Se penso (Patrizia Valduga)

Ne ho visti nascere, in questi ultimi anni, di circoli, di comitati, di associazioni, di movimenti. Società civile, Libera, Libertà e Giustizia, Girotondi, Ammazzateci tutti, Popolo viola…I “grillini” sono ormai un partito, il Movimento a 5 stelle; e pensare che ci sono da anni alberghi con 7 stelle.

Sono nati in difesa di legalità, di laicità, di giustizia e Costituzione, mentre la Sinistra ufficiale andava perdendo consensi, comuni, province, regioni. La sinistra ufficiale si è forse domandata: che bisogno hanno questi qui di venir fuori come funghi ogni stagione? Non è a noi che spetta difendere quello che vogliono difendere loro? No, ogni stagione la sinistra ufficiale si è domandata solo: aderiamo a quella manifestazione? Firmiamo quell’appello? Li appoggiamo o li ignoriamo? E io mi domando adesso: cosa bisogna fare ancora perchè i D’Alema e i Veltroni e gli altri mollino l’osso? Bisogna accopparli?

D “Repubblica”, 15.5.2010.

Come un videogioco…

Game over e si ricomincia! Come un videogioco ogni giorno ci gustiamo una nuova partita del successo del momento “Old pig chase” (Caccia al vecchio porcello). Continui colpi di scena, mignotte che imperversano scosciate e languide, avvocati ghignanti, giornalisti venduti. L’obiettivo è catturare il vecchio porcello ormai alle corde ma che continua, nonostante tutto, ad allungare le mani su qualunque cosa vivente di sesso femminile. Sembra spacciato. Cotto, finito. Game over!

Poi, il giorno dopo, si ricomincia. Nuove rivelazioni sempre più laide, di nuovo mignotte a volo radente, avvocati sempre più ghignanti (che si tratti di un crampo o di una paralisi facciale?), avvocati sempre più venduti e leccobardi e ancora…

Sull’altra consolle invece gira in parallelo un altro videogioco, se il primo è per le masse un po’ grossolane, questo, invece, è per palati raffinati, si chiama “History of P(s)D” (Storia del Partito|suicida|democratico). Il plot è più complicato: una tribù di excomunisti, exdemocristiani, ex socialisti, exexex.. si scanna allegramente in vista della riunione di autunno nei grandi pascoli. In quella tribù vige una simpatica usanza: si scannano i capi e capetti, mentre la gente “normale” sta chiusa fuori. Non ha diritto a dir nulla, se non alla fine ad accorrere presso strane costruzioni detti gazebo per sancire con un plebiscito la vittoria già decisa nella grande tenda chiusa.

I capi in lizza sono i più prestigiosi: Orso piacentino (che può vantare l’appoggio di Baffo del Salento), contro Puledro ferrarese (sconfitto nella battaglia della UE ma sostenuto dal mezzosangue Uolter l’americano). Una lotta fra titani.

Programma dell’Orso: “un riformismo democratico radicato nel territorio che si confronti con le esigenze della crescita che coniughi sviluppo e lavoro”.

Programma del Puledro:un riformismo democratico, radicato nel territorio, che si confronti con le esigenze della crescita che coniughi sviluppo e lavoro”.

Quelle due virgole rappresentano due mondi, due speranze, due possibilità, due p…

Ma anche per questo videogioco ogni giorno c’è una nuova avventura, una nuova svolta. Poi: “gameover” e si ricomincia.

Come si chiamava la consolle? Nintendo? Già, proprio n(on)intendo…..

Bettino? Ancora lui!

Veltroni (sì, quello che non era mai stato comunista, pur essendo stato negli organismi dirigenti del Pci e Direttore dell’Unità: come se un vescovo venisse fuori a dire che non è mai stato cristiano…) ci delizia con un peana alla memoria del contumace pregiudicato Benedetto Crassi (in arte Bettino Craxi). “Grande statista”, “anticipatore” e simili amenità. Che sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per reati comuni, che importa? Un politico è superiore a queste fanfaluche, leggi, norme, diritto. Un politico deve essere legibus solutus per esprimere tutto il suo genio, spaziare senza dover sottostare a banalità giuridiche. Avere “grandi idee”, se poi si fregano soldi, si saccheggia lo Stato, si degrada la morale in tutti i modi (le voci sulle esagerazioni sessuali dei leader iniziarono allora) cosa importa? Si fa parte di un’altra classe (il termine “casta” mi sembra offensivo, visto che le vere “caste” hanno ben altri fondamenti) che per dirla con il Belli (“io sò io e voi un siete un cazzo“) può fare quel che vuole.

Per me Craxi rimane un pregiudicato, morto contumace in Tunisia, che poi abbia fatto anche cose degne come politico mi sembra davvero irrilevante. Ma, come è noto, “loro sono loro e io nun sono un c…” (si fa per dire).

Ahhhrieccoli! (2)

Solerti amici e lettori hanno osservato: “non conta se uno fa politica da tanti anni, non basta essere giovani per essere in gamba!”.

