Questa è l’Italia

Artena è un ridente comune a 35 chilometri da Roma, 12.000 abitanti. Nel suo territorio c’è un ristorante rinomato. Si chiama “Il Federale”, posto il via Latina. La sua mail già ci mette in ambasce: duxxx20@vodafone.it. Federale, ma allora non si parla di federalismo! No, si parla proprio di quella roba là, sporca e nera.

Basta accedere al sito http://www.ristoranteilfederale.com/ per averne conferma. Nella homepage, a fianco di un aquila appollaiata sul fascio, spicca il pensiero “Vorrei soltanto che un giorno gli italiani sapessero ricordare che li ho soprattutto amati e che ogni mio atto o pensiero erano rivolti alla grandezza d’Italia” (B.Mussolini). Le foto dell’interessante esercizio commerciale confermano l’impressione: statue del romagnolo appeso, labari, lupe capitoline, cimeli, divise in orbace. Il vino che si serve è ovviamente vino “nero” e l’esercente, in camicia nera, si esibisce in discorsi del defunto cavaliere. Da racconti attendibili pare esista anche una sala-banchetti addobbata in stile III Reich, con svastiche e aquile nazi.

A 35 km da Roma. In un paese-il nostro- dove la tragedia diventa buffonata, la buffonata amnesia e l’amnesia la base per preparare la prossima tragedia.

Briciole quotidane

Negli USA al finanziere Madoff hanno inflitto 150 anni di carcere. Callisto Tanzi si è preso 10 anni in primo grado, ma con l’appello e la Cassazione…

Disastro di Viareggio. Un paese che non riesce ad avere strutture decenti e si lancia nella TAV (che fa tanto fico..e profitti), è più o meno come un padre che si compra il Porsche mentre i figli hanno le scarpe bucate.

Disastro di Viareggio (II). Il premier (provvisorio)-satiro (definitivo) dichiara: “Vado là per riprendere in mano le cose”. E’ proprio vero: in Italia tragedia e buffonata viaggiano sempre sullo stesso binario.

Italia-Europa: mail da vari amici in Europa pongono lo stesso interrogativo. “Berlusconi si è dimesso?”. Perchè in un paese normale qualunque politico avrebbe già visto concludersi la sua carriera dopo simili dis-avventure (anche per molto meno..). Qui no, tutto tranquillo. Oggi è martedì, domani mercoledì. Dimentichiamo tutto. Almeno ricordiamoci del compleanno della moglie.

Il premier (provvisorio)-satiro (definitivo), fischiato a Napoli, replica: ““Sono ormai quelli che conosciamo. Ahimé abbiamo questa sinistra che si dovrebbe vergognare di tutto quello che fa e che, in effetti, è – ha concluso – la nemica del Paese”. Si tranquillizzi, anche noi lo conosciamo e sappiamo bene chi sono i “nemici” del paese, quali i suoi difetti e quali i patetici buffoni che lo animano (si fa per dire).

 

Tutto come sempre…

Dopo qualche giorno trascorso ad organizzare il Rally dell’Appennino (ebbene sì, confesso questo mio lato “oscuro”) si torna alle solite “delizie” nostrane. Il vecchio satiro sempre più solo e abbandonato ma ancora loquace, i suoi ex-centurioni che stanno cercando un qualche nuovo padrone. Foto di qualche sventola all’aeroporto, insomma il solito. La sinistra continua nella sua “sindrome da lemmings” iterando un procedimento davvero sopraffino: facciamo il congresso e ci candidiamo. Per fare cosa? Progetti, idee? A seguire, no? Intanto sappiamo che avremo Bersani (Alias D’Alema) contro Tedeschini. Destra contro sinistra? Alti contro bassi? Scapoli vs. ammogliati? Boh! I programmi poi, intanto ci sono i candidati. Tanto per i programmi c’è la fotocopiatrice, no?

Grazie, don Farinella!

