Bella gente..

8.jpgQuesto bel tomo sghignazzante sarebbe il Sindaco di Adro, ridente località del bresciano dove è stata inaugurata una bella scuola leeeeeghista. Il bel tomo indica un povero Cristo extracomunitario, già inchiodato una volta per salvare individui come il sindaco dalla dannazione eterna, e nuovamente inchiodato al muro perchè così qualche comunista non possa staccarlo.

Cosa starà dicendo quel bel tomo leeeghista?

a. Uèh…tel chì al crist!

b. L’om inciuldàa inscì scapa no…

c. L’è un terùn ma…

Lo so, amici cari di FB, è difficile restare calmi. I leeeeghisti non li tollero perchè (oltre a 1000 buoni motivi) mi fanno avere idee che non condivido, tipo: 1. Sorvolare Adro con un branco di mucche diarroiche e coprire la ridente località di concime organico; 2. Augurare al beltomo ghignante (e giunta annessa) un attacco di cacarella a spruzzo; 3. La peggior cosa per un leeeeghista: come Alex in Arancia meccanica costringerli a forza a leggere libri, leggere libri, leggere libri…. Lo so, quest’ultima idea sfiora il sadismo puro ma, che volete, a me i leeeghisti fanno questo effetto…

Impiccioni (Massimo Gramellini)

Emilio Alessandrini, magistrato. Giorgio Ambrosoli, avvocato. Vittorio Bachelet, magistrato. Marco Biagi, professore. Paolo Borsellino, magistrato. Bruno Caccia, magistrato. Luigi Calabresi, poliziotto. Rocco Chinnici, magistrato. Carlo Casalegno, giornalista. Nini Cassarà, poliziotto. Francesco Coco, magistrato. Fulvio Croce, avvocato. Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale. Massimo D’Antona, professore. Mauro De Mauro, giornalista. Giuseppe Diana, sacerdote. Giovanni Falcone, magistrato. Francesco Fortugno, medico e politico. Boris Giuliano, poliziotto. Peppino Impastato, conduttore radiofonico. Pio La Torre, politico. Rosario Livatino, magistrato. Oreste Leonardi e con lui tutti gli agenti di scorta caduti sul lavoro. Giorgiana Masi, studentessa. Piersanti Mattarella, politico. Aldo Moro, politico. Francesca Morvillo, magistrato. Emanuele Notarbartolo, banchiere. Vittorio Occorsio, magistrato. Giuseppe «Joe» Petrosino, poliziotto. Pino Puglisi, sacerdote. Guido Rossa, sindacalista. Roberto Ruffilli, professore. Giancarlo Siani, giornalista. Antonino Scopelliti, magistrato. Giovanni Spampinato, giornalista. Ezio Tarantelli, professore. Walter Tobagi, giornalista. Angelo Vassallo, sindaco. E tanti, tanti altri.

Grazie, perché ve la siete andata a cercare. («Senatore Andreotti, come mai Ambrosoli, l’avvocato che indagava sugli illeciti di Sindona, fu ucciso da un killer nel 1979?». «Non voglio sostituirmi a polizia e giudici, certo è una persona che in termini romaneschi se l’andava cercando». Da La storia siamo noi, in onda ieri su Raitre).

Inizia la scuola

L’estate sta finendo e la scuola si riapre. Peggio che da noi solo in Uganda, diceva Gaber, no, non esageriamo: peggio che da noi solo in Slovacchia, dicono le statististiche OCSE sulla scuola.

Bene. Del resto dalla Enterogelmina cosa attendersi? Princeton? Cambridge?

Però. La storia ci insegna che quando non si vogliono fare le riforme poi arriva il primo barbaro/a di turno che disfa tutto per motivi più o meno ignobili. E così è stato anche nella scuola italiana. I timidissimi tentativi di Berlinguer li ricordate? Massacrato dai nostri eroici “democratici” professori. Bene, verrebbe da dire, sull’onda di Bart Simpson: ora ciucciatevi la Enterogelmina (bleah!). Perché le riforme, quelle vere, costano-non tanto in denaro- quanto in innovazione e rottura di vecchi equilibri e privilegi. E la “sinistra” divenuta conservatrice e garantista dei garantiti ha chiuso gli occhi, convinta di andare avanti così, con insegnanti che non insegnano, dirigenti che non dirigono, bidelli che non bidellano. Tutti poco pagati ma tranquilli a sguazzare nella loro brodazza tiepida.

