Mi piacerebbe…

Mi ero appisolato nel meriggiare stanco e assorto. Nel dolce dormiveglia mi venivano in mente cose che mi piacerebbe fossero vere, o almeno possibili. Ho aperto un occhio, ho guardato il cielo, attraversato da una nuvola che sembrava un braccio alto levato. Mi sono riappisolato.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove chi non paga le tasse viene considerato un ladro e non un furbo.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove il termine “merito” valga per tutti, dove, davvero, anche il figlio di un immigrato possa diventare Presidente di qualcosa (se del Consiglio tanto meglio).

Mi piacerebbe vivere in un paese che si accorgesse che la cultura è decisiva  per il suo futuro e che potremmo vivere quasi di rendita mettendo a frutto il nostro patrimonio storico e artistico.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove un cattolico possa essere libero cittadino in libero stato, senza dover temere ogni giorno le reprimende di qualche represso pastore dismesso.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove arrangiarsi, fregare, farsi furbo, confondere privato e pubblico siano cose inconciliabili con la morale pubblica (e privata che è la stessa cosa).

Mi piacerebbe vivere in un paese dove ci fosse una morale.

Mi piacerebbe vivere in un paese di cui non devo vergognarmi ogni volta che vado all’estero.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove i vescovi non debbano nominare membri in consigli di amministrazione di fondazioni bancarie o simili.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove i dirigenti debbano rispondere concretamente del loro operato e del loro stipendio.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove non possa esistere un gioco d’azzardo che promette ai cittadini 130 milioni di euro di vincita.

Mi piacerebbe vivere in un paese dove prevalga l’etica della responsabilità.

Intanto continuo il mio pisolino, lasciando ai sogni il loro spazio (economico e politico) secondo il principio che “i sogni son desideri..di felicità”.

Ogni 7 luglio

Puntuale, ogni 7 luglio, con dedizione degna di miglior causa, il cons.Eboli ritira fuori la solita litania:

“I fatti tragici del 7 luglio 1960 continuano ad essere ricordati e commemorati a senso unico. La sinistra ha imposto la versione dell’aggressione della Polizia ai danni di “pacifici” manifestanti». La realtà è ben diversa, in quanto i morti che vi furono tra i manifestanti in quella tragica giornata scaturirono da un progetto politico dell’allora Pci e di una parte dell’ex Dc che voleva far cadere il governo Tambroni monocolore Dc. -insiste il pidiellino – I manifestanti scesero in piazza armati di pistole, sassi e bastoni, organizzati dal Pci per una manifestazione non autorizzata e con l’intento di provocare incidenti”

(Giornale di Reggio, 7 luglio 2009)

E’ difficile, dopo tanti anni, attaccarsi ancora alla “buona fede”del consigliere PdL (già MSI e AN). Anche perchè la litania sembra nascere non a partire dai fatti, ma a “prescindere” da essi. Non si volesse credere ai testimoni presenti quel giorno (tutti komunisti e quindi, in sè, falsi e bugiardi), si possono leggere gli atti del processo di Milano e la meticolosa perizia balistica annessa. Con umorismo nero (in stile peraltro con il consigliere) si potrebbe dire che, se i dimostranti erano scesi in piazza con pistole…avevano lasciato a casa le munizioni, visto che non UNO dei poliziotti, pure feriti negli scontri, presenta ferite d’arma da fuoco, nè alcuno dei bossoli ritrovati corrisponde ad armi diverse da quelle delle (cosiddette) forze dell’ordine.

Ma tant’è, anno dopo anno, il consigliere ripete la sua litania “a prescindere”, accontenta qualche nostalgico (sempre meno, l’anagrafe funziona anche a destra) e ci si prepara all’anno successivo. Avvertiamo il cons.Eboli che il 2010 sarà il 50imo dell’eccidio, cerchi almeno di trovare qualcosa di più reale e serio, non per rispetto dei caduti e della verità-sarebbe troppo pretendere- ma almeno per innovare il suo bagaglio polemico che inizia a mostrare la corda.

p.s. per fortuna dall’anno scorso sono state deposte le “pietre d’inciampo” sui luoghi dove furono uccisi i 5 manifestanti. Per ricordare, per evitare che Eboli, o qualcuno per lui, un giorno venga a raccontarci di 5 cecchini, armati di pistole, che furono abbattuti-per legittima difesa-dalle forze dell’ordine….

 

L’immigrazione è come un’enorme diga..

Dossetti e i clandestini: “La CEI? Troppo timida”.

Intervista di Chiara Barilli a don Giuseppe Dossetti

(integrale in http://www.reggio24ore.com/Sezione.jsp?titolo=Dossetti%20e%20i%20clandestini:%20”La%20Cei%20troppo%20timida”&idSezione=4160)

Come valuta il decreto? Che effetto sortiranno i vari provvedimenti presi?
Faranno aumentare il fenomeno della clandestinità. L’immigrazione è come un enorme diga contro cui sbatte continuamente nuova acqua, senza una valvola di sfiato. Il problema è che è il nostro sistema giuridico a creare la clandestinità. La nuova legge appiattisce in un’unica fattispecie lo spacciatore e la badante; ma, mentre per le persone oneste essa rappresenterà un ulteriore ostacolo nel percorso di regolarizzazione, i delinquenti non saranno impediti dal continuare le loro attività.

Quindi, ad un inasprirsi delle risposte al fenomeno, corrisponderebbe una sempre maggiore inefficacia delle risposte stesse. Una soluzione possibile?

Io consiglierei di leggere i “Promessi sposi”. È la storia delle gride manzoniane. Ho sempre sostenuto che bisognava collegare il permesso di soggiorno con dei percorsi formativi e di inserimento, non con delle carte. Dubito che per lo stato attuale questo sia sufficiente, ormai la situazione si è incancrenita. Ma quella rimane la strada.


..Come reagisce la comunità di San Pellegrino? Le sembra che il senso di diffidenza o paura nei confronti dello straniero sia cresciuto?

Ho cominciato a fare accoglienza proprio per questo: fino a che gli immigrati restano persone viste in televisione, se ne può avere paura; quando li si conosce di persona, diventano uomini e donne, in carne e ossa. La nazionalità passa in secondo piano rispetto al rapporto personale. Tuttavia, sì, c’è stato un peggioramento dell’umore nei loro confronti: sia per problemi reali, sia per l’inadeguatezza totale del sistema legislativo, sia per una speculazione politica.

E le responsabilità?

Di destra e sinistra, indistintamente. Al cinismo della destra si è sommata l’incapacità della sinistra.

Come valuta la posizione poco netta della Conferenza Episcopale di fronte alla politica del governo sull’immigrazione?
Sono sorpreso di fronte alla timidezza della sua reazione, che ha finora fatto dichiarazioni generiche, sfocate e palesemente imbarazzate. In altre situazioni, si sono usati ben altri toni. Non vorrei che si desse in pratica ragione a Umberto Bossi, che ha dichiarato, a proposito delle reazioni vaticane: “La solita liturgia!”. Dobbiamo ringraziare il capo della Lega Nord, perché ha posto i nostri vescovi di fronte all’impossibilità di trovare la scappatoia per non prendere posizione.