“Perché trattate così bene Berlusconi?”
Don Farinella scrive al cardinal Bagnasco
“Io e molti credenti crediamo che così avete perduto autorità. Molti si allontanano dalla Chiesa per la vostra morale elastica”

di don PAOLO FARINELLA

Questa lettera, scritta da don Paolo Farinella, prete e biblista della diocesi di Genova al suo vescovo e cardinale Angelo Bagnasco, è stata inviata qualche settimana fa e circola da giorni su internet. Riguarda la vicenda Berlusconi, vista con gli occhi di un sacerdote. Alla luce degli ultimi fatti e della presa di posizione di Famiglia Cristiana che ha chiesto alla Chiesa di parlare, i suoi contenuti diventano attualissimi.

Egregio sig. Cardinale,

viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato – o meglio non ha trattato – la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di “frequentare minorenni”, dichiara che deve essere trattato “come un malato”, lo descrive come il “drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio”. Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la “verità” che è la nuda “realtà”. Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell’Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi “principi non negoziabili” e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono “per tutti”, cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all’integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi.
Non date forse un’assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi “parlate per tutti”? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l’immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E’ forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l’attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l’8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell’inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull’odio dell’avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con “modelli televisivi” ignobili, rissosi e immorali.

Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l’altro 50% sotto l’influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d’interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa?

Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita “dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale”? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall’eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l’etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant’Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché “anche l’imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa”. Voi onorate un vitello d’oro.

Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da “mammona iniquitatis”, si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che – è il caso di dirlo – è un silenzio d’oro? Quando il vostro silenzio non regge l’evidenza dell’ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: “troncare, sopire … sopire, troncare”.

Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? “Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo … si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti… A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent’altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire” (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una “bagatella” per il cui perdono bastano “cinque Pater, Ave e Gloria”? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: “Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix” (La Stampa, 8-5-2009).

Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l’integerrimo sant’Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell’imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: “Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro” (Ilario di Poitiers, Contro l’imperatore Costanzo 5).

Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei “per interessi superiori”, lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.

Lei ha parlato di “emergenza educativa” che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei “modelli negativi della tv”. Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l’arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del “velinismo” o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull’altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l’Italia.

Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all’Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: “Non licet”? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro “tacere” porta fortuna.

In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete

http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-10/lettera-farinella/lettera-farinella.html

Lazzaro, vieni fuori!

ROMA – Il ”limite della decenza” e’ stato superato nel comportamento ”indifendibile” del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e la Chiesa italiana ”non puo’ ignorare l’emergenza morale”. Cosi’ il direttore di ”Famiglia Cristiana”, don Antonio Sciortino, nel rispondere alle lettere dei lettori a proposito dello scandalo legato alla presenza di escort alle feste nelle dimore del premier. (Agr)

(http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Politica/Berlusconi-Famiglia-Cristiana-Chiesa-non-puo-ignorare-emergenza-morale/23-06-2009/1-A_000029706.shtml)

Ohhh! La gerarchia si sveglierà dal torpore in cui è dolcemente scivolata negli ultimi anni? Capisco che è facile assopirsi quando c’è chi dice sì a ogni richiesta (scuole private, DiCo, Legge 40, Family Day) lasciandoti in un dolce limbo: basta lasciare quel libriccino sulla scrivania o nello scaffale come ha fatto per tanti anni il card.Ruini. Sempre più soldi e potere e Chiese e seminari vuoti. Basta lasciare quel libriccino nello scaffale e occuparsi di altro. Quel libriccino si chiama Vangelo.

Ma ora è difficile non vedere. O cosa ci si inventerà per difendere l’indifendibile? Chi difenderà gli specchiati difensori della famiglia svelatisi come fornicatori a tariffa variabile? C’è ancora un po’ di senso del decoro (o almeno del ridicolo)? O anche “Famiglia Cristiana” fa parte del complotto?

