Antipatico

25 aprile 1.jpgNon si può essere sempre simpatici. Gli amici servono anche a dire cose che magari subito ci danno un po’ fastidio ma poi magari…

Festa Reggio apre il 19 agosto (giorno del mio genetliaco, troppo gentili) con un dibattito dal titolo “Resistenza come risorsa politica”. Il commento di Reggio 24H è stato “Frattanto si avvicina la ripresa post ferragostana. Per la serie “Fracassiamoci i coglioni subito”, Festareggio aprirà le danze con un interessantissimo dibattito intitolato “La Resistenza come risorsa politica”. E chi se lo perde?”

Io me lo perdo e non solo perchè sarò impegnato in bagordi (ho qualche bottiglia a FB che attende la sua ora, a proposito: c’è da da bere anche per gli amici…) ma perchè quando ho saputo dell’iniziativa il mio commento è stato “Risorsa per chi? Per Filippi e amici?”

In una città che ha cancellato la propria memoria, che spende soldi nella Fottigrafia Europea e chiude gli Archivi, che non trova quattro eurini per i Viaggi della Memoria, un’approccio simile mi sembra davvero…inadeguato.

Abbiamo passato anni a descrivere i danni fatti dalla politica sulla storia della Resistenza e sui suoi valori e adesso andiamo ad offrirci a chi, oltretutto, dimostra -nei fatti- di credere così poco proprio in quei valori? Torniamo a fare della Resistenza una cosa di parte, e di una piccola e confusa parte?

Fracassiamo i cabasisi ai pochi, allontaniamo i tanti. Comunicazione zero. Ce la suoniamo e ce la cantiamo fra noi. Rimaniamo come siamo: MARGINALI, noiosi, vecchi, un piccolo bacino di voti da mantenere col minimo sforzo (quattro chiacchiere e 1/2 euro).

Per dirla con Nanni: “Continuiamo a farci del male…”

Cervelli in fuga

Difficile per ferragosto affrontare argomenti seri: ero incerto fra le opere giovanili di Heidegger, le geometrie non euclidee e qualche accenno alla fenomenologia di Husserl, poi mi è caduto l’occhio su due cosette e mi è scattato il R.B.S. (rigurgito di buon senso).

La prima: avremo una legge che rende obbligatorio lo studio del dialetto, seguirà una norma che ci costringerà a mangiare gnocchi il giovedì o a copulare solo il sabato sera (con apposito Lodo Carfagna che esenta le cariche istituzionali e liberalizza il rapporto sessuale-solo per loro-24 ore al giorno, 7 giorni la settimana).

Studiare il dialetto già mi sembra estroso in un paese dove l’inglese è così poco diffuso, basta ascoltare i nostri studenti all’estero farfugliare “Ai uont a gièlat of ciocoleit”, ma poi quale dialetto, di cosa stiamo parlando? Uno di Busana non capisce uno di Luzzara, solo a Reggio si possono individuare almeno 3/4 ceppi di dialetto. E poi avrete mai provato a scrivere in dialetto? Io l’ho fatto e vi garantisco di aver avuto bisogno di dotte consulenze su come usare vari accenti, dieresi et similia. Lo stesso “lumbard” come la Padania è una invenzione ridicola e penosa, provate a far parlare in dialetto uno di Bergamo con uno di Mantova e vedrete che dialogo ioneschiano ne salta fuori.

Balle, le solite balle, cervelli in fuga, prese per i fondelli. La lega mostra i muscoli per far dimenticare quello che succede, per far vedere di essere dura e pura, distruggendo, prima che il senso del ridicolo, il senso di appartenenza a una nazione. Perchè si può distruggere non solo prospettando secessioni o spaccature ridicole, ma anche facendo vergognare i cittadini di appartenere ad uno Stato che lascia ancora in libertà figuri simili, anzichè internarli al primo Diagnosi e cura disponibile.

Ma anche su queste ultime sparate sarebbe sbagliato riderci su, dobbiamo rialzare la nostra sensibilità. La lega individua i problemi ma da risposte sbagliate, violente e stupide. Noi abbiamo soluzioni serie ai problemi? L’opposizione ne ha o sta discutendo sulle “soggettività” bertinottiane? Su questo avrei qualche dubbio.

La seconda “cosetta”:  Il 20 apre Festa Reggio, ho scorso il programma (anch’io ci sarò alcune volte a presentare libri o video), alla fine mi è caduto l’occhio sul tema della festa. In questa Italia devastata, senza lavoro, in crisi etica e morale, sbeffeggiata in tutto il mondo, mi aspettavo un tema bello tosto, massiccio, un’idea, un progetto.

Il tema della festa è: “La felicità”. Sì, avete capito bene, la felicità! Perchè non l’amore? L’estasi? L’infinito? L’ipoteposi? L’ultra e l’intra? L’ex e il post? No. La felicità!

E’ meglio essere felici che infelici. Capperi! Tutti abbiamo diritto alla nostra felicità…ed altre banalità che i pensierini dei Baci Perugina sembrano massime di Pascal. E io che volevo parlare di Heidegger! A Reggio nel PD si annidano menti capaci di partorire idee così sublimi: nell’Italia del 2009, in questa melma, di cosa parliamo? Della felicità! “La felicità, con un panino, un bicchiere di vino, la felicità! Felicità è un cuscino di piume, l’acqua del fiume che passa e che va…”. Da Gramsci ad Albano Carrisi il passo è stato lungo, ma ce l’abbiamo fatta! Era facile, bastava mandare il cervello in vacanza e sparare la prima pirlata che ti passava per la mente.  Era facile, bastava pensarci…(si fa per dire)