Giusta osservazione: basta guardarsi in giro per vedere tanti “giovani” a cui non affideremmo neppure la gestione del nostro cortile, insediati già ostricamente nelle stanze e stanzette del potere. La mia osservazione sui reduci del glorioso congresso del 1989 era più banale. Non è questione di anni, anagrafici o di militanza. E’ una osservazione di efficienza. Questi qua, la compagnuccia del 18° (congresso), ha perso, riperso e perso di nuovo. Tutti presi dai loro magnifici ego ombelicali hanno massacrato l’unico in grado di battere due volte il premier (provvisorio)-satiro ed hanno perso, riperso e straperso. Magnifici professionisti della politica hanno condotto la sinistra dove neppure il più sventato dei distratti incompetenti sarebbe riuscito. Loro sì. Loro hanno perso, riperso e perso di nuovo. E adesso affonderanno anche il PD e dopo? Diventeremo tutti leghisti (o satiri)?

Ahhhrieccoli!!

Era il 22 marzo 1989. La città Roma. Si concludeva il 18°Congresso del PCI sul tema ” Il nuovo Pci in Italia e in Europa. È il tempo dell’alternativa”. In questa bella giornata nella capitale veniva nominata la Segreteria del grande partito, la formazione era questa: Segretario Achille Occhetto, Componenti: Antonio Bassolino, Massimo D’Alema, Piero Fassino, Fabio Mussi, Claudio Petruccioli, Livia Turco, Walter Veltroni.

Nell’Urss Gorbaciov apriva alle elezioni il cammino della perestrojka, nella tornata elettorale che avrebbe visto i candidati popolari spazzare via i burocrati del Pcus, Eltsin stravinceva a Mosca, nelle Repubbliche baltiche i candidati popolari si aggiudicavano 31 seggi su 33. Un paio di mesi dopo gli scontri di Piazza Tien-an-men. Qualcuno a Berlino o a Budapest pensava che forse qualcosa poteva cambiare. Bush padre era alla Casa Bianca e Reagan defungeva.

Alain Prost vinceva il mondiale di Formula 1 con la sua McLaren-Honda, l’Inter di Trapattoni vinceva il campionato, in tv spopolava Heather Parisi.

Sono passati 20 anni. Un bimbo nato allora corre in auto e va all’Università. 20 anni.

E questi qua sono ancora a romperci i cabasisi, a progettare nuovi meravigliosi piani politici per il futuro della (loro) sinistra: Antonio Bassolino, Massimo D’Alema, Piero Fassino, Fabio Mussi, Claudio Petruccioli, Livia Turco, Walter Veltroni. Arieccoli! Dopo le elezioni di domenica ancora pronti a sfoderare i loro pugnaletti, a fare i loro discorsini, i loro giochettini, a spostare omini su una scacchiera sempre più rosicchiata dai tarli e dalla storia.

Libro consigliato: “Vent’anni dopo” di A.Dumas.

Grazie, Walter!

Grazie, Walter! Il messaggio finale di saluto è stato un momento di grande dignità e intelligenza. Il progetto del PD non ha avuto dirigenti all’altezza. Una “classe eterna” che ha vissuto su vecchie logiche, preoccupata solo di autotutelarsi, incurante di dare risposte e un senso ad un elettorato che aspettava invece innovazione e identità.
“Non chiedere da dove vieni ma dove vai!” ha ricordato Veltroni andandosene. Lo capiranno?

video in: http://tv.repubblica.it/copertina/veltroni-scusate-vado-via/29553?video

Ricordate?

Ricordate? Il 3 febbraio 2002 Nanni Moretti indicando i dirigenti radunati sul palco di Piazza Navona disse “Con questa classe dirigente non vinceremo mai”.
Quella “Classe eterna” di dirigenti, sconfitti e risconfitti ma ancora lì. D’Alema e Veltroni stanno litigando da 4 partiti, come ricordava oggi Ezio Mauro, partiti scomparsi nel frattempo, eppure tutti ancora lì. Senza che nessuno capisca quale sia mai stata la causa del conflitto, salvo frattaglie personali.
Rutelli sconfitto nel 2001? Ancora lì, a minacciare scissioni. Il nulla che si scinde, roba che neanche Heidegger…
Nasce un nuovo partito a freddo, unito da qualche passata di colla Pritt, che unisce pezzi di potere qui e là, di Fondazioni e Comuni, di Giunte da occupare ad aeternum. Un partito dove ancora si ragiona in termini di “noi” e “loro”, mentre gli elettori se ne vanno al mare, o ai monti. Valeva la pena?
Oggi Veltroni si è dimesso. Emozione, scompiglio “PD nel caos” recitano i titoli sul web. Semplice normalità. Correttezza. Perdo? Me ne vado.
Ma in Italia dove un ministro che si dimise per il caso Moro lo fecero, come premio per l’eccezionalità, Presidente della Repubblica (si chiamava Kossiga), come pretendere?
Di fronte alla forza di un partito populista che fa della mancanza di qualunque etica la sua forza corruttrice della morale pubblica, se non c’è una risposta chiara e basata su linee chiare che si confrontano all’interno di un partito con vincitori e sconfitti, come impone la democrazia, cosa aspettarsi? E le linee chiare, come Obama ha insegnato, devono essere su temi forti, su scelte impegnative, anche al limite dell’utopia. O pensiamo di mobilitare i giovani sulla lotta per l’ICI, lasciandoli in un paese senza speranze per il domani (anzi per oggi pomeriggio)?