Un saluto a un amico

2010-07-21-Kodachrome.jpgOgni giorno ci porta via qualcosa e, da un certo punto della vita in poi, non ci regala più nulla. Così va la vita, direbbe Vonnegut. Anche questo fine anno porta via un amico, il Kodachrome. La pellicola a colori Kodak, nata nel 1935 e defunta, con la chiusura dell’ultimo laboratorio, ieri. Libero campo alla sana, pura, dolce nostalgia: nostalgia di tempi in cui scattavi un rullino e sapevi com’era quindici giorni dopo, perchè il Kodachrome non era come l’Ektachrome che i laboratori lo trattavano anche a Bagnolo, no, il Kodachrome, anche negli anni ottanta, era un’altra cosa: si spediva “alla Kodak”, ti diceva il vecchio Artioli, e aspettavi. Altro che schermo da 2,5 pollici e scheda di memoria. La diapositiva era una cosa seria, non le pippette che scattiamo a raffica oggi, “tanto non costa nulla”. Ho accumulato, ormai, qualche migliaio di file digitali che so, per certo, andranno tutti persi. Anzi, sono già persi, chiusi in un hard disk, nessuno cui farli vedere. Ho Kodachrome del 1972 (ricordo ancora le prime scattate sul castello di Carpineti in una tersa giornata d’inverno) perfette, la loro cornicetta di cartone che fa tanto buon tempo andato (o vintage come dicono i coglioni di oggi). E quasi ricordo ogni scatto, perchè il Kodachrome costava caro, ma solo pochi scampati possono ricordare la qualità di immagine di un 25 asa, la saturazione dei colori, il perfetto connubio con le ottiche Nikkor (quelle vere, con la forcellina, tutto di solido metallo e vetro pregiato). Una foto allora aveva un senso diverso, era un modo per ricordare ma, soprattutto, per comunicare. Oggi, per dirla con Eduardo “avrei tante cose da dire ma nessuno le ascolta”, o forse è solo la presunzione di avere, davvero, qualcosa da dire di interessante che mi gioca un brutto tiro.

Ormai è scomparso un mondo, quello della fotografia su pellicola, mi tengo le mie Nikon nell’armadio, le mie rarità che non valgono più nulla (a chi interessa oggi una 6×4,5?). Facciamo finta che il digitale sia meglio, e forse lo è, ma chissenefrega! Si guadagna tempo, e poi? Siamo più furbi, abbiamo più speranze?

.Le finestre
Ogni giorno una finestra si apre
davanti ai nostri occhi troppo miopi
per capire,
una finestra come una speranza,
un’altra possibilità,
oltre lo specchio
che ha riflesso la solita immagine
un istante prima.
E domani uscirà il sole,
e fuori strade coperte di altre parole
e vite fuggenti e pietose
a  cercare un’altra sera.
Noi, come siamo vissuti,
ancora gli stessi,
solo con meno strada davanti
e meno finestre da aprire.

Minuzie di fine anno

angelo-bagnasco.jpgMILANO – I vescovi chiedono una «nuova generazione di cattolici in politica». L’appello proviene dalla voce italiana più autorevole, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), in un’intervista alla Radio Vaticana. «Più volte la Chiesa esorta i cattolici all’impegno in politica. Ma come può avvenire ciò se, come accade, la nomina dei parlamentari è saldamente in mano alle segreterie dei partiti? Il nostro appello di vescovi ad una nuova generazione di politici cattolici, non è un atto di disistima o ingratitudine verso quei cattolici che già ora, da tempo, sono impegnati in politica», precisa il cardinale. «Verso di loro semmai c’è l’incoraggiamento e l’invito a essere sempre di più e sempre meglio una presenza incisiva, efficace, per il bene di tutti». (http://www.corriere.it/politica/10_dicembre_30/bagnasco-politici-cattolici_21c78438-141e-11e0-96ea-00144f02aabc.shtml)

