E io che mi lamentavo del PD!

1.

bersani_dalema.jpgE io che mi lamentavo del PD! Che non si desse da fare per fare nuovi iscritti! Leggo la seguente notizia:

“Massimo D’Alema sarà ospite della cena di finanziamento e apertura della campagna di tesseramento 2011 organizzata dal’Unione Provinciale del Pd di Reggio per venerdì 10 dicembre (ore 20) al Salone delle Feste di Correggio, in via Fazzano. L’appuntamento, parte della Festa dei diritti e della solidarietà, sarà presieduta da Roberto Ferrari, segretario provinciale Pd.”

Magnifico! Sublime! Come invitare il Conte Dracula alla festa dell’AVIS! Speriamo che sia predisposto un adeguato servizio d’ordine per disciplinare le folle che accorreranno. D’Alema, l’Aureliano Buendia di Gallipoli (quello che fece 333 rivoluzioni e congiure e le perse tutte, salvo due: far fuori Prodi e risuscitare il vecchio satiro…), che meraviglia…

(nella foto: D’Alema spiega a Bersani la sua ultima idea per conquistare il mondo)

2.

Matteo Renzi alla Ruota della Fortuna.jpg“Il nuovo che avanza…se avanza, buttiamolo via!” Diceva Lella Costa. Vogliamo parlare del buon Renzi? Il “rottamatore”, il nuovo che non solo avanza ma va a parlare col vecchio satiro. Parla di gnocca? Di feste, di nipoti varie? No. Parla di questioni ufficiali e urgenti: pattume. Bene. Giusto. Ma la prossima volta vada a Palazzo Chigi, se ci va come Sindaco di Firenze. Se va ad Arcore vuol dire che ci va come privato cittadino, a parlare di gnocca, di feste, etc…Appunto. “Io vado oltre le ideologie”, dice il Renzi. “Vado dove mi chiamano”. Attenzione, lo dicevano anche la Patty, Debby, Cinzia e Katiuscia, proprio quando andavano ad Arcore. O no?

(nella foto: Mike spiega a Renzi il decalogo del sindaco perfetto)

La libertà dei servi (M.Travaglio)

C’ è vita nel Pd ora che il Pdl scoppia? Nemmeno i rilevatori più sensibili, quelli in grado di captare il battito d’ali delle farfalle, riescono a cogliervi minime tracce di attività vitale. Anzi, più si sentono parlare i cosiddetti leader di quella che dovrebbe essere l’alternativa al regime che frana, più si capisce che non hanno nulla da dire. Quando sono proprio al massimo dell’attività cerebrale non riescono ad architettare che governicchi tecnici, istituzionali, balneari, ammucchiatine ribaltoniste buone solo a evitare ciò che più di ogni altra cosa li terrorizza: le elezioni, anzi gli elettori. Abituati a far politica a tavolino, a prescindere dalla gente, non riescono nemmeno a immaginare qualcosa di decente che convinca gli italiani a votarli. Soggiogati dall’incantesimo berlusconiano, non trovano parole che non siano già state confiscate da B. o che non provengano dal Jurassic Park della Prima Repubblica. Basta leggere l’intervista a Repubblica di quello che dovrebbe essere l’homo novus del Pd, Sergio Chiamparino, che ha 62 anni e s’iscrisse al Pci nel 1970. Il tenero virgulto ha un’idea davvero fulminante: “Ci vuole un congresso per dettare la nostra agenda”. Roba arrapante: già immaginiamo milioni di elettori elettrizzati che si accalcano alle porte transennate del congresso, ansiosi di visionare “la nostra agenda”. Nazareno Gabrielli? O Buffetti? O Vagnino? Pelle o similpelle? Saranno previste agendine tascabili per i minori? E non è finita: “Si individuino – intima il virgulto – quattro problemi per avanzare proposte alternative forti”. Anzi tre: “Il federalismo; le relazioni tra imprese e sindacati; il fisco”. La prima parola d’ordine è già occupata da Bossi, la terza da B. e sulla seconda è meglio stendere un velo pietoso, visto che i Chiamparini fino al mese scorso erano innamorati persi di Marchionne, poi hanno scoperto chi è. L’idea di parlare di legalità non li sfiora neppure, anche perché metterebbe in fuga metà del partito, infatti quella bandiera se l’è fregata Fini. Per capire qualcosa in questo manicomio organizzato è utile il saggio di Maurizio Viroli, La libertà dei servi: descrive il “sistema della corte” in cui lo strapotere del despota assorbe tutto e tutti quelli che vogliono contare qualcosa, tanto gli alleati e i servi quanto i presunti oppositori che finiscono col confinarsi nel recinto cortigiano, parlando solo di quel che vuole Lui e usando solo le sue parole. Bisogna eleggere i membri laici del Csm? Non sia mai che si esca dal recinto: Lui ci manda i suoi avvocati, Bossi ci manda il suo avvocato, dunque il Pd ci manda l’avvocato di D’Alema. C’è da eleggere il vicepresidente del Csm? Si prende un bel democristiano che è stato sottosegretario di B, convive da una vita coi Cuffaro e i Cesa, ha salvato B. depenalizzandogli il falso in bilancio, escogitandogli il legittimo impedimento, votando tutte le leggi vergogna nessuna esclusa, e ora dice “basta conflitti fra politica e magistratura”. È una scempiaggine senza capo né coda, lo sanno tutti che i “conflitti” sono processi doverosamente istruiti dalla magistratura su politici ladri e mafiosi. Ma chi li chiama “processi” e non “conflitti” esce dal recinto della corte, non sia mai. C’è pure il rischio di innervosire il Pompiere della Sera e il capo dello Stato, così giulivi per l’elezione quasi unanime dell’ennesimo impresentabile in una istituzione di controllo (nell’italica corte, ogni robaccia che puzza lontano un miglio diventa Chanel numero 5 purché sia “condivisa”). Intanto il capo dello Stato, stando ai boatos, blocca la nomina di Paolo Romani a ministro dello Sviluppo economico perché sarebbe in conflitto d’interessi per la sua precedente attività di editore televisivo. Oh bella: e perché non ci ha pensato due anni fa, quando Romani divenne sottosegretario delle Comunicazioni? E perché un piccolo conflitto d’interessi dovrebbe impedire a Romani di fare il ministro e uno smisurato conflitto d’interessi non dovrebbe impedire a B. di fare il presidente del Consiglio? Semplice: perché, a corte, Lui è lui e noi non siamo un cazzo.

