Grazie, don Aldo!

Riprendo la lettera di don Aldo Antonelli (parroco di Antrosano) a Corrado Augias (Repubblica, 2 aprile 2009):

Caro Augias, ho, inutilmente, sperato che di fronte alle critiche intra ed extra ecclesiali i vescovi si interrogassero sui problemi veri degli uomini e delle done; invece li vedo arroccati nella stanca ma altèra ripetizione di vecchi proclami, più preoccupati di difendere sè stessi che di servire quella comunità “per la quale” sono stati costituiti. La loro, ormai è una contro-testimonianza. La Chiesa che emergeva dal Vaticano II era più attenta a lavare i piedi dell’umanità che non preoccupata di curare le vesti che indossava. La Chiesa che loro sognano e “un popolo di colli storti”, per dirla con le parole di Bernanos nel suo Diario di un curato di campagna. Ho l’impressione che tocchi a noi, semplici sacerdoti e semplici fedeli, rievangelizzarli, ricordando loro che “il precetto del Magistero non è che comando umano: ma la coscienza è la voce di Dio”, come già affermava San Tommaso. Tocca a noi ricordare quanto, ai tempi del Concilio, lo stesso Joseph Ratzinger scriveva: “Al di sopra del papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesisastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica”.

Grazie don Aldo!