Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.

Giordano Cavestro (Mirko)

Di anni 18 – studente di scuola media – nato a Parma il 30 novembre 1925 -. Nel 1940 dà vita, di sua iniziativa, ad un bollettino antifascista attorno al quale si mobilitano numerosi militanti – dopo l’8 settembre 1943 lo stesso nucleo diventa centro organizzativo e propulsore delle prime attività partigiane nella zona di Parma -. Catturato il 7 aprile 1944 a Montagnana (Parma), nel corso di un rastrellamento operato da tedeschi e fascisti – tradotto nelle carceri di Parma -. Processato il 14 aprile 1944 dal Tribunale Militare di Parma – condannato a morte, quindi graziato condizionalmente e trattenuto come ostaggio -. Fucilato il 4 maggio 1944 nei pressi di Bardi (Parma), in rappresaglia all’uccisione di quattro militi, con Raimondo Pelinghelli, Vito Salmi, Nello Venturini ed Erasmo Venusti.

Parma, 4-5-1944

Cari compagni, ora tocca a noi.                                                               

Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d’Italia.                                                                                     
Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l’idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.                                                                     
Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile.                             
Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care.                   
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.       

Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.

25 aprile: un grazie a..

Buon 25 aprile, festa di libertà per tutti!

25 Aprile, un grazie

ai partigiani combattenti che ebbero il coraggio di dire “no” e accettarono il rischio, perchè per una buona causa si può anche morire

alle donne, ragazze, bambine che rischiarono la loro vita ogni giorno perchè sulle montagne e in pianura quei ragazzi potessero combattere

ai sacerdoti che aprirono le loro canoniche a chi aveva bisogno, incarnando, giorno per giorno, un Vangelo che la Chiesa ufficiale aveva dimenticato per troppo tempo

a quei ragazzi americani, inglesi, francesi, polacchi, australiani, neozelandesi….che vennero nelle nostre terre ad aiutarci a riprendere la nostra dignità

a quei ragazzi tedeschi che capirono che la libertà, la pace e l’umanità era qualcosa che si poteva difendere e conquistare anche gettando le armi di una patria divenuta criminale

a quei ragazzi sovietici che combatterono insieme ai nostri ragazzi per la nostra libertà, pagando poi con la loro al ritorno a casa

a quei ragazzi in grigioverde che, gettati nei lager ed etichettati come IMI, rifiutarono il compromesso e rimasero a fare la loro resistenza là, al freddo, alla fame, con la morte in agguato ogni giorno

a quei ragazzi del nuovo esercito italiano che decisero che si poteva ancora combattere ma stavolta per la propria patria e non per offendere o invadere quella altrui

a tutti quegli italiani che, nel silenzio, ogni giorno, dissero il loro “no”, con azioni piccole, singole, disperse ma che contarono proprio per il loro valore di scelta individuale

Grazie a tutti se oggi siamo liberi!

Un 25 aprile di tutti

Il Presidente (provvisorio) del Consiglio festeggerà per la prima volta in 15 anni il 25 aprile. Bene. Finalmente. In Italia la normalità fa notizia e quindi accogliamo la buona novella. Nessuno lo fischi, faremmo il suo gioco, facciamolo parlare in un giorno di festa vera. Magari facciamo anche finta di vivere in un paese normale dove il Capo del Governo riconosca il calendario civile e la storia del paese. Per il 25 aprile vale la pena tentare, tanto poi, tranquilli, il 26 ci troveremo ancora i La Russa, Alemanno, Cicchitto e Quagliariello (scusate le espressioni volgari) a sparare le loro indegnità.

Ma il 25 aprile lasciateci essere illusi, lasciateci credere di essere in Europa, lasciateci credere che Leone Ginzburg, don Pasquino, Luciano Fornaciari e tanti altri sono morti per qualche buon motivo. Lasciateci credere che l’Italia abbia colto, allora, l’unica occasione degli ultimi secoli per essere un paese civile.

p.s. Ma ora che anche Berlusconi celebra il 25 aprile, chi glielo dice a Filippi?