Dal Fatto Quotidiano del 04/08/2010

S’avanza uno strano partito…

pioggia.jpgSaranno le piogge primaverili, sarà il crac greco, saranno le occasioni immobiliari di Scajola (a proposito lancio un avviso: se qualcuno vuole pagarmi un auto nuova-la mia ha 12 annni-io sono disponibile a non accorgermi di nulla…) però certe cose mi suonano strane, pur nella bella Reggio che ci ospita e ci nutre. L’amica Normanna osservava che almeno del buon Filippi sappiamo cosa “pensa”, ma dei piddini capiamo solo la tendenza alla sedentarietà seggiolara (patologia di antica data diffusa in Italia), quando poi non ci sorprendono con trovate geniali come quella di bocciare la concessione della cittadinanza onoraria a Gino Strada (è successo a Castelnovo Monti). IO non capisco molto di politica, sono un montanaro venuto giù con l’ultima piena, però. Però mi suona strano un partito che non fa proseliti. Dopo la nascita del PD mi immaginavo una campagna acquisti, entusiasti attivisti che battessero le contrade per staccare tessere, per costituire circoli etc. Nulla. La logica mi sembrava (e mi sembra) fosse “chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori…”, come quando si giocava a nascondino. Se si vuole, ma proprio se si vuole, uno può iscriversi, se proprio vuole…e poi, particolare banale, come ci si iscrive? Il PD aveva una sede in centro in via Guido da Castello, chiusa. Costava troppo. Ma una volta si usava fossero gli iscritti a pagarla, si faceva alla romana: tot euro x tot persone=affitto. Non è difficile. No. Impossibile. Taglio dei costi. E sede chiusa. Poi ci vengono a sassare le gonadi con la storia della Lega radicata nel territorio. Boh. Ti riaprono una sede, lo so perchè è sotto casa mia. Beh, una sede..Una mezza sede, una stanza 6×4 (ventiquattro), aperta solo tre giorni la settimana nei mesi dispari, in quelli pari si vedrà…Da qualche elezione si perde il centro storico e lo si lascia in mano a una folcloristica congrega di fascio-leghisti-forzaitalioti, prima con un presidente cotonato, ora con il benzinaio leghista. Un bel salto di qualità. Dai bassi alla..fossa. Bene, si perde il centro storico e con un distacco limitato. Qualcuno è mai venuto a chiedere voti, aiuti, idee a noi cittadini del centro che (ancora, pervicacemente) votiamo a sinistra? Nulla, a un certo punto spuntano le liste che qualcuno avrà fatto, uno se le legge, si chiede quali sostanze abbiano usato i sagaci compilatori e poi si vota. E, regolarmente, si perde. Bene, bravi. Bis? No, ormai ter! Mah. Ma io non capisco nulla di politica, si sa.