Bene, ci vuole una nuova generazione di cattolici in politica. Ma i cardinali sono cattolici? In caso affermativo (cosa non sempre così lampante) l’invito per loro non vale? Dobbiamo tenerci il card.Bagnasco, già-in qualità di ordinario militare-generale di Corpo d’Armata del nostro esercito (come testimoniano le stellette sulla tonaca)? O siamo al solito “armiamoci e partite”? Orsù, date il buon esempio: che dite, una parrocchia in una favela, non sarebbe un bel modo di finire una carriera?


larussa.jpgSi attende la notizia sulla estradizione (o no) di Cesare Battisti (ma non l’avevano già impiccato gli austriaci?), le reazioni, in caso di rifiuto brasiliano, sono state sdegnate: “Anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa, interviene duramente: in un’intervista al Corriere della Sera, si dice pronto ad appoggiare iniziative di boicottaggio contro il Brasile se verrà negata l’estradizione a Battisti, ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato in Italia per quattro omicidi avvenuti negli anni ’70: “Nessuno pensi che il ‘no’ all’estradizione di Battisti sia senza conseguenze”, avverte. Un ‘no’ di Lula, continua, sarebbe ”una grande ferita nei rapporti bilaterali”, ma anche ”un atto di grande mancanza di coraggio, perché lui se ne va, ma il Brasile resta”.

Caro Ignazio, se non ci ridanno C.B. cosa facciamo? Dichiarate guerra al Brasile? Lo boicottate? Cioè? Non salutate più Felipe Massa, non caricate più in auto blu i trans? Attendiamo fiduciosi notizie…

leghista.jpgPovero Vendola. Agguato nel centro storico di Terlizzi, alle porte di Bari. Il governatore svegliato di colpo e molestato. Sono intervenuti i carabinieri di Molfetta che hanno sorpreso i militanti del centrodestra. Un fascicolo per fare luce sulla matrice politica dell’episodio. I giovani Pdl parlano di goliardata, ma colpisce la dichiarazione-choc di un consigliere provinciale della Lega: “”Ho appena sentito al telegiornale che Nichi Vendola è stato svegliato nel cuore della notte da alcuni manifestanti del Pdl ed è caduto dalle scale. Purtroppo non ha avuto danni permanenti”. Questo il commento del consigliere provinciale di Varese, Marco Pinti, andato in onda su Radio Padania e catturato da Daniele Sensi sul suo blog”(http://bari.repubblica.it/cronaca/2010/12/30/news/raid_nella_notte_a_casa_di_vendola_identificato_gruppo_di_giovani_del_pdl-10707891/?ref=HREC1-5)

Sdegno per quanto dice Radio Padania. Purtroppo il grande Faber si è sbagliato “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior..”. Sì, fior, di canaglie in camicia verde.

La stupidità della sinistra (P.Flores d’arcais)

s19-berlusconi-moldavien-540x304.jpgda Die Zeit, 21 novembre 2010

Le spiegazioni semplici sono spesso le meno affascinanti. Per questo non fanno audience, e dunque non sono gradite. Ecco perché, quando si parla del successo di Berlusconi, della sua ascesa irresistibile, del suo potere ancora straripante malgrado un rosario di scandali che avrebbe distrutto dieci presidenti americani, tutti si interrogano sul suo carisma mediatico, sulla sua sintonia con l’animo anarchico-conservatore dell’Italia profonda, sugli interessi “strutturali” e il blocco sociale che rappresenta. Nessuno che prenda in considerazione la spiegazione più semplice, malgrado sia anche empiricamente verificabile: la forza di Berlusconi, TUTTA la sua forza, consiste solo nella debolezza della sinistra e negli errori dei suoi dirigenti. Troppo banale? Valga il vero.

