Meglio ridere

Mentre nell’universo mondo si ride (o si piange) sull’Italia, ridotta a un Berlusconistan (Time), in preda a una decadenza alla Satyricon (NyTimes) e qui, invece, si ascoltano Bonaiuti, Brunetta e la Gelmini (scusate le parolacce), prendo dall’Espresso di oggi, nella rubrica “La bustina di Minerva” di Umberto Eco alcune battute carine per sorridere, nonostante tutto. Del resto l’orchestra suonava sul Titanic, no?

“Cosa dice una lumaca a cavallo sul dorso di una tartaruga? Yuu-uhh!”

“Pilato a Caifa: perchè tutto sto’ casino? In fondo l’abbiamo ammazzato solo per un paio di giorni!”

e per stare in sintonia con il nostro satiro-premier:

“Clinton è così dimagrito che ora può vedere la faccia della sua stagista”

“Un tizio entra in un bar e dice che i poliziotti sono stronzi. Un tizio si alza, molto arrabbiato e lo minaccia. “Perchè t’incacchi? Sei un poliziotto?”. “No, sono uno stronzo” la risposta.

Noemi, quattro cose ovvie

Noemi, quattro cose ovvie
Beppe Severgnini

Un pesce rosso convinto d’essere un cardinale, gli economisti che ammettono di non averci capito niente, la politica fuori dalla nomine Rai, José Mourinho che lavora gratis. Sono molte le notizie surreali che avrebbero potuto colorare questa torrida primavera, ma è toccato a una ragazzina e ai suoi bizzarri rapporti col presidente del Consiglio.

Bizzari: ecco la parola. Potete essere di destra o di sinistra, atei e cattolici, giovani o meno giovani, ma sarete d’accordo: se uno sceneggiatore avesse scritto un film con quella trama, gli avrebbero detto “Ragazzo, hai bevuto?”. Invece è accaduto. Noemi, le feste, il papi, i genitori, le smentite, i fidanzati che compaiono e scompaiono. I marziani guardano giù dicendo: “E quelli strani saremmo noi?”.

Quattro punti ovvii, per ridurre i litigi e provare a ragionare. Il primo: la frequentazione tra un settantenne e una diciassettenne – al di là del ruolo di lui – è insolita. La famiglia Letizia non sembra stupita, decine di milioni d’italiani sì. Una spiegazione plausibile ancora non l’hanno avuta. Se tanti lavorano di fantasia, a Palazzo Chigi non possono stupirsi.

Ovvietà numero due. Alcune affermazioni del protagonista sono state smentite. “L’ho sempre vista coi genitori”: poi Noemi – ma cosa s’è fatta? era così carina! – salta fuori alla festa del Milan, sbuca al galà della moda, compare in Sardegna. Per cose del genere, nelle altre democrazie, i potenti saltano come tappi di spumante. Noi siamo più elastici – succubi, rassegnati, distratti, disinformati: scegliete voi l’aggettivo – ma un leader politico, perfino qui, dev’essere credibile.

Ovvietà numero tre. Le abitudini e le frequentazioni di Silvio B. riguardano solo Veronica L. (che peraltro s’è già espressa con vigore sul tema)? Be’, fino a un certo punto. Il Presidente del Consiglio guida una coalizione di governo che organizza il Family Day, mica il Toga Party o il concorso Miss Maglietta Bagnata. Michele Brambilla – vicedirettore del “Giornale”, bravo collega e uomo perbene – spiega che, per il mondo cattolico, contano le azioni politiche, non i comportamenti coerenti. Io dico: mah!

Ovvietà numero quattro. L’opposizione, in tutte le democrazie, cerca i punti deboli dell’avversario, soprattutto alla vigilia delle elezioni. Dov’è lo scandalo, qual è la novità? Se Piersilvio s’indigna, non ha idea di cosa avrebbe passato suo padre in America, in Germania o in Gran Bretagna (dov’è inconcepibile che i capi di governo possiedano televisioni). Non solo in questi giorni: negli ultimi quindici anni.
Bene: quattro cose ovvie, in attesa di sviluppi. Intanto s’è insediato quietamente il governo Letta. Qualcuno che coordini ci vuole. C’è da lavorare, e il Capo è altrove.