E per chiudere questa piovosa riflessione: come si sceglie il nuovo segretario del PD provinciale? Facile. Come riferiva ieri Reggio 24: “alcuni maggiorenti si sono trovati a discutere gli equilibri e i ticket..?”. Wonderful! Uno legge ed è contento di sapere di aver votato, simili “maggiorenti”. Poi, pare, che si siano messi d’accordo i “maggiorenti” (o gerarchi?) e così avremo il segretario, come recitava quella poesia del Giusti, ricordate?

Al Re Travicello piovuto ai ranocchi, mi levo il cappello e piego i ginocchi;
lo predico anch’io cascato da Dio:
oh comodo, oh bello un Re Travicello!

Perchè stupirsi se continua a ritmo vorticoso il gioco dei 4 cantoni? “Allora quello da lì lo mettiamo la, l’altro da là lo mettiamo lì…” I posti sono limitati e le natiche sono tante, bel problema! Vuoi che vada a cercare anche degli iscritti al club, che poi magari le natiche crescono e le sedie rimangono sempre quelle? Ma che? Son scemo? “Ma mi faccia il piacere”, diceva il buon Totò… A proposito Zanichelli dove lo mettiamo?


Sospetti…

Come ben sa chi mi conosce di persona, sono cattivo d’animo avendo avuto un’infanzia difficile. Quindi tendo al sospetto malevolo per non cadere nella ingenua delusione di speranze infondate. C’ è una forza politica, la lega (vero testimone del degrado che la politica ha avuto in Italia) che, più o meno apertamente, ormai rivendica una secessione nei fatti. Solo uno stato sovrano ha diritto infatti ad un inno, bandiera, lingua etc…Non entro nel merito della bufala, ma come Hobsbawm ci ha insegnato, la invenzione della tradizione può avere successo indipendentemente dalla fondatezza degli elementi costitutivi il mito stesso.

Bene. Di fronte a questa situazione, oggettivamente seria, anche se mascherata da toni grotteschi grazie a ministroni (ministri buffoni) come calderoli, bossi e marroni, il PD che fa? Coglie al volo l’occasione culturale e storica della scadenza dei 150° dell’Unità d’Italia? Si fa paladino di una mobilitazione in difesa della povera Patria. Naaahh, lancia il suo grido di battaglia, alto e forte: “ci vedremo a settembre!”, lasciando il povero eroico Ciampi come vedetta lombarda a gridare nel deserto estivo.

E qui scatta il retropensiero cattivo. Premetto che, in linea di massima, fra un cretino e un mascalzone preferisco il secondo, anche perchè ogni tanto anche i peggiori vanno in ferie, i cretini mai. E allora il silenzio è sospetto. O per stupidità o per mascalzonaggine. Temo che il caso ricada nella prima tipologia. C’è qualche cretino che, magari, pensa, di far accordi con la lega contro il pdl? Questo spiegherebbe l’appeasement verso la deriva verde che ci minaccia. Del resto quella bella testa (si fa per dire) di minimodalema se ne uscì con la definizione della lega come”costola della sinistra”, facendoci chiedere perchè lo stesso minimo non salisse sul suo yacht e salpasse l’ancora verso le Bermude (e relativo benefico triangolo) al canto bocelliano di “Con te partiroooò…”.

Staremo a vedere, anche se i silenzi incrociati di pigi e dario su questo e altri temi centrali  (conflitto d’interessi, etica degli eletti, legge elettorale) non è che ci lascino proprio tranquilli. Incomincio a credere anch’io, come l’amico Giannifotografo, che il vero problema della sinistra sia la sua classe dirigente. Ma, come detto, sono cattivo d’animo…..

Emiliano (Scipione?)

Non c’è solo l’Emiliano (Scipione) che ci tediava alle elementari, noi zucconi sempre a scambiarlo con Scipione l’Africano. C’ è anche Emiliano sindaco di Bari, che ha rivinto le elezioni. Bravo.

