E’ la stampa, bellezza!

Reggio non è Trecate Brianza, non è nemmeno l’ultimo borgo sperduto dominato da dementi padani, o almeno non ancora (visto che un poco onorevole leghista ci ha appena minacciato di candidarsi ancora fra 5 anni e di portare anche a noi, teste quadre, un po’ di sano razzismo e demenza padana). Eppure la nostra città, credo di poter dire, non ha la stampa che si merita (o sì?). Chi di noi non aveva un compagno di scuola sturlone con 3 in italiano e che è finito a scrivere sui giornali alzi la mano. Tutto normale, i nostri 4 quotidiani (manco Berlino ne ha altrettanti) non assumono più, pagano articoli 3 euro a giovani volenterosi e per lo più analfabeti che devono occuparsi oggi di rifiuti, domani di spaccio di coca e dopodomani di schianti autostradali. Neanche Pico della Mirandola sosterrebbe la sfida. E i risultati si vedono. Chi fa poi i titoli e le prime pagine deve avere seri problemi (vita sessuale infelice o inesistente, calcoli alla cistifellea o attacchi diarroici ostinati) perchè quello che vediamo ogni mattina renderebbe infelice persino un cammello nella più sperduta oasi nel Niger.

Oggi, Gazzetta di Reggio (che non è il peggio se paragonato a fogli “cacata carta” per dirla con Catullo, come l’Infilippazione o Il motteggio di Reggio) poneva al centro della prima pagina a colori una foto con titolo. I concerti dei quartetti a Reggio? La morte di Camillo Rossi, figura storica del cattolicesimo reggiano? No. Bazzecole. Roba da vecchi parrucconi. Spazio al nuovo che avanza: “Ruttosound entra nel Guinness dei primati“!

Questa la notizia: una banda di dementi (almeno 30.000, dice il solerte cronista) accorsi a sentire una gara di rutti. Avete letto bene: da anni si svolge questa meravigliosa iniziativa. Gara di rutti. Che, immagino, faccia parte del triathlon del leghista perfetto insieme alle altre due specialità: miss culetto bagnato e petosymphony. Altro che libri, bilbioteche e concerti noiosi. Rutti liberi, birra a cannella e via libera alla aerofagia!

Lo so, sono vecchio e reazionario e qualcuno, di belle speranze e breve intelletto, mi chiederà sbuffando: ma che c’è di male?

E se, per questa come per le tante cose di questa povera Italia rovesciassimo la domanda? “Che c’è di bene?”

Ricordate il dott.Stranamore?

Grazie a questo governo retto e dominato dalla fantasia, ogni giorno ci aspettano nuove gag, frizzi, lazzi e battute. Insomma un vero spasso, non fosse che un vero governo dovrebbe occuparsi della res publica e non comportarsi come una compagnia d’avanspettacolo (con tutto il rispetto per i nobili teatranti). Ricordate “Il dott.Stranamore” del mai abbastanza rimpianto Stanley K.? Lo scienziato tedesco, riciclato dalla NASA (presa per i fondelli del vecchio vonBraun) che, impegnato a proteggere l’occidente con nuove meravigliose armi missilistiche, ogni tanto aveva il proprio braccio destro che scattava nel rigido saluto nazi, ribelle ad ogni controllo e opportunità? Più o meno, qualche scalino nella scala evolutiva più in basso, è quello che è accaduto alla M.V.Brambilla, neoministro del turismo, il cui braccino destro è partito verso l’alto al termine dell’esecuzione dell’inno nazionale. Il tutto non alla festa dei nazisti della ValBrembana, ma alla cerimonia della festa dei carabinieri in quel di Lecco (nomen omen?).

Abituati a scrutare altre parti del corpo della neoministra, la novità ci lascia delusi. Proponiamo quindi alla “signora” (si fa per dire) l’adozione di apposite autoreggenti anche agli avambracci. Fascista sì e passi (tanto ormai..), ma, perbacco, anche l’occhio vuole la sua parte…