Berlusconi ha vinto tre volte, ma è stato sconfitto due volte, e avrebbe potuto esserlo anche la prima. Siamo nel 1994, da due anni è esplosa l’inchiesta “mani pulite”, che ha coinvolto l’intera classe dirigente di governo (Dc e Psi, che con Craxi si stava trasformando in un partito di destra populista). Anche l’ex-Pci è toccato dalle indagini, ma perifericamente, non nel suo gruppo dirigente nazionale. Dunque, è l’unico partito sopravvissuto all’inchiesta giudiziaria. Berlusconi ha fondato “Forza Italia” proprio per raccogliere gli elettori orfani di Dc e Psi, e dialoga apertamente con gli ex-fascisti di “Alleanza nazionale” (non si dimentichi che solo due anni prima Gianfranco Fini aveva organizzato grandi celebrazioni per il 70° della “marcia su Roma” di Mussolini).

La sinistra ha tutti i pronostici favorevoli. Basta che scelga un candidato premier che venga dalla società civile, anziché dal mondo dei partiti (la cui popolarità, dopo “mani pulite”, è ai minimi storici). Ma il segretario del Pds, Achille Occhetto, in uno slancio di narcisismo (e di stupidità) pretende di essere il candidato, e parla del suo partito come di una “gioiosa macchina da guerra”. A gioire sarà invece Berlusconi. Occhetto è stato pur sempre l’ultimo segretario del Partito comunista, e una campagna elettorale tutta giocata sull’anticomunismo, ancora tradizionalmente maggioritario nel paese, e sul candidato “imprenditore” contro i politici di mestiere incorona Berlusconi.

Otto mesi dopo il suo governo è già in crisi, per il conflitto con la Lega di Bossi (che comincia a chiamare Berlusconi “Berluskaz”, con un’assonanza di pesantissima volgarità, e ad accusarlo di frequentazioni mafiose). Dopo la parentesi di un “governo tecnico”, nel 1996 si torna alle urne. Questa volta alla sinistra basta candidare un professore, un economista cattolico “progressista”, Romano Prodi, per vincere con facilità. Si ha la conferma empirica di quanto ogni analista lucido poteva prevedere: l’ “anti-politica” sarà ancora a lungo, per un’intera fase storica, il luogo strategico per ogni vittoria elettorale. In realtà non si tratta di anti-politica nel senso tradizionale di “qualunquismo” (poujadismo, ecc.). Al contrario, si tratta di ostilità sempre più radicale (e più che giustificata) alla degenerazione partitocratica della democrazia, ad apparati burocrati divenuti autoreferenziali e corrotti. Qualche anno dopo, per indicarli, un libro di successo straordinario farà entrare nell’uso comune la parola “Casta”. Chi riesce a presentarsi estraneo alla Casta vince.

Dopo la vittoria di Prodi tutti i giornali dell’epoca danno Berlusconi come finito. Sul piano politico, tanto che si fanno i nomi di chi lo sostituirà come leader del centro-destra. Sul piano imprenditoriale, poiché ci si domanda quando andrà in fallimento la sua impresa multimediale schiacciata dai debiti (“quando”, non “se”: e si ritiene il momento vicinissimo). Sul piano personale, poiché è convinzione generalizzata che data la mole (e la serietà) delle inchieste penali che lo riguardano presto arriverà un mandato di cattura.

In questa situazione, per chiudere definitivamente con Berlusconi, basterebbe che il centro-sinistra non facesse nulla. E invece fa. Non quello che ha promesso agli elettori (proseguire con mezzi politici l’opera anticorruzione avviata da “mani pulite”, stabilire una legge sul “conflitto d’interessi”, combattere il monopolio televisivo) ma esattamente l’opposto. A un Berlusconi finito, il nuovo segretario dell’ex-Pci, Massimo D’Alema, propone la partnership di “rifondatori” della Costituzione. Riscrivere insieme la Carta fondamentale, benché sia una delle migliori del mondo.