Oggi lo leggiamo su L’Espresso (http://www.partitodemocratico.it/allegatidef/esp_emiliano83841.pdf) dire cose sensate e altre un po’ meno. Più che altro silenzi. PD partito degli amministratori, bene. Legato al territorio, bene (anche se questo è diventato un mantra un po’ frusto). Ma PD obamiano, anticomunista e moderato. Io non so bene cosa voglia dire moderato. Anticomunista neppure. Che si ritiene il comunismo realizzato un disastro? Che Cossutta deve andare a passeggiare ai giardinetti con a fianco come badanti Diliberto e Rizzo? No problem. Lasciare Bertinotti ai suoi cashmere? Yes, we can. Ma poi?

Confesso che mi hanno rotto i cabasisi tutti quei signori che vengono dal PCI e che fanno la morale a me e a tanti altri-che comunisti non siamo mai stati-sulle nefandezze del comunismo. Puzzano di opportunismo, di voltagabbana, di furbetti che al mattino nasano l’aria e poi scelgono il colore della camicia per la giornata. Hanno costruito, spesso miracolosamente visto il loro spessore, carriere e percorsi di successo e ora che fanno? Vengono a spiegarci, col ditino alzato, che bisogna essere anticomunisti, democratici, moderati. Loro. Direbbe il principe De Curtis: “Ma mi faccia il piacere!”. I fratelli Rosselli non hanno aspettato loro per criticare il comunismo realizzato.

Andiamo avanti, in questi giochetti di sponda, rimbalzo e filotto, nella gioconda ipotesi-come dice il nostro Emiliano-di catturare i voti di elettori di destra. A me questo non frega una cippa. Un elettore di destra voti a destra. Si chiama democrazia. Ma non è come me. Non lo voglio, non mi interessa. Se vota “questa” destra cosa posso dirgli? Li conosco, li vedo in faccia i lettori di “Libero”, “Padania” e simili “cacata carta” (per dirla con Catullo). E io dovrei catturare il loro voto presentandomi come loro vorrebbero? Solo un po’ meno orrendo e schifoso. Un poco più “moderato”? Penoso e ridicolo. O facciamo i conti con questa Italia volgare, ignorante e arrogante che si riconosce nel Cavaliere-satiro oppure diamoci al tombolo, all’origami o all’onanismo. Si fa meno fatica e ci si diverte di più (si fa per dire).

Ultima cosa: tutti a dichiararci anti-comunisti perchè fa fine e conviene. Yes, we can. Ma gridare forte che siamo antifascisti, no? Lo so, sarà volgare, poco alla pàge, ma per dirla con Heidegger: Chi se ne frega!

Altre sofferenze di un povero cattolico

“Gli ex diesse fanno fatica a capire. Quelli che per noi sono passi da gigante, come i passi in avanti fatti sul testamento biologico, per loro sono passettini. Noi non abbiamo una tradizione socialdemocratica o comunista. Non facciamo parte di un filone culturale. Noi abbiamo due appartenenze: una alla Chiesa, l’altra alla politica. Per me, come per Franceschini, per tutti noi cattolici insomma, il vero capo è lui: il Papa”.

(http://www.viaemilianet.it/notizia.php?id=1060)

La dichiarazione è dell’on.Castagnetti e io vorrei capire, da povero cattolico in affanno, vorrei capire. Reprimo le reazioni più istintive e sospendo il giudizio. L’impressione è che si cancellino alcuni secoli di storia del mondo occidentale, in particolare tutta la storia del cattolicesimo democratico.

“Ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo intesi a servire l’uomo in quanto
tale e non solo i cattolici; a difendere, anzitutto e dovunque, i diritti della persona umana
e non solo quelli della Chiesa cattolica. Papa Giovanni XXIII, maggio 1963″

Quella lunga notte

Il primo atto di Franceschini come segretario del PD sarà quello di giurare sulla Costituzione davanti al luogo, nella sua Ferrara, dove i fascisti fecero la prima strage del regime di Salò. E’ un atto forte, simbolico, che lega l’antifascismo, la Costituzione alla difficile situazione della nostra Repubblica. Sarebbe bello che ognuno di noi, almeno simbolicamente, giurasse su quella carta costituzionale nata, come ci ricorda Calamandrei, in tutti i luoghi dove un partigiano (ma, aggiungo io, anche un deportato, un ebreo, un rom, un omosessuale…) è stato ucciso. Giuriamo tutti fedeltà a quella carta e ogni volta che ci sarà occasione ricordiamocelo e viviamo da veri cittadini della Repubblica la nostra vita di ogni giorno. Convinti che solo così il nostro paese uscirà da questa lunga notte.

