Santi, mignotte e baciapile

Sono una donna, non sono una santa“, precisava flautata Rosanna Fratello negli anni ’70 e noi ragazzini inesperti a chiederci quale mondo si nascondesse dietro a quel termine “donna”, che doveva essere promettente visto la sua contrapposizione alla santità.

Dopo un trentennio abbiamo un altro esponente del mondo dello spettacolo che ammette “non sono un santo..(sono un vecchio patetico satiro)“. Il cerchio si chiude: lontana la santità, prossima la umana concupiscenza. Le stelle sono lontane, rivoltoliamoci nella fanga. Cosa volete, siamo uomini. A capo. E tutti a ridere.

Sì, a ridere, perchè la cosa più rivoltante di questa vicenda penosa non sono i disperati tentativi di un ricco di opporsi alla morte, ben conscio che, per dirla all’inglese, la bara non ha le tasche, ma il parterre de merde che lo circonda. Ieri, in prima fila, chi gnignava alla battuta del vecchio satiro? Califano? Briatore? Rocco Siffredi? No. Roberto Formigoni. L’ipercattolico Formigoni, il ciellino di ghisa Formigoni, il defensor virginitatis Formigoni.

Esagero, ma quasi quasi preferisco il vecchio porcello all’ipocrita da sacrestia, il primo l’inferno ce l’ha già dentro di sè, il secondo tenterà fino all’ultimo di far fesso il Padre eterno. Ma tranquilli, anche se in gironi diversi (lussuriosi, ladri, traditori etc… il primo, ipocriti e spergiuri il secondo) si ritroveranno tutti e due e magari rideranno meno.