Tranquilli! Il COPASIR vigila…

Un “giornalista” viene assunto a suon di milioni di euro, passa da una “giornale” come Libero all’house organ di casa berlusconi, inizia la sua “campagna” d’autunno (assimilabile al concetto anglosassone di “shit in the fancoil”, allias “cacca nel ventilatore”) da bravo, solerte, salariato e cosa succede? Un casino! I vescovi si arrabbiano, eh signori miei, quando il VSI (vecchio satiro isterico) aveva definito “delinquenti” i giornalisti dell’opposizione, siete state zittini, ora vi siete svegliati, bene! Il solerte feltri (scusate la parolaccia) ha fatto quello per cui era stato pagato, adesso viene sconfessato anche dal suo datore di lavoro, non c’è più rispetto! Ora si parla di “veline” (cartacee non carnali), di “informative” dei servizi. Ohhh! Ma chi era il braccio destro di feltri a “Libero”? Sì, proprio lui, l’agente “betulla”, quel renato farina cacciato dall’ordine dei giornalisti. E allora? Ci stupiamo? Ci spaventiamo? No. Non si deve. Il Copasir (Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) veglia, il suo presidente tale francesco rutelli(sì. sì, lui, il superconvertito…), ci assicura che sta vigilando. Ahhh, bene. Allora possiamo stare tranquilli (si fa per dire)…

E’ dura, davvero dura…

E’ dura, davvero dura, continuare ad essere di sinistra. Lo confesso, faccio il mio outing di elettore in difficoltà. Non bastasse la marea di letame che il premier solleva ogni giorno (ma Pansa lo chiama “brodo” in cui andrebbe lasciato il suddetto) capitano cose che metterebbero a dura prova un dromedario assetato. In due giorni (due) ci siamo beccati le alte considerazioni di D’Alema (ieri) e di Rutelli (oggi) sul PD, la vita, il mondo, il cielo e la terra. Mi rivolgo agli amici e quindi non vi do neppure le indicazioni per ritrovare i loro testi sul web. Agli amici scherzi simili non si fanno! Io me li sono letti. Confesso. Alla fine ero incerto se iscrivermi al Partito nazista dell’Illinois o chiedere un periodo di servizio civile in qualche bidonville africana. Il nulla totale, un linguaggio da tagliarsi le vene alla seconda riga. Testi che potresti scambiarli e nessuno se ne accorgerebbe tanto sono inutili, fumosi e tragicamente grotteschi.

Rutelli (ex radicale, sconfitto nel 2001, convertito al credo vaticano-che con il cristianesimo c’entra quanto i classici cavoli), D’Alema (Segreteria Pci 1988, il “genio” della politica, come quei “geni” del pallone che passano la vita a centrocampo senza mai fare un gol). Eccolì lì. E nessuno ride. Nessuno si alza in piedi e come direbbe Totò “Ma mi faccia il piacere!”.

E noi, elettori in difficoltà, dovremmo aspettare il “verbo” da simili condottieri? Andare in battaglia, cantando giulivi dietro simili leader? Ho capito solo una cosa che ionoi saremmo l’antipolitica, loro la politica. Una cosa è certa: non so cosa io sia ma certamente non sono come loro.

Oggi è una giornataccia: incomincio a pensare che finiremo tutti leghisti e che la cosa ci piacerà pure (si fa per dire).

 


Ricordate?

Ricordate? Il 3 febbraio 2002 Nanni Moretti indicando i dirigenti radunati sul palco di Piazza Navona disse “Con questa classe dirigente non vinceremo mai”.
Quella “Classe eterna” di dirigenti, sconfitti e risconfitti ma ancora lì. D’Alema e Veltroni stanno litigando da 4 partiti, come ricordava oggi Ezio Mauro, partiti scomparsi nel frattempo, eppure tutti ancora lì. Senza che nessuno capisca quale sia mai stata la causa del conflitto, salvo frattaglie personali.
Rutelli sconfitto nel 2001? Ancora lì, a minacciare scissioni. Il nulla che si scinde, roba che neanche Heidegger…
Nasce un nuovo partito a freddo, unito da qualche passata di colla Pritt, che unisce pezzi di potere qui e là, di Fondazioni e Comuni, di Giunte da occupare ad aeternum. Un partito dove ancora si ragiona in termini di “noi” e “loro”, mentre gli elettori se ne vanno al mare, o ai monti. Valeva la pena?
Oggi Veltroni si è dimesso. Emozione, scompiglio “PD nel caos” recitano i titoli sul web. Semplice normalità. Correttezza. Perdo? Me ne vado.
Ma in Italia dove un ministro che si dimise per il caso Moro lo fecero, come premio per l’eccezionalità, Presidente della Repubblica (si chiamava Kossiga), come pretendere?
Di fronte alla forza di un partito populista che fa della mancanza di qualunque etica la sua forza corruttrice della morale pubblica, se non c’è una risposta chiara e basata su linee chiare che si confrontano all’interno di un partito con vincitori e sconfitti, come impone la democrazia, cosa aspettarsi? E le linee chiare, come Obama ha insegnato, devono essere su temi forti, su scelte impegnative, anche al limite dell’utopia. O pensiamo di mobilitare i giovani sulla lotta per l’ICI, lasciandoli in un paese senza speranze per il domani (anzi per oggi pomeriggio)?