Dal Corriere della Sera del 28 maggio 2009

 

Spasmodica attesa!

Stasera finale di Champions League. In tribuna re Juan Carlos, Zapatero, il principino William e un vario Gotha. In prima fila anche il premier (provvisorio). L’attesa è spasmodica. Noooo, non per il risultato, figurarsi! Ma per cosa farà lui, il nostro, l’unico, il liberatore del maiale che è in noi!

Scenderà in campo e segnerà 2 gol? Camminerà sulla ringhiera della tribuna d’onore petando allegramente in inglese e spagnolo? Eseguirà gli inni nazionali usando le chiappe di 24 veline come simpatici tamburelli?

Lo so, la nostra fantasia non è alla sua altezza (morale). Ma lui ci sorprenderà ancora, ne siamo certi!

Intanto se volete attingere al sublime, godetevi Bondi che parla dei rapporti fra Lui e Noemi….(http://video.unita.it/?video=1052)

La coscienza: avercela!

Nemo dat quod non habet! Nessuno può dare quello che non ha! Ce lo insegnavano da piccoli, a noi, piccoli, repressi futuri cittadini di questa Mirabilandia del terzo millennio che è la nostra povera Italia!

«Nessun giudizio» su Silvio Berlusconi e in particolar modo sul caso Noemi. «Ognuno ha la propria coscienza»: lo dichiara il segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata. Il richiamo alla responsabilità degli adulti, però, «non può essere sottovalutato, evaso», aggiunge, ma nemmeno «strumentalizzato a livello di cronaca quotidiana». «Non si può – ribadisce Crociata – essere incuranti degli effetti che certi atteggiamenti producono, e ciò vale a seconda della visibilità di ciascuno». (http://www.corriere.it/politica/09_maggio_26/cei_berlusconi_giudizi_crociata_ee4b2474-49ea-11de-8785-00144f02aabc.shtml).

Già che un vescovo si chiami Mariano Crociata mi sembra un cattivo scherzo del destino, come se un ghigno ringhiante si chiamasse Belpietro, ma che si parli di coscienza per quanto attiene al nostro premier (provvisorio) e alla sua banda di nani, ballerine, prosseneti et similia, mi sembra davvero pura patafisica. Un ossimoro, un ardito calambour! Ce la vedete una coscienza (scusate le parolacce) in Bondi, Cicchitto, Capezzone? Come cercare umanità in Attila o comprensione in Adolfo l’imbianchino austriaco.

Coscienza! Pare che l’ultima volta che il nostro premier (provvisorio) e la sua coscienza si siano scambiati un’occhiata, peraltro fuggitiva, sia stato un pomeriggio d’estate del 1942, poi, entrambi, di reciproco accordo, presero strade diverse. Molto diverse.

Noi, “reggiani” veri

Probabilmente le campagne elettorali sono come i divorzi, tirano fuori il peggio dalle persone. Che il (poco) on.Alessandri della lega (che, come ha detto mio figlio, non merita neppure di essere scritta con la maiuscola) continui nelle sue teorie sul “buonismo” verso gli immigrati, sulla discriminazione che subirebbero gli italiani a favore di questi “occupanti” il sacro patrio suolo, è nella logica delle cose. Esiste il male nel mondo e lo incontriamo ogni giorno sotto le spoglie dell’ignoranza, dell’arroganza, della cupidigia.

Ma che simili teorie vengano condivise anche dalla lista dell’ex sindaco di questa città, una lista che non è più “Città attiva”, bensì “Città Cattiva”, la cosa mi fa girare veramente i cabasisi, per dirla con nonno Camilleri.