 

Avanzo allora la mia modesta proposta. Tranquilli, democratici benpensanti, non diventerò mai neppure consigliere di condominio, figurarsi Ministro della Pubblica Istruzione (come dovrebbe chiamarsi l’apposito Ministero):

  1. Alla data del 31.12.2010 tutti i contratti del settore istruzione sono risolti.
  2. Sono istituiti Corsi Europei di abilitazione all’insegnamento, senza formazione di alcuna graduatoria o elenco di merito.
  3. Dal 1.1.2011 viene concessa autonomia a ogni Istituto scolastico (o gruppo o cooperativa) a stipulare contratti di lavoro di diritto privato con insegnanti e personale dirigente e tecnico. I contratti di lavoro saranno tutti a scadenza, rinnovabile per non oltre la durata di due cicli scolastici (anni dieci).
  4. La copertura economica dei contratti è garantita dal Ministero d’intesa con le autorità regionali.
  5. Il Ministero concede a detti Istituti in comodato gli edifici scolastici di cui si assumono la responsabilità, in comune accordo con Enti locali.
  6. I dirigenti scolastici (abilitati da apposito corso universitario europeo) non devono avere mai avuto nella loro carriera professionale nessun tipo di attività docente.
  7. I programmi scolastici sono elaborati dal Ministero della P.I.
  8. Le scuole private, secondo il dettato costituzionale, possono svolgere liberamente la loro attività, senza oneri per lo Stato.

 

Insegnare, come prendere i voti, non è obbligatorio. Chi non sarà chiamato o avrà il contratto non rinnovato cambierà (finalmente) mestiere con grande giovamento proprio e altrui e degli studenti in primis. Non avremo più (o avremo meno possibile) dirigenti incapaci e fannientoni, ex-insegnanti scoppiati e depressi, spostati altrove a far ancora danno.

Tranquilli, proffi abulici e iracondi, non succederà mai: resterete semplicemente e pigramente complici della distruzione della scuola pubblica, ridotta a girone infernale per poveri e sfigati, di fronte allo splendore e luccicore di quella privata. Tutto normale, alla faccia del riformismo (quello vero).

L’inesplicabilità del reale

E io continuo a non capire. O meglio, mi sforzo, in fondo è anche il mio lavoro, ma sempre più spesso devo arrendermi di fronte all’inesplicabilità del reale (bello, eh?).

Prendo a caso da cosette degli ultimi giorni: Il PD a Reggio invita Alessandri a FestaReggio e poi si accorge che: a. il verde onorevole si porta dietro gli scherani come claque; b. Tra il “Pd e la Lega non c’è nulla in comune” (Giornale di Reggio, hodie). Geniale. Ma non era più semplice, e soprattutto intelligente, non invitare certa gente?

Intervista su “Il Fatto” a Donna Almirante: “sto con B., gli eredi di mio marito sono La Russa e Storace” (azz..). Ma perché intervistare questo ciarpame? Ci ricordiamo di Almirante nella Rivista “La difesa della razza”? O attivo funzionario in quel di Salò? Mica stiamo parlando con la vedova di Adenauer…Intervista per sapere cosa, che l’erede di un fascista sono due fascisti? Ohhh! Signora mia, la cosa mi scuote le vene e i polsi…

Le elezioni si avvicinano (forse) e noi siamo ancora senza un candidato. Signora mia, arriva la rivoluzione e io non ho niente da mettermi..Intanto si discute sull’unica cosa inutile: come sfondare al centro! Come pianificare l’invasione della Cina. E se prima raccogliessimo i voti-e tanti-di quelli che non sono andati a votare? Magari sconfiggendo, o almeno provando a farlo, la tragica mania della sinistra di dividersi, distinguersi, litigare, all’insegna de “Io sono più a sinistra di te?” Poi se arriveranno i voti del centro (Cuffaro’s friends?) bene, altrimenti siamo avviati alla definitiva pandizzazione.

 Una cosa invece l’ho capita. Che nel 2003 avevamo ragione ad essere contro l’intervento alleato. Eravamo a Berlino in quei giorni, con la fortuna di assistere alle seduta del Bundestag proprio sulla guerra. Ricordo Carlo Porta, felice come un ragazzino, nel corteo degli studenti berlinesi che manifestavano. Ora ci vengono a dire che…beh, sì, è stato un errore. Ce lo dicono quasi tutti, tranne quel sillyboy di Blair e il cainano di plastica. Vabbè, normale, ma all’inglesino riccastro almeno tirano le scarpe e i cavoli, al nostro invece continuiamo a tirare solo accidenti. Che paese!

L’estate sta finendo…

59508_1489139721893_1635966593_1225573_1726393_n.jpgDomenica sera a FestaReggio presentazione de “Il primo giorno d’inverno”. Un grazie ad Andrea Capelli e a Loris Mazzetti.

Scrivere libri di storia dà oggi una strana sensazione: in un paese che sembra ormai destinato al peggio, trovare un po’ di gente che abbia voglia di leggere e ascoltare è un segnale che forse non tutto è perduto. Anche se rimane, in fondo, il sospetto che serva davvero a poco. Tanto più quando, come in queste settimane di fine estate, le vecchie orribili polemiche tornano a battere alla porta come se, appunto, gli storici non esistessero se non per NON essere letti.

Del resto Dumas diceva: “I libri li legge chi li scrive e chi corregge le bozze”.

Già, dobbiamo farcene una ragione, non ci chiameranno mai alla LUISS o alla KGSH. Siamo così poco trendy…

Che volete, per dirla col poeta “a noi prescrisse il Fato illacrimata sepoltura..”

