Giornata oggi di sciopero dell’informazione contro la Legge-bavaglio. In edicola solo i giornali del Padrone e il Riformista, il quotidiano di sinistra di estrema destra.
Giusto protestare. La legge è una delle ultime raffiche di un governo in agonia (che però ha la pelle dura e tanti caricatori in saccoccia pronti).
Però. Non troviamo nulla di meglio che uno sciopero che taglia l’informazione a tutti? Protestiamo contro la censura e poi, nei fatti, per un giorno, ci autocensuriamo? Questa dello sciopero generale mi sembra un riflesso pavloviano. Di fronte al problema, alla legge sbagliata, alla ennessima mascalzonata del Regno dei Birboni, zac! Sciopero! E poi?
Oggi il cavaliere plastificato se la gode, o almeno sta tranquillo fra ètere e sciampagn. Certo non con le mani in mano, lui e gli altri della banda. Ma noi, duri e puri (e poco furbi) gliela abbiamo fatta vedere! Vuoi censurarci? E non ci censuriamo prima! Diabolici!
Usiamo sistemi dei tempi di Pellizza da Volpedo, “compagni avanti il gran partito…”. Già il partito è partito e non è mai arrivato. Ma noi a scioperare come le mondine, i tornitori della Breda nel 1943.
Siamo un paese dove ogni giorno solo 2 milioni di persone leggono i giornali (Gazzetta dello Sporc compresa) ma 11 milioni si scolano il videovangelo. E che facciamo? Sciopero, niente giornali. Mah!
Una volta lo sciopero era un atto forte, che arrecava danno al Padrone (con sacrificio del lavoratore). Oggi ci martelliamo le gonadi mentre il Padrone se ne frega allegramente, sorseggiando un Daiquiri con i servi attorno.
Fantasia. Immaginazione. Qualche idea nuova, no? Io oggi non solo avrei fatto fatto uscire i quotidiani, ma li avrei fatti uscire al 50% del costo, 3×2, anche gratis. Distribuendoli porta a porta come si faceva una volta. Andando dalla gente che non legge e dire loro “prova, magari ti piace”. Eh, bravo furbo, mi dice l’amico Drogo, qui a Fortezza Bastiani: ma così gli editori democratici ci perdevano talleri, money, zwanziche.
Urca! Che ingenuo che sono! Business as usual allora. Sempre in difesa della libertà di stampa, però…o no?