Il problema Lega

Ci sono tutta una serie di luoghi comuni, di autodifese di un paese, che servono ad avere un po’ meno paura, a pensare che tutto alla fine si aggiusta, a credere che noi siamo diversi dal resto del mondo, o quasi. L’aver vissuto, per un ventennio una dittatura tra le peggiori in Europa, come il fascismo, ha portato un sacco di gente a pensare che non sarebbe mai più accaduto, che il nostro paese, con quella cultura per metà cattolica solidarista, e per metà comunista ed egualitaria si sarebbe salvato da guai peggiori. Per molto tempo funzionò così, e per molto tempo si è pensato che tutto quanto sembrava uscire da questi schemi non poteva essere altro che una bizzarria, una curiosità, un’eccentricità, persino un qualcosa di comico.
Ma purtroppo non è vero. Il fascismo non fu una parentesi, come voleva Benedetto Croce, il paese è sempre stato su un crinale, in bilico, e forse ha ragione chi dice che l’eccezione, o la parentesi, non fu il ventennio del fascismo, ma semmai i 50 anni successivi di prima Repubblica. Dunque che non siamo mai stati un paese con una vera autentica e solida cultura democratica e civile, ma siamo sempre stati un paese con tentazioni autoritarie, con una scarsissima consapevolezza dei diritti e dei doveri in un paese democratico.
Ora quello che accade attorno alla Lega Nord, è qualcosa che da troppo tempo viene sottovalutato. O al massimo ridicolizzato. Le ronde padane (e mica solo quelle di oggi), le dichiarazioni fuori luogo di ministri e dirigenti del Carroccio, la militanza razzista e xenofoba di buona parte dei leghisti minimizzata, come fosse un gioco innocuo, un qualcosa per far sfogare qualche basso istinto, e niente di più.
E invece la Lega è un partito pericoloso, dove il razzismo pesa seriamente, dove gli atteggiamenti xenofobi sono evidenti. L’assessore al territorio della Lega, alla Regione Lombardia, ieri ha detto: “È inammissibile che anche in alcune zone di Milano ci siano veri e propri assembramenti di cittadini stranieri che sostano nei giardini pubblici, a ogni ora del giorno e della notte, come avviene per esempio ormai da qualche giorno in piazza Oberdan”.
Dunque gli stranieri neppure più ai parchetti potrebbero stare. E smettiamola di sorridere a queste uscite, quasi fossero sciocchezze di gente incapace di intendere e di volere. Cominciamo con il dire seriamente, che esiste un problema, su cui non è più lecito scherzare. Il problema di un potente partito, un potente movimento, capace di influenzare il Governo in modo deterninante, e assolutamente incivile, razzista, e con una forte tendenza autoritaria. Che fare?

Roberto Cotroneo

http://www.unita.it/rubriche/cotroneo

Parole e parole

Un caro amico mi metteva in guardia dall’usare il termine “satiro” rivolto al nostro premier provvisorio, per evitare rischi di denunce per insulto al capo del Governo. Ora, il dizionario della lingua italiana alla voce “Satiro” riporta: “persona morbosamente lasciva o lussuriosa”. Un 73enne, capelloriportato, liftingato, taccato e mascarato, che si accompagna con 20,30 ninfette (anche minorenni) può definirsi tale? Neppure l’orrido e ghignante Ghedini potrebbe negarlo. Del resto la lingua italiana è così complessa, ricca e predisposta alla perversione, che può vantare un apposito “Dizionario dei sinonimi e dei contrari” che non credo disponibile in tanti altri idiomi. Quindi ritengo, a sfidare eroicamente il ghignante Ghedini, che il capo (provvisorio) del governo sia etichettabile come satiro. Termine che mi richiama, per assonanza, quello di “satrapo”, ma il buon Sartori preferisce quello di “sultano”. Cosa questa che un po’ mi dispiace. Per me il termine “sultano” si lega a Salgari, a reggie favolose, elefanti con il baldacchino, non a baldracche e ville stile cafonal.

Magari meglio “Califfo”, che ci rimembra tale Califano, noto gentleman romano ben apparentabile al suddetto satrapo, pardon satiro, anzi sultano. Mah, ci saranno altri termini disponibili? Corro a consultare il benefico “Dizionario dei sinonimi e dei contrari” e poi vi saprò dire. Nell’attesa godiamoci l’attualità: a Parma panchine solo per anziani e non per le badanti (giusto: staranno in piedi a fianco o accucciate come cagnolini?), a Milano niente assembramenti nei luoghi pubblici come ai tempi di Bava Beccaris e del gen. Roatta. Bella Italia (si fa per dire).

Salvate il soldato Obama!