B come Bondi, B come Bombacci

Il ministro (provvisorio) dei beni Culturali, tale Sandro Bonzi (pardon Bondi), definisce il quotidiano “Repubblica” “L’insidia più grande per la nostra democrazia”. In tempi di bocche aperte per rinfrescare i denti possiamo leggere anche questo. Ma per Bondi ci vuole qualche attenzione in più. Da uomo colto e poeta non potrà non conoscere la vicenda umana e politica di Nicola Bombacci (1879-1945). Socialista massimalista negli anni venti, autore di un bel progettino sulla costituzione dei soviet in Italia, fra i fondatori del PCdI nel 1921, aderisce al fascismo nel 1930, fonda, d’accordo con l’amico Mussolini, la rivista La verità (Pravda in russo) allineata al regime, dopo la caduta del fascismo corre a Salò, diventando consigliere del suddetto amico. Suoi i discorsi infiammati per la socializzazione (che si riflettono anche nella Carta di Verona). In fuga con il Duce e gli altri per la Svizzera, finì fucilato a Dongo il 28 aprile ed esposto a Piazzale Loreto.

Nessuno augura una simile traiettoria al gommoso Bonzi, per quanto…sindaco comunista, convertitosi ai verbo azzurro, sarà fra quelli che seguiranno il capo fino all’ultimo..no, tranquilli, nessun Dongo, piazzale Loreto nemmeno (con il traffico che c’è…), magari Formentera, Isole Cayman o giù di lì…

Un paese vecchio

Se qualcuno avesse qualche dubbio sulla obsolescenza che ha travolto il nostro povero paese, basti pensare allo stato delle nostre infrastrutture. E’ crollato il ponte sul Po a Piacenza (e bisogna prendere l’A1 per passare il sacro fiume padano)e ci vorranno 14 mesi per ricostruirlo (dopo che la S/Intendenza aveva bloccato i progetti perchè voleva i pilastrini stile liberty, che sono così carini..), sulla ferrovia Roma-Firenze si rovescia una vagone-cisterna e il traffico è interrotto e con esso l’Italia è tagliata in due. Magari in Bangladesh stanno meglio…

E intanto il tema del giorno è ancora se e come un vecchio signore, affetto da satiriasi, deciderà di vergognarsi appena un po’ e ci lascerà a ricostruire il buon nome dell’Italia nel mondo.

Memento

E se in questi tempi da basso (ma proprio basso) Impero, ci ricordassimo del buon vecchio Immanuel Kant?

« Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me »

Guardarsi dalle imitazioni!

Alt! Fermi tutti! Nel circo mediatico, spettacolare, volgare e prossenetico che è diventato il nostro povero paese, è stata tirata in ballo anche Fortezza Bastiani. Il presidente della Camera on. Fini ha paragonato il premier (provvisorio) al ten.Drogo! Insostenibile per chiunque abbia un minimo di buone letture. Il premier (provvisorio) al massimo può essere accostato a qualche personaggio balzachiano o maupassantiano, stile Bel ami o dintorni, anche se la dimensione da frequentatore di locali di quarto d’ordine e di signorine a tassametro è certamente specifica del satiro-premier (provvisorio).

Quindi giù le mani da Fortezza Bastiani e sorbiamoci queste storiacce degne di alberghette compiacenti, di villette in stile geometrile, di locali per scambisti e parcheggi per camionisti.

Più si invecchia, più si ama l’indecenza. (V.Woolfe)

Pensierino della sera

C’è un governo che ha una maggioranza schiacciante. Che controlla le tv e i giornali. Ha appeno vinto le lezioni, conquistando comuni e province. Ha annichilito l’opposizione (anche grazie all’opposizione stessa). Eppure…

Eppure si parla già di un altro premier, di un governo istituzionale. Complotti, gridano i leccobardi aperti per turno.

Perchè? Se fosse tutta spazzatura basterebbe un’alzata di spalle e via tutti a lavorare. Invece no. E se qualcuno, nelle segrete stanze (o alcove) sapesse che ci sono questioni che se venissero fuori…

Dietrologia? Fantapolitica? Nella quiete serale di Fortezza Bastiani vengono questi pensieri, domande, dubbi. Poi si va a letto e ci si dorme sopra. Magari sognando un paese normale, dove le ètere fanno il loro secolare (e meritorio) lavoro sociale, i premier non si circondano di avvocati che assomigliano al fratello malato di Klaus Kinski e ministre autoreggenti vengono licenziate venti minuti dopo aver fatto il saluto romano in pubblico.

Bei sogni, ma come diceva il poeta “i sogni son desideri, di felicità”.