B come Bondi, B come Bombacci

Il ministro (provvisorio) dei beni Culturali, tale Sandro Bonzi (pardon Bondi), definisce il quotidiano “Repubblica” “L’insidia più grande per la nostra democrazia”. In tempi di bocche aperte per rinfrescare i denti possiamo leggere anche questo. Ma per Bondi ci vuole qualche attenzione in più. Da uomo colto e poeta non potrà non conoscere la vicenda umana e politica di Nicola Bombacci (1879-1945). Socialista massimalista negli anni venti, autore di un bel progettino sulla costituzione dei soviet in Italia, fra i fondatori del PCdI nel 1921, aderisce al fascismo nel 1930, fonda, d’accordo con l’amico Mussolini, la rivista La verità (Pravda in russo) allineata al regime, dopo la caduta del fascismo corre a Salò, diventando consigliere del suddetto amico. Suoi i discorsi infiammati per la socializzazione (che si riflettono anche nella Carta di Verona). In fuga con il Duce e gli altri per la Svizzera, finì fucilato a Dongo il 28 aprile ed esposto a Piazzale Loreto.

Nessuno augura una simile traiettoria al gommoso Bonzi, per quanto…sindaco comunista, convertitosi ai verbo azzurro, sarà fra quelli che seguiranno il capo fino all’ultimo..no, tranquilli, nessun Dongo, piazzale Loreto nemmeno (con il traffico che c’è…), magari Formentera, Isole Cayman o giù di lì…