Berlusconi, da politico e imprenditore e cittadino finito, diventa “Padre della patria” per investitura del maggior partito della maggioranza, l’ex-Pci. Ovvie le conseguenze: la sua leadership sul centro-destra torna incontrastata, le banche aprono il rubinetto del credito, una politica bipartisan contro l’autonomia dei magistrati salva Berlusconi dalla galera.
Risultato prevedibilissimo: nel 2001 Berlusconi, risorto grazie a D’Alema, vince le elezioni. A Prodi viene dato il contentino della Commissione europea. D’Alema era convinto che Berlusconi fosse il migliore leader della destra dal punto di vista della sinistra, perché “il più debole”. Per ragioni misteriose i commentatori (anche stranieri) continuano a descrivere D’Alema come “molto intelligente”. Infatti, all’opposizione, non fa praticamente nulla. Al punto che nel 2002 nasce spontanea una opposizione nella società civile (la stagione dei cosiddetti “girotondi”, animata da Nanni Moretti, Pancho Pardi e da chi scrive, che culmina in una manifestazione completamente “autogestita” con oltre un milione di partecipanti): contro Berlusconi ma anche contro una “opposizione che non c’è”.

Tuttavia le doti governative di Berlusconi sono talmente deludenti che a due mesi dalla scadenza elettorale del 2006 i sondaggi danno Prodi (è di nuovo lui il candidato del centro-sinistra) in vantaggio di venti punti. Incolmabile, si direbbe. Di nuovo, basterebbe non fare nulla. I dirigenti del centro-sinistra invece fanno tutti gli errori possibili, moltiplicano le offerte di dialogo con Berlusconi, attaccano i movimenti della società civile come “giustizialisti”. Il risultato che esce dalla urne sarà così di sostanziale parità. Ma dato il sistema elettorale (voluto da Berlusconi!) il centro-sinistra ha alla Camera un vantaggio netto di una cinquantina di seggi. Lo avrebbe anche al Senato, se avesse accettato l’appoggio delle “Liste civiche regionali”, ma lo ha rifiutato: vincere con il sostegno di qualche “indipendente” è considerata una minaccia per il proprio “monopolio” partitocratico dai D’Alema e dai Veltroni. Che invece sollecitano l’alleanza di ex-alleati di Berlusconi, e a uno di loro (Clemente Mastella, ex boss democristiano della Campania) affidano addirittura il ministero della giustizia! Sarà proprio Mastella, inquisito per gravi episodi di malcostume, a far cadere il governo Prodi. Si torna alle urne. E torna Berlusconi.

Oggi siamo allo stesso punto: l’esplodere di mille scandali fa precipitare il governo Berlusconi nei sondaggi, ma il Partito democratico non guadagna nulla, anzi. Facesse un’opposizione vera, senza sconti, assumesse la “questione morale” come propria bandiera e la “Casta” come proprio nemico, stravincerebbe. La stupidità dei suoi dirigenti lo impedisce. O forse, sono ormai parte della “Casta” anche loro.

Sogno di una notte (buia) d’inverno

2040192894.jpgOggi è il solstizio d’inverno, non solum sed etiam è la notte più buia da qualche millennio, visto che ci sarà un’eclissi di luna. In tanto buio si dorme bene e magari fa anche qualche sogno…

Roma, 22 dicembre a.D.2010: tutto sembrava essere cominciato come sempre. Giovani a folla per le vie del centro, striscioni colorati, passamontagna, sciarpe colorate, slogan contro l’Enterogelmina. A fronteggiarli, in assetto antisommossa (e se fosse stata una rivolta, cosa si mettevano addosso, direttamente un blindato?), qualche centinaio di poliziotti.

Pare che tutto sia cominciato all’angolo di Via del Corso, quando un ragazzo, tale A.P., anni 20 e un agente, tale P.A. anni 26 si sono ritrovati, lui tolto il passamontagna e lui casco a visiera, a fumarsi una sigaretta. Pare che il dialogo sia stato:

Raga: “Tu cazzo fai qua a picchiare noi? Chi sei?

