante esercizio commerciale confermano l’impressione: statue del romagnolo appeso, labari, lupe capitoline, cimeli, divise in orbace. Il vino che si serve è ovviamente vino “nero” e l’esercente, in camicia nera, si esibisce in discorsi del defunto cavaliere. Da racconti attendibili pare esista anche una sala-banchetti addobbata in stile III Reich, con svastiche e aquile nazi.

A 35 km da Roma. In un paese-il nostro- dove la tragedia diventa buffonata, la buffonata amnesia e l’amnesia la base per preparare la prossima tragedia.

Il problema Lega

Ci sono tutta una serie di luoghi comuni, di autodifese di un paese, che servono ad avere un po’ meno paura, a pensare che tutto alla fine si aggiusta, a credere che noi siamo diversi dal resto del mondo, o quasi. L’aver vissuto, per un ventennio una dittatura tra le peggiori in Europa, come il fascismo, ha portato un sacco di gente a pensare che non sarebbe mai più accaduto, che il nostro paese, con quella cultura per metà cattolica solidarista, e per metà comunista ed egualitaria si sarebbe salvato da guai peggiori. Per molto tempo funzionò così, e per molto tempo si è pensato che tutto quanto sembrava uscire da questi schemi non poteva essere altro che una bizzarria, una curiosità, un’eccentricità, persino un qualcosa di comico.
Ma purtroppo non è vero. Il fascismo non fu una parentesi, come voleva Benedetto Croce, il paese è sempre stato su un crinale, in bilico, e forse ha ragione chi dice che l’eccezione, o la parentesi, non fu il ventennio del fascismo, ma semmai i 50 anni successivi di prima Repubblica. Dunque che non siamo mai stati un paese con una vera autentica e solida cultura democratica e civile, ma siamo sempre stati un paese con tentazioni autoritarie, con una scarsissima consapevolezza dei diritti e dei doveri in un paese democratico.
Ora quello che accade attorno alla Lega Nord, è qualcosa che da troppo tempo viene sottovalutato. O al massimo ridicolizzato. Le ronde padane (e mica solo quelle di oggi), le dichiarazioni fuori luogo di ministri e dirigenti del Carroccio, la militanza razzista e xenofoba di buona parte dei leghisti minimizzata, come fosse un gioco innocuo, un qualcosa per far sfogare qualche basso istinto, e niente di più.
E invece la Lega è un partito pericoloso, dove il razzismo pesa seriamente, dove gli atteggiamenti xenofobi sono evidenti. L’assessore al territorio della Lega, alla Regione Lombardia, ieri ha detto: “È inammissibile che anche in alcune zone di Milano ci siano veri e propri assembramenti di cittadini stranieri che sostano nei giardini pubblici, a ogni ora del giorno e della notte, come avviene per esempio ormai da qualche giorno in piazza Oberdan”.
Dunque gli stranieri neppure più ai parchetti potrebbero stare. E smettiamola di sorridere a queste uscite, quasi fossero sciocchezze di gente incapace di intendere e di volere. Cominciamo con il dire seriamente, che esiste un problema, su cui non è più lecito scherzare. Il problema di un potente partito, un potente movimento, capace di influenzare il Governo in modo deterninante, e assolutamente incivile, razzista, e con una forte tendenza autoritaria. Che fare?

Roberto Cotroneo

http://www.unita.it/rubriche/cotroneo

Simboli

I simboli sono importanti, le idee si sostanziano di simboli, l’uomo è attirato da simboli e da essi viene indirizzato verso un percorso ideale o un altro. Attraverso i simboli entriamo in contatto con il mondo che ci circonda, usiamo simboli per esprimerci.

I corpi dei criminali nazisti condannati e impiccati a Norimberga furono cremati e le loro ceneri sparse nel Mare del Nord. Quando i sovietici conquistarono Berlino, rasero al suolo il mausoleo di Reinhardt Heydrich, ne cremarono i resti e ne dispersero le ceneri. Pochi anni fa furono ritrovate a Berlino le ossa di Martin Bormann, il delfino di Hitler, lo si credeva riparato in Brasile mentre invece era morto fuggendo all’ultimo istante dal bunker della Cancelleria. Chiamato a ritirare le spoglie il figlio le rifiutò. Lo Stato tedesco cremò le ossa e sparse le ceneri fuori dalle acque territoriali tedesche. Fuori. Perchè non ci fossero equivoci. In Germania.

