Risvegli

“Le «rivelazioni» – non sappiamo quanto autentiche –, che si succedono, a disposizione di chi ha la curiosità di continuare a leggerle o ad ascoltarle, non aggiungono (probabilmente) nulla a uno scenario che già era apparso nella sua potenziale desolazione. Nel constatarlo non ci muove alcun moralismo, ma il desiderio forte e irrinunciabile che i nostri politici siamo sempre all’altezza del loro ruolo. Chiarezza per ora non è venuta, ed è un fatto evidentemente non apprezzabile, ma non è questo francamente quel che oggi ci preoccupa di più. Non ci piace che determinati comportamenti siano messi a confronto con un consenso – emergente dai sondaggi – che di per sé è qualcosa di inafferrabile, quasi che da questi possa venire l’avallo a scelte poco consone; così come non ci piace che sull’intera vertenza gravi il sospetto di una strumentalità mediatica, inevitabile forse ma non liberante, circa il punto di vista da cui si muovono le accuse. C’è davvero per la classe politica, ancor prima della decenza, un a priori etico che va salvaguardato sempre e in ogni caso? E che va fatto valere nelle situazioni ordinarie come in quelle straordinarie? Ecco, solo se una simile consapevolezza dovesse ad un certo punto emergere dal dibattito, si potrà allora dire che questa tornata ha paradossalmente avuto una sua, per quanto amara, utilità. Diversamente il Paese, che si è scoperto vieppiù attonito, potrebbe sentirsi anche leggermente raggirato.”

http://www.avvenire.it/Lettere/C+un+a+priori+etico+da+salvaguardare+sempre_200907240707197530000.htm

Il quotidano della CEI pare entrato in una fase di cauto risveglio. Pur con un linguaggio curiale, individua alcuni dei punti nevralgici della questione morale sul tappeto. Certo non possiamo pretendere la chiarezza da chi da secoli s’è scordato il precetto evangelico: “Il vostro parlare sia sì, sì, no,no. Tutto il resto appartiene al demonio” (o alla Sala Stampa vaticana…), però qualche domanda iniziano a porsela anche loro. Piuttosto che niente…