Pullo: “Sono qui per 1250 euro al mese e manco abbiamo la benzina per le auto. E tu che cazzo fai, anzichè studiare?”

Raga: “L’anno prossimo mi laureo, ma son figlio di nessuno e non avrò mai un posto…”

Raga/Pullo: “Ma che cazzo stiamo a darci mazzate?”

Testimoni oculari riferiscono che i due, finita la sigaretta, siano tornati nei rispettivi schieramenti a parlottare con i rispettivi sodali. Circa 15 minuti dopo si è presentata una scena ancora non spiegata dalle compettenti autorità. Gli schieramenti infatti, anzichè confliggere come previsto e sperato, si sono mescolati, caschi a visiera sono stati scambiati con passamontagna (tengono anche più caldo) e la sfilata ha preso la direzione del Palazzo del Viminale, sede del Ministero degli Interni. Qui, alcuni agenti, hanno svolto il loro compito e hanno proceduto al fermo del pregiudicato Marroni Roberto che  è stato fatto scendere in strada e poi, a suon di calcinculo, invitato ad aprire il corteo. Scena analoga si è svolta in alcune sedi istituzionali: sono stati invitati a calcinculo il poco on.Gasparri e ignaziolarissa. Il corteo che, fonti concordi della Questura e del movimento hanno stimato in 100.000 persone, ha percorso festoso le vie del centro, senza alcun incidente.

L’unico atto riprovevole è stato copiuto nei confronti dell’on.Capezzone. Individuato, è stato cosparso di pece e piume. Atto riprovevole per le piume strappate a piccioni di passaggio (243).

Verso le ore 18 i cortei si sono disciolti. I malcapitati Marroni, Gasparri e Larrussa sono ricorsi alle cure del chirurgo plastico del premier per l’impianto di nuove e più moderne chiappe in silicone (lavabili e ancor più somiglianti ai rispettivi visi).

Quisquilie prenatalizie

Piccoli pensieri e interrogativi di inizio settimana (di Natale):

fassino_gollum.jpgA Torino si candida Piero Fassino per la carica di sindaco. Bene. Bravo. Peccato che Massimo D’Azeglio e Bettino Ricasoli siano defunti, altrimenti perchè non candidare anche loro? In fondo Fassino era già all’opera nel 1991 per far entrare il Pds nell’Internazionale socialista. Nel 1991 in Germania c’era Kohl, in Francia Mitterand, negli USA George Bush (padre). Tutti passati alla storia e noi ci teniamo ancora Fassino…A’ ridatece D’Azeglio!

p.s. Fassino è quello che nel 2009 rivalutò l’altro Bettino, quello galeotto contumace, definendolo “capro espiatorio”…

bertone.jpgAl Senato si tiene il concerto di Natale. Solisti veneti e Bocelli (che è un po’ il cugino di campagna di Pavarotti). Presenta Pippobaudo. Bene. Bravi. Intervengono (dice il solerte speaker) “le massime cariche dello Stato”, Napolitano e signora, Skifani e signora, Fini e “compagna” (chissà se il gianfranco pupillo di Almirante immaginava che un giorno si sarebbe presentato in pubblico con una “compagna”..) e il Cardinale di Stato Bertone. Ohh, finalmente, era ora. Adesso sappiamo che il Primo Ministro del Vaticano è un autorità dello Stato Italiano. Ekkè, ci voleva tanto a dirlo?

p.s. Bertone è quello che considera collegate pedofilia e omosessualità .

Dialogo

giudizio_miche_p.jpgG.: “Cara Signora, le stagioni non sono più quelle d’una volta..”

J: “Sapesse! Mia cugina ha comprato una libbra di manzo a un prezzo…”

G.:“Del resto, cosa vuole, anche la moda è diventata così volgare…”

J.: “L’anno scorso l’abito andava lungo, ora siamo alla caviglia, chissà dove finiremo…”

G.: “Anche i viaggi, a essere sinceri, ormai hanno perso quel loro fascino, tutto è così veloce, non si fa in tempo a partire e, tac, si è già arrivati…”

J.: “La mia Winnie ha fatto gli orecchioni..”