Noi, in Italia, ogni domenica possiamo andare a Predappio a visitare, nella tomba di famiglia, le spoglie del cav.Benito Mussolini. Usciti dalla mesta visita, possiamo acquistare su una delle numerose bancarelle spille, distintivi, busti, magliette rappresentanti il caro estinto. Non è apologia di fascismo. E’ pietà per un defunto.

Germania. Italia. E dire che qualche bello spirito ci racconta che qui da noi ha vinto l’antifascismo….

Fascisti erano…

Un signore un giorno si portò a casa un elefante, ma con gli amici non voleva ammetterlo: “Sì è grigio, sì ha la proboscide, sì pesa 3 tonnellate, sì mi sta distruggendo il tinello…ma non è un elefante, è un post-elefante…”.

Dopo anni in cui solerti esponenti anche della sinistra si sono arrovellati sulle definizioni, hanno fatto finta-di, si sono appassionati all’esperienza esistenziale dei “ragazzi di Salò”, possiamo dirlo? Sì, erano fascisti e sono fascisti. Della più bella acqua (Fiuggi), tali erano e tali restano. E lo dice una persona che si è preso le rampogne di tanti perchè, all’epoca e come era giusto, aveva “sospeso il giudizio”, uno che voleva vedere se si poteva diventare un paese europeo dove la parola”fascismo” non entra neppure nel lessico quotidiano, figurarsi in quello politico. Uno che, per esperienza di studi, il fascismo (quello storico) lo conosce bene e lo riconosce altrettanto bene.

No, purtroppo la scommessa è stata persa. Fascisti erano e fascisti sono, a Reggio come altrove. Purtroppo, perchè non fa piacere doverlo dire. Non fa piacere dovere accettare che il proprio paese regredisca ogni giorno anzichè crescere. Non fa piacere. Ma fare ancora finta sarebbe disonesto, oltre che suicida. Dobbiamo sapere che abbiamo un elefante in casa, prima che il simpatico animaletto rada al suolo quello che ancora rimane della nostra già bella Italia.

p.s. per qualche bella immagine basta vedere (http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/neofascisti/neofascisti/neofascisti.html) articolo relativo al saggio “Bande nere” di Paolo Berizzi.

Ricordiamocelo

Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente con il timore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti. (Primo Levi, “Corriere della Sera”, 8 maggio 1974)

Aiutiamoli a vergognarsi

AIUTIAMOLI A VERGOGNARSI

Le belle famiglie italiane
La Giunta di destra di Brescia stanzia fondi per ogni neonato purchè abbia almeno un genitore italiano. Il Segretario regionale di Fiamma Tricolore della Basilicata, tale Mancusi, propone di elargire 1500 euro per ogni bambino o bambina che verrà battezzato con il nome di Benito/Rachele

“Per Mancusi questo è anche un modo per “onorare le radici profonde del partito” di cui è segretario regionale: “Noi rappresentiamo la destra vera, e non dimentichiamo la storia”. Definisce i nomi “simpatici”, e ci tiene a prendere le distanze da quanti hanno rinnegato il loro passato, Gianni Alemanno incluso: “Prima ha detto che il fascismo non era da tutto condannare, poi ha fatto marcia indietro. Ovviamente non sono d’accordo, perché sono tra quanti, a Fiuggi, dopo la vergognosa svolta di Gianfranco Fini, se ne andarono da quella carognata”.
Mancusi non ha problemi a sottolineare che “il fascismo non è tutto da condannare” e che, anzi, ha fatto “anche” del bene all’Italia: “Penso al nostro patrimonio urbanistico, tutto merito di quel periodo storico”.
(http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/politica/msi-benito-rachele/msi-benito-rachele/msi-benito-rachele.html)

Allora visto che loro, a Brescia come in Basilicata, da soli non ce la fanno, apriamo questo servizio di utilità sociale “AIUTIAMOLI A VERGOGNARSI”, riprendendo una ben nota e meritoria rubrica degli anni novanta sul mai dimenticato “Cuore”.
VERGOGNATEVI!