Salvate il soldato Obama! Stasera (ora italiana) incontrerà il vecchio satiro per un caffè, da bravo G.I. Obama è riuscito a schivare il pranzo ufficiale e così si è risparmiato barzellette sui neri che ce l’hanno più lungo, sulle labbra di lady Obama e sulla potenza virile del vecchio satiro. Però anche un caffè è una bella prova. Quante cazzate sparerà il nostro (si fa per dire) fra lo zucchero e il latte? Il caffè americano oltretutto è quella broda nera da mezzo litro…E poi c’è il problema statura (no non quella morale, che per il vecchio satiro è come Bolzano in gennaio: -4), Obama è quasi 1,90 il nostro 30 cm. in meno. Cosa farà nelle foto? Metterà zeppe da drag-queen? Salterà con perfetto stacco da saltatore al momento del clic? Zomperà sulle spalle del povero Barack gridando “gid-dap!”? E poi Barack ha già le scarpe belle lucide, anche senza la saliva del premier!

Sarà comunque imbarazzante: mandiamo una taskforce, chiediamo a Spielberg come si fa a salvare il soldato Obama dal satiro premier (provvisorio). Noi siamo pronti, che si fa per la propria patria…

Pensierino domenicale

Come ci insegnavano una volta, la prima intenzione a Messa al momento della preghiera dei fedeli era “preghiamo perchè la Chiesa si converta”. E allora, oggi domenica, preghiamo per questo.

Perchè la Chiesa non debba più designare nessuno in fondazioni bancarie.

Perchè la Chiesa non debba mai interessarsi di consigli di amministrazione, interessi e nomine.

Perchè la Chiesa scelga sempre la strada della misericordia e non quella della condanna.

Perchè la Chiesa decida un bel giorno che può fare a meno di tutti i Concordati con gli Stati,utili solo a lucrare privilegi e favoritismi.

Perchè ci ricordiamo che esiste solo il Vangelo dei poveri e non quello dei ricchi.

Perchè nel credere vale anche lo stile di vita e non le parole. E la castità non è solo quella della carne, è anche quella che ci tiene lontano dal potere e dalla sua corruzione.

Perchè la Chiesa italiana si accorga del disastro morale in cui versa la società e si muova con gesti e parole profetiche.

Perchè la Chiesa dedichi almeno la metà dell’attenzione che mette sui temi della morale sessuale anche ai temi della povertà, della dignità umana e della pace (quella vera, che non è solo mancanza di guerre ma è soprattutto giustizia).

Per quanto mi riguarda, anche per quest’anno, devolverò il mio 8 p.mille alla Chiesa valdese. Diciamo che è il piccolo contributo di un credente alla povertà della Chiesa.

Ahhhrieccoli! (2)

Solerti amici e lettori hanno osservato: “non conta se uno fa politica da tanti anni, non basta essere giovani per essere in gamba!”.

Giusta osservazione: basta guardarsi in giro per vedere tanti “giovani” a cui non affideremmo neppure la gestione del nostro cortile, insediati già ostricamente nelle stanze e stanzette del potere. La mia osservazione sui reduci del glorioso congresso del 1989 era più banale. Non è questione di anni, anagrafici o di militanza. E’ una osservazione di efficienza. Questi qua, la compagnuccia del 18° (congresso), ha perso, riperso e perso di nuovo. Tutti presi dai loro magnifici ego ombelicali hanno massacrato l’unico in grado di battere due volte il premier (provvisorio)-satiro ed hanno perso, riperso e straperso. Magnifici professionisti della politica hanno condotto la sinistra dove neppure il più sventato dei distratti incompetenti sarebbe riuscito. Loro sì. Loro hanno perso, riperso e perso di nuovo. E adesso affonderanno anche il PD e dopo? Diventeremo tutti leghisti (o satiri)?

Ahhhrieccoli!!

Era il 22 marzo 1989. La città Roma. Si concludeva il 18°Congresso del PCI sul tema ” Il nuovo Pci in Italia e in Europa. È il tempo dell’alternativa”. In questa bella giornata nella capitale veniva nominata la Segreteria del grande partito, la formazione era questa: Segretario Achille Occhetto, Componenti: Antonio Bassolino, Massimo D’Alema, Piero Fassino, Fabio Mussi, Claudio Petruccioli, Livia Turco, Walter Veltroni.

Nell’Urss Gorbaciov apriva alle elezioni il cammino della perestrojka, nella tornata elettorale che avrebbe visto i candidati popolari spazzare via i burocrati del Pcus, Eltsin stravinceva a Mosca, nelle Repubbliche baltiche i candidati popolari si aggiudicavano 31 seggi su 33. Un paio di mesi dopo gli scontri di Piazza Tien-an-men. Qualcuno a Berlino o a Budapest pensava che forse qualcosa poteva cambiare. Bush padre era alla Casa Bianca e Reagan defungeva.