G.: “Il mio Billy ha avuto finalmente la bicicletta nuova…”

J.: “Ma sento freddo, in questa nebbia tutto si confonde, forse è meglio rientrare…”

G.: “Nessun problema, la rotta è sicura, verranno tempi migliori…”

 

(Dialogo fra Gwenda McAlistair e Jeffrey B.Patterson, ponte di I classe, Transatlantico Titanic, domenica 14 aprile 1912, ore 23:38)

Non è il freddo che fa freddo

gelo.jpgNon è il freddo che fa freddo. Preferisco il gelo alla calura, il gelo è serio, onesto. Dal gelo ti difendi, ti copri. Con il caldo hai poco da fare, salvo fuggire in montagna o tuffarti in piscina. Non è il freddo che fa freddo, è tutto quello che ti si agita intorno. Se n’è andato Blake Edwards, autore di opere indmenticabili, di film-salvavita (come “Operazione sottoveste”). Blake se n’è andato dopo Monicelli. Restano i Vanzina e Castellitto. Tempi duri.

Non è il freddo che fa freddo. Faccio sempre più fatica a leggere il giornale e trovarci le belle esternazioni di Bertone che auspica che i governanti italiani garantiscano “giustizia, pacifica convivenza e speranza nel futuro”. E Bagnasco parla di governabilità. Sono cattolico, praticante ma sono sempre più in affanno. Questi signori non mi rappresentano e basta. Mi chiedo: perchè uno Stato estero come il Vaticano deve venire a dire a me, cittadino italiano, che governo avere o con chi accoppiarmi o no? Perchè devo stare ad ascoltare maschi anziani, vestiti da donna, che-presumibilmente celibi-mi spiegano come vivere in famiglia, come vivere e/o morire? Perchè? Qualcuno me lo spiega?

A Roma scontri di piazza. Orrore, vergogna, riprovazione, indignazione. Bene, bravi. I solitidelinquentiblackblocestremisti. Ma se qualcuno avesse guardato bene i video alzando lo sguardo si sarebbe accorto della folla che seppur non partecipando attivamente era lì e guardava. Se urli e protesti per due mesi, se sali sui tetti e nessuno ti defeca, magari ti girano i cabasisi? E prendersela con bancomat, telecamere, auto di lusso è deprecabile. Uhh, com’è deprecabile. Signora mia che roba, viene la rivoluzione e non ho niente da mettere! Chissà come finirà.

 

Piranha in camicia neroverde..

piranha-3d.jpgUna volta si parlava di “vento del nord”, quel desiderio di un’Italia migliore portato dai partigiani dopo la Liberazione al governo del paese. Poi, lo sappiamo, quel vento arrivò sì e no fino ad Orvieto-Orte e Roma rimase tranquilla com’era sempre stata.

Poi passarono i democristi (sì, perchè oggi di fronte all’orrore quotidiano dell’Impero marron-azzurro quasi rimpiangiamo quel sistema di (sotto) governo), dimenticandoci che proprio da lì viene il disfacimento morale ed etico di questo inizio di millennio. I democristi rubavano alla grande ma il ruttino di fine pranzo lo facevano in bagno. Per loro contava la comunione dei santi: vieni ce n’è anche per te…Questi qua prima ruttano e poi mangiano, loro e congiunti. Ma è il sistema che conta.

Ed il sistema è tanto forte e l’uomo tanto debole che anche i nuovi arrivati, quelli che si erano presentati come il cavaliere bianco, stile Dash, ce li ritroviamo anche loro nel guano e nella fanga fino alle ascelle. Alemanno ha piazzato cubiste, ex terroristi neri, amici, congiunti. Pare che il suo cane non sia stato assunto come autista all’ATAC solo perchè non arrivava ai pedali.