Lasciamo a parte quisquilie come la Costituzione che, all’art.3 sancisce il principio di uguaglianza davanti alla Legge, ‘senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali’ (E quindi differenziare imposte e tariffe locali in base ai luoghi d’origine sarebbe certamente incostituzionale), ma restiamo al nocciolo della questione.

I”Reggiani” e la “reggianità”. Chi sono i “reggiani”? Perchè si fa presto a dire, ma poi le cose si complicano. Intanto io escluderei tutti gli abitanti rivieraschi del Po: quelli sono mantovani! Lo stesso per l’Enza e il Secchia: quelli sono parmensi e modenesi! I montanari poi! gente strana, con un dialetto incomprensibilie, e poi cosa bevono? Bevono il “tuscàn”! Ecco, vedete? Non sono neanche emiliani, figurarsi! Del resto sono “reggiani” i “cavriaghini”? Hanno una piazza con Lenin! O quelli di Scandiano?

E poi la città! A S.Croce parlavano alla rovescia, a S.Pietro han tirato su un grattacielo sì e uno no, roba da terroni, a S.Stefano hanno messo quel lampo di ghisa che offende la “reggianità” (volevate mettere una forma di grana fosforescente?) Ohhh! La Ghiara è “reggiana”! Finalmente! Per quanto…Lì ci stanno i Servi di Maria, gente pericolosa che va anche in missione, con gli extracomunitari…No. Non ci si può fidare. Le vecchie mura erano “reggiane”! Oh, quelle sì, allora nelle mura c’erano le Porte e cosa è più “reggiano” di Porta Brennone? Già il nome suona bene: “Via Porta Bernoun”! Che suono, che musica! Per quanto…Quelli dei numeri dispari…Beh, erano sotto la parrocchia di S.Zenone, mica una santo dei nostri..No, solo i numeri pari di via Porta Brennone! Quelli sono “reggiani”. Per quanto…I numeri fino al 14 sono troppo vicini a Corso Garibaldi, ehi, Garibaldi! Camicia rossa, casino, massoneria! No, no, noi siamo gente per bene, che diamine! Quelli dal 18 in poi! E’ fitto di negri (pardon neri) e di marocchini così, mica scherzeremo?

No. Ora so chi sono i “reggiani”! Quelli che abitano in via Porta Brennone 16! Poco ma sicuro, gente DOC!

Per quanto…I miei figli non sanno il dialetto e mia moglie ha radici romagnole! Roba da matti! “Reggiani” loro? IO sono il “reggiano”: IO parlo il dialetto, IO mangio tortelli, IO bevo lambrusco. Non solo ma visto che ormai all’asilo IO ci sono già stato e che secondo i cefalopenici della lega (che, come ha detto mio figlio, non merita neppure di essere scritta con la maiuscola) e di Città Cattiva solo i “reggiani” devono avere la precedenza nelle scuole, chiudiamo le scuole. Risparmiamo un sacco di soldi ed evitiamo che questi “nonreggiani” del piffo mangino alle nostre spalle, questi terroni, questi marocchini, questi negri….

E’ proprio vero: le campagne elettorali sono come i divorzi, tirano fuori il peggio dalle persone.

Gli Italiani, questi filosofi…

Tutti sanno, con Orazio, che le leggi senza i costumi non bastano, e da altra parte che i costumi dipendono e sono determinati e fondati principalmente e garantiti dalle opinioni. In questa universale dissoluzione dei principi sociali, in questo caos che veramente spaventa il cuore di un filosofo, e lo pone in gran forse circa il futuro destino delle società civili e in grande incertezza del come elle possano durare a sussistere in avvenire, le altre nazioni civili, cioè principalmente la Francia, l’Inghilterra e la Germania, hanno un principio conservatore della morale e quindi della società, che benchè paia minimo, e quasi vile rispetto ai grandi principii morali e d’illusione che si sono perduti, pure è di grandissimo effetto. Questo principio è la società stessa.