Alain Prost vinceva il mondiale di Formula 1 con la sua McLaren-Honda, l’Inter di Trapattoni vinceva il campionato, in tv spopolava Heather Parisi.

Sono passati 20 anni. Un bimbo nato allora corre in auto e va all’Università. 20 anni.

E questi qua sono ancora a romperci i cabasisi, a progettare nuovi meravigliosi piani politici per il futuro della (loro) sinistra: Antonio Bassolino, Massimo D’Alema, Piero Fassino, Fabio Mussi, Claudio Petruccioli, Livia Turco, Walter Veltroni. Arieccoli! Dopo le elezioni di domenica ancora pronti a sfoderare i loro pugnaletti, a fare i loro discorsini, i loro giochettini, a spostare omini su una scacchiera sempre più rosicchiata dai tarli e dalla storia.

Libro consigliato: “Vent’anni dopo” di A.Dumas.

Omini verdi?

Finiremo tutti leghisti? Tutti chiusi in casa o ad inveire contro questo e quello? O vogliamo affrontare il problema di questi omini verdi che non sono scesi da un disco volante ma sono i nostri vicini di casa? E se la lega, proprio perchè presente nel territorio come erano i vecchi partiti tanto deprecati, fosse l’unica oggi capace di sentire l’umore della gente, i loro problemi? Dando risposte sbagliate, razziste, demagogiche e xenofobe. Ma i problemi esistono e loro danno risposte. Abbiamo dissolto i partiti, creato club come se la politica in Italia fosse roba da circoli del golf, si sono dissolte le agenzie formative storiche e ora abbiamo gli omini verdi al 18% in Comune a Reggio. Non sarebbe ora di fare un bel mea culpa e di pensare come riportare il fenomeno lega ai suoi limiti fisiologici, quelli dei tipi da bar, verso il 2/3%. La gerarchia ecclesiastica non ha nulla da rimproverarsi? La lega in zone tradizionalmente bianche arriva al 30%, quei parroci non si sono accorti di avere a che fare con parrocchiani che votano un partito che con il Vangelo fa a pugni? O abbiamo tanti donRanza anche là? E quei pezzi di elettorato una volta di sinistra passati alla lega (anche a Reggio) non ci fanno pensare? Ma pensare e basta o ci spingono (sindacati, partiti, amici di “sinistra”) a far qualcosa? Magari, per i nostri amministratori, recuperare un rapporto con la gente? O aspettiamo di diventare anche noi omini verdi? Perchè una cosa è chiara: questi qua, di tornare sul loro disco volante e andarsene, non ne hanno nessuna intenzione.

Pensierini post elettorali e libri consigliati

Del Rio è passato al primo turno. Non di tanto, ma per come si era messa la partita, la vittoria è ancora più gradita. E poi, come diceva Schumacher: “non importa vincere di 1 minuto o di un secondo, quel che conta è vincere”. Libro consigliato: “Le mie gioie terribili” di Enzo Ferrari.

Il mai dimenticato Carlo Maria Cipolla definiva lo “stupido” come colui che “senza guadagnarci nulla fa danno agli altri”. Credo che Baldi e l’ex sindaco non abbiano mai letto Cipolla. Libro consigliato: “Allegro ma non troppo. Le leggi della stupidità umana” di C.M.Cipolla.

Pare che Filippi ancora non abbia capito cosa sia successo, è stato visto girare per la città promettendo il ballottaggio per domenica prossima, forse al bosco del Cernaieto… Libro consigliato: “Alice nel paese della meraviglie” di L.Carroll (ma nella versione con tante figure…)

Johnny Rovacchi pare sia soddisfatto del risultato: Rifondazione diventa invisibile anche in Consiglio Comunale. Forse vuole imitare la setta dei Rosacroce che, si diceva, meno la vedi e la senti e più è potente. Libro consigliato: “Il club dei suicidi” di R.L.Stevenson.

I grillini sono entrati in Consiglio. Bene, giovani ed entusiasti forse daranno uno scossone al mercatino del pesce cui si era ridotto il Consiglio nell’ultima legislatura. Libro consigliato:”I bambini che salvarono il mondo e cento altre storie” di Autori vari.

I leghisti hanno raddoppiato i voti, a conferma dell’imputridimento della nostra società. Libro consigliato: ma perchè, sanno leggere?