E i leghisti (scusate la parolaccia)? Quello che si sta rivelando come un vero partito nazi-popo-affaristico? Nella “Roma ladrona” si sono inseriti alla grande come nelle banche del nord, tanto, come noto, la moralità per un banchiere è come lo slip per una escort, prima te la togli e meglio è. Fame, fame e fame. Perchè lo spirito già è debole, figuriamoci poi la carne…

E io che mi lamentavo del PD!

1.

bersani_dalema.jpgE io che mi lamentavo del PD! Che non si desse da fare per fare nuovi iscritti! Leggo la seguente notizia:

“Massimo D’Alema sarà ospite della cena di finanziamento e apertura della campagna di tesseramento 2011 organizzata dal’Unione Provinciale del Pd di Reggio per venerdì 10 dicembre (ore 20) al Salone delle Feste di Correggio, in via Fazzano. L’appuntamento, parte della Festa dei diritti e della solidarietà, sarà presieduta da Roberto Ferrari, segretario provinciale Pd.”

Magnifico! Sublime! Come invitare il Conte Dracula alla festa dell’AVIS! Speriamo che sia predisposto un adeguato servizio d’ordine per disciplinare le folle che accorreranno. D’Alema, l’Aureliano Buendia di Gallipoli (quello che fece 333 rivoluzioni e congiure e le perse tutte, salvo due: far fuori Prodi e risuscitare il vecchio satiro…), che meraviglia…

(nella foto: D’Alema spiega a Bersani la sua ultima idea per conquistare il mondo)

2.

Matteo Renzi alla Ruota della Fortuna.jpg“Il nuovo che avanza…se avanza, buttiamolo via!” Diceva Lella Costa. Vogliamo parlare del buon Renzi? Il “rottamatore”, il nuovo che non solo avanza ma va a parlare col vecchio satiro. Parla di gnocca? Di feste, di nipoti varie? No. Parla di questioni ufficiali e urgenti: pattume. Bene. Giusto. Ma la prossima volta vada a Palazzo Chigi, se ci va come Sindaco di Firenze. Se va ad Arcore vuol dire che ci va come privato cittadino, a parlare di gnocca, di feste, etc…Appunto. “Io vado oltre le ideologie”, dice il Renzi. “Vado dove mi chiamano”. Attenzione, lo dicevano anche la Patty, Debby, Cinzia e Katiuscia, proprio quando andavano ad Arcore. O no?

(nella foto: Mike spiega a Renzi il decalogo del sindaco perfetto)

E’ vero c’è un complotto!

Parti_principe.jpgDiciamolo chiaro e forte: per una volta dobbiamo essere d’accordo con il povero vecchio satiro plastificato. C’è un complotto contro di lui, povera stellina! E che complotto! Wikileaks ce l’ha detto a chiare lettere e la stampa l’ha riportato: “Berlusconi rovinato dai Parti!”. Sì avete capito bene, proprio i Parti, quel popolo infido e violento che già fece la festa ad un altro specchiato galantuomo come Marco Licinio Crasso, ucciso da quelle belve nel 53 a.C.. I secoli sono passati eppure loro, i Parti, che noi pensavamo spariti nel gorgo della storia, ora riemergono, belluini e criminali come è nella loro natura e colpiscono un altro specchiato galantuomo italico! Quando la finiranno? Fino a quando sopporteremo? Quousque tandem? Attendiamo notizie più precise per scatenare un attacco di precisione chirurgica, condotto magari da Ignazio LaRissa. E poi, un complotto così, può essere stato pensato solo da gentaglia come i Parti? Voci di corridoio, o di lupanare, sussurrano che dietro ci siano anche i Medi, gli Elamiti, persino i Traci (e i Gomorrei no?)! Vogliamo la verità e in un colpo solo vendicheremo Crasso e spezzeremo le reni alla Partia, o Parzia, insomma quella cosa lì! Popolo italico alle armi!