Per queste cagioni gl’Italiani di mondo, privi come sono di società, sentono più o meno ciascuno, ma tutti, generalmente parlando, più degli stranieri, la vanità reale delle costumanze e della vita, e ne sono più pienamente, più efficacemente e più praticamente persuasi benchè per ragione la conoscano, in generale, molto meno. Ed ecco che gl’Italiani sono dunque nella pratica, e in parte eziandio nell’intelletto, molto più filosofi di qualunque filosofo e sono immedesimati con quella opinione e cognizione che è la somma di tutta la filosofia, cioè la cognizione della vanità d’ogni cosa, e secondo questa cognizione, che in essi è piuttosto opinione o sentimento, sono al tutto e praticamente disposti assai più dell’altre nazioni.
Or da ciò nasce ai costumi il maggior danno che mai si possa pensare. Come la disperazione, così né più né meno il disprezzo e l’intimo sentimento della vanità della vita, sono i maggiori nemici del bene operare, e autori del male e della immoralità. Nasce da quelle disposizioni la indifferenza profonda, radicata ed efficacissima verso sì stessi e verso gli altri, che è la peggior peste de’ costumi, de’caratteri e della morale.

G.Leopardi, Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani,1824. (Ed.BUR, 1998, pag.64-65)

Domani è un altro giorno

“Domani è un altro giorno” sospirava Rossella, e così è anche per noi. Ogni giorno se ne aggiunge una nuova, sempre più fangosa e laida, alla telenovela del vecchio satiro. Stavolta anche che il mezzano sarebbe stato Emilio Fede (scusate la parolaccia) che avrebbe dato il “book” con foto della lolita al satiro-premier. Il quale, qui è il bello (si fa per dire) è tanto preso dagli affari di Stato (ovvero fare danni su scala industriale) che trova il tempo di prendere il telefono in persona e di contattare la felice fanciulla. Ma dove può succedere una cosa così se non in un paese eticamente putrefatto come il nostro? E senza che nessuno si senta, come dire, a disagio?

E domani, cosa verremo a sapere? Una volta si diceva “La fantasia al potere”, in Italia la fantasia è già andata al potere e manco ce ne eravamo accorti.

(http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-2/parla-gino/parla-gino.html)

Smentite

Io sono bello, alto e biondo. Mai detto di essere alto, bello e biondo. I magistrati sono tutti venduti e comunisti e pederasti. Mai detto che i magistrati siano venduti, comunisti e  pederasti. Sono stato a una festa di compleanno ma non conoscevo la festeggiata. Mai detto di essere stato a una festa di compleanno e di non conoscere la festeggiata. I parlamentari sono inutili, un po’ scemi e gli puzzano le ascelle. Mai detto che i parlamentari siano inutili, un po’ scemi e che gli puzzino le ascelle. Napolitano mi ha già rotto i c…, mai detto che Napolitano mi abbia già rotto i c…

(Manuale per il perfetto Presidente (provvisorio) del Consiglio d’Itaglia, pag. 232)

Inutile per inutile

Il presidente (provvisorio) del Consiglio definisce “inutile” il Parlamento. Può essere, lui ne sa certo più di noi, poveri kattokomunisti. Ma, inutilità per inutilità, un presidente (provvisorio) del Consiglio che allunga le mani su ogni fondoschiena femminile che gli capita, che insulta il diretta tv i giornalisti che gli fanno domande imbarazzanti, che si circonda di ninfette minorenni che esibisce a cene ufficiali, che si circonda di una corte di leccobardi e debosciati, è di qualche utilità? Allora, se lo abolissimo chi se ne accorgerebbe? Potremmo mandarlo a dirigere un eros center in Transnistria o chiuderlo in uno zoo safari per satiri bolliti. Aboliamolo! Al massimo piangerà solo Vespa e Cicchitto (scusate le parolacce) e comunque ha già BagetRozzo che prega per lui dal basso dei cieli.