T.P.Schioppa, la ‘sinistra’ che sta con Tremonti (S.Cannavò)

Se qualcuno non ha ancora capito bene perché il centrosinistra in genere perde contro Berlusconi si rilegga questa frase: “Nell’agire di Tremonti vedo una continuità con la politica del governo Prodi. La vedo e la condivido”. A dirlo al Sole 24 Ore di oggi non è un dirigente qualsiasi del Pd, magari uno di quei “moderati” abbonato al “Riformista” che vorrebbe un centrosinistra ricalcato sul liberismo berlusconiano. No, a dirlo è il predecessore di Tremonti, quell’uomo fortissimamente voluto da Prodi, benedetto da Bertinotti, osannato da Rutelli e Fassino, insomma l’ex ministro del Tesoro Tommaso Padoa Schioppa. Che oltre a tracciare una linea di continuità tra i due governi e tra le due politiche economiche, si mette a fare i complimenti a Tremonti e alla linea rigorista che l’Europa sta seguendo per fronteggiare la crisi. Una linea che sta mantenendo la crescita economica e livelli rasoterra, sta facendo crescere la disoccupazione, intaccare pesantemente le garanzie sociali del dopo guerra (Grecia, riforma pensioni in Francia, pubblico impiego in Spagna e Italia, etc.) garantendo solo i profitti delle imprese che stanno beneficiando del ribasso dell’euro sul dollaro (si guardino le varie semestrali del 2010, ne abbiamo già parlato su questo blog).

Padoa Schioppa si colloca sulla stessa linea di Tremonti ergo, se fosse al suo posto, quindi se il governo Prodi fosse ancora in vita e avesse dovuto incontrare la grande crisi, farebbe le stesse cose. Non ne avevamo dubbi, e del resto non ne hanno tutti coloro che quotidianamente vivono in questo paese, mandano i figli a scuola, hanno a che fare con la burocrazia, si servono (?) dei servizi sociali, e così via. Tutti costoro sanno benissimo che da almeno venti anni questo paese, nelle cose che contano, che incidono sulla vita di una persona, della sua famiglia, dei propri amici – compresa la legalità e le varie corruttele – non c’è nessuna discontinuità apprezzabile tra un governo e l’altro. Ovviamente Berlusconi è più spregevole, si fa tranquillamente gli affari suoi, si serve di ministri compiacenti e incapaci – come giudicare le ultime prestazioni di un’imbarazzante Gelmini? – insomma la fa davvero sporca perché sporco è il suo Dna. Ma gli altri, ogni volta che hanno avuto la loro possibilità cosa hanno fatto per migliorare questo paese? Padoa-Schioppa passava per uomo “nuovo”, un professore estraneo alla politica, competente e risanatore. Oggi si sente prossimo di Tremonti e questo può anche significare che un governo Tremonti con dentro tutti prima o poi vedrà la nascita. E qui sta il nodo fondamentale della crisi politica italiana: la disillusione, la demoralizzazione progressiva. Voglio mettermi nei panni di chi in una figura come l’ex ministro di Prodi ha creduto davvero e che ha sempre professato una forte avversione a Berlusconi e alla sua cultura. Cosa deve pensare leggendo quelle affermazioni? Deve farsi prendere dalla sindrome del 25 luglio, immaginando un nuovo Galeazzo Ciano che consacri la caduta del “dittatore”? O deve invece prendere atto che anche l’ipotesi “riformista-modernista” incarnata da figure come quella di Padoa Schioppa è deludente e perdente proprio perché inadeguata?

Rispondo preventivamente a quanti commenteranno dicendo che il problema di fondo è Berlusconi e che bisogna fare di tutti per liberarsene. Proprio perché sono d’accordo con questo assunto, penso che per liberarsi di Berlusconi si possa fare di tutto tranne che creare le condizioni della sua eternità. A ogni prova di governo il centrosinistra ha mancato la speranza del cambiamento e ha seminato i germi della rinascita della destra, non solo in Italia. Chi conosce la Francia sa bene che l’exploit del Front National di Le Pen affonda nelle delusioni prodotte dalla vittoria di Mitterand del 1981 e altri esempi, tra cui Obama, si potrebbero fare. Una sinistra, anche un centrosinistra che non produca cambiamenti tangibili, miglioramento delle condizioni di vita, attacco ai poteri forti, una prospettiva futura non esiste in natura. E’ destinato a essere solo un pallido risvolto di una destra anch’essa in crisi. La storia italiana è lì a ricordarlo implacabilmente. E invece c’è ancora chi, nel centrosinistra italiano, sogna improbabili leader in grado di battere il “puzzone”: un banchiere come Passera, un imprenditore discutibile come Montezemolo, un architetto già discusso come Stefano Boeri a Milano. Oppure Casini, ancora Rutelli, forse lo stesso Fini. E quello, “il puzzone” se ne sta lì, imperterrito, tranquillo e beato a ricevere attestati di stima indiretti che ne perpetuano la durata e la malsana attività.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/03/padoa-schioppa-la-sinistra-che-sta-con-tremonti/56326/