C’è un’altra Italia

Oggi presentazione del mio libro a Pistoia, nel Palazzo Comunale. E’ stata la 25a presentazione di questo piccolo libro su storie reggiane, ma che hanno assunto una valenza, evidentemente, più ampia. Ad ogni presentazine 40, 50, anche 80 persone che escono di casa, non guardano la boiate del video,ma leggono un libro, vogliono parlare. Francamente non mi interessa la quantità, la percentuale. La osservazione: ma la maggior parte…Se in tante parti del centro nord ci sono persone che hanno ancora voglia di uscire di casa per discutere un libro (e a Casalgrande nevicava forte) non tutto è perduto. Persone che ne hanno i cabasisi (per dirla con Camilleri) pieni di Vespa, talk show e informazione strisciante alle suole dei potenti di turno. E’ un mondo che c’è ed è lì. Che non si sente rappresentata politicamente. Magari se qualche partito anzichè ascoltare gli obsoleti ed incartapecoriti monsignori (ai quali noi cattolici per primi non diamo nessuna importanza) cercasse di recuperare un po’ di dialogo con la SUA gente, chissà, magari forse, prima o poi, il signore dei pirati andrebbe a chiudere i suoi giorni felici fra nani, ballerine e fanciulle di gamba svelta. Dove, peraltro, avrebbe sempre dovuto rimanere.

Bachelet: «La chiesa sta sbagliando sul testamento biologico così come sbagliò sui trapianti»

Bachelet: «La chiesa sta sbagliando sul testamento biologico così come sbagliò sui trapianti»
Cesare Baquicchio

«Diciamo la verità. A Berlusconi è andata male. Speculare sul dolore del prossimo alla fine gli si rivolterà contro».
Giovanni Bachelet, cattolico, professore di fisica a l’università La Sapienza e deputato del Partito democratico, è stato uno dei primi a firmare l’appello de l’Unità a sostegno di Napolitano e sarà in piazza giovedì 12 febbraio alla manifestazione indetta dal Pd a difesa della Costituzione.
«Il premier sperava di tenerci crudelmente per settimane a votare ogni giorno in Parlamento – spiega Bachelet –. Se avessimo fatto ostruzionismo avrebbe detto che eravamo assassini, se votavamo avrebbe detto che ci eravamo arresi. Non gli è andata bene e si è visto anche con l’applauso che ha avuto Napolitano a Napoli. Gli italiani ragionano con la loro testa. E questa forzatura è stata un autogol».

Ma come e perché si è arrivati a questo scontro su una vicenda così delicata come quella di Eluana Englaro?
«Al governo il problema interessava poco. È stato usato solo in modo strumentale per sviare l’attenzione pubblica da tanti altri guai dell’economia o della sicurezza o dal terribile decreto che obbliga i medici a denunciare i clandestini».

Qual è la sua posizione di cattolico e di parlamentare Pd nel merito del problema?
«Innanzi tutto è bene chiarire che nel caso di Eluana non stavamo parlando di una alternativa tra la vita e la morte. E poi come cattolico voglio ricordare che la definizione di accanimento terapeutico l’ha “inventata” Pio XII in una udienza con le infermiere che gli chiesero proprio come regolarsi nei casi in cui non c’è più niente da fare, quando al paziente rimane solo la sofferenza. La questione del testamento biologico, inoltre, è un problema che riguarda tutti. Con il migliorare delle terapie e delle tecniche mediche sempre più persone si troveranno in quelle condizioni difficili tra la vita e la morte».

A giudicare dalle dichiarazioni degli ultimi giorni, la chiesa non sembrava della sua stessa idea.
«Sono cristiano e mi dispiace che la chiesa sbagli. Anche sui trapianti la chiesa si è sbagliata. Ha prima detto una cosa poi un’altra. Equiparava il trapianto di cuore ad un omicidio. Poi, con il tempo, i trapianti sono diventati un’opera buona e il Papa ora è in una associazione di donatori d’organi».

Avrebbe votato contro il Ddl del governo?
«Quando vengono violate in modo così plateale delle regole importanti della democrazia non so se è meglio abboccare alla provocazione, votare contro e andare sotto o dire io a questo gioco non mi presto. Non ci gioco. Penso che me ne sarei rimasto a casa».

Non tutti nel Pd la pensano come lei.
«Io rispetto chiunque abbia idee diverse, ma ho letto che i cattolici del Pd erano tutti a favore del Ddl. Due sono le possibilità: o era una forzatura, un errore, o io sono diventato mussulmano senza saperlo».

(l’ Unità, 11-02-2009)