Ricordando Carlo

mercoledì 26 ricorreva un anno dalla morte di Carlo Porta. Era nato a San Prospero Strinati (RE) nel 1918, operaio, presidente provinciale dell’ANPPIA.

Operaio alle Reggiane, era cresciuto in una famiglia di braccianti antifascisti. Come i suoi, era stato perseguitato per le sue idee. Il suo impegno democratico gli era valso il carcere a Roma, a Reggio e a Castelfranco Emilia. Poco dopo la caduta del fascismo, Porta era stato deportato in Germania e aveva conosciuto le durezze dei campi di Neu Brandeburg e di Wickede, nelle vicinanze di Dortmund.
Riuscito a sopravvivere e a tornare in Italia, aveva trovato lavoro alle Latterie cooperative reggiane. Ma soprattutto, specialmente da quando era andato in pensione, Porta si era impegnato perché le sue traversie – e quelle di tanti democratici come lui – non fossero dimenticate. Presidente della sezione di Reggio Emilia dell’Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti, Porta aveva dato il suo prezioso contributo anche all’ANPI e all’Istoreco. Sino a poco prima di morire, alla bell’età di 89 anni, era stato tra i più entusiasti organizzatori dei “Viaggi della memoria”.
L’ultimo suo impegno fu quello dell’incontro con gli studenti delle scuole medie di Ramiseto, nell’alto Appennino reggiano. A chi lo vedeva affaticato aveva risposto: “Questi ragazzi mi riempiono il cuore”.

Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere Carlo, di ascoltarlo raccontare la sua vita, con quella pacatezza e saggezza hanno solo gli uomini “veri”, quelli che hanno saputo dire no, pagandone il prezzo, quando tanti, troppi dicevano sì. Eravamo con lui a Berlino nel marzo 2003, il giorno in cui scoppiò la guerra in Iraq. Alla Porta di Brandeburgo arrivò il corteo di protesta degli studenti, noi restammo un attimo a guardarli, lui no. Lui si unì subito a loro e sorrideva felice. Anche quella era una battaglia giusta, contro la guerra, contro Bush, per la pace. Aveva già 85 anni ma era molto più giovane di noi. Grazie, Carlo!

Aiutiamoli a vergognarsi (3)

Latorre e compagnia briscola

“Giustizialismo e anticomunismo si sono nutriti entrambi di parzialità e hanno condizionato in negativo la possibilità di ricostruire una storia d’Italia condivisa”. Ipse (Latorre) dixit a un succoso convegno dove si presentava il volume “L’influenza del comunismo nella storia d’Italia” e dove dibattevano, oltre che il nostro, eminenti storici come Bondi, Cicchitto e comunicatori come Galli della Loggia e Quagliarello. Cicchitto, già socialista di sinistra (corrente lombardiana) ha solennemente affermato che “il comunismo non è un cane morto: il retaggio di quella storia è presente anche nel PD attuale, che ha superato lo stalinismo con elementi di fortissimo giustizialismo” (Repubblica, 25/11/08).
Non potendo, per regolamento, offrire due volte allo stesso candidato la possibilità di vergognarsi nello stesso mese, scegliamo il buon Fabrizio Cicchitto per un “vergognati!”. Cicchitto del quale ricordiamo le posizioni di estrema sinistra alla fine degli anni ’70, l’appoggio al compromesso storico, le accuse rivolte alla CIA per l’omicidio Moro e la sua iscrizione alla Loggia P2 con tessera n.2232 del 12/12/80, allontanato dalla direzione Psi torna alla ribalta con Craxi fino al 1992, fonda il Partito Socialista riformista con Enrico Manca (anche lui P2), entra in Forza Italia di cui è vicecoordinatore nazionale. (P.Gomez, M.Travaglio, Se li conosci li eviti, Chiarelettere 2008, p.129)

Modesta proposta (1)

A ruota libera
Nei primi 10 mesi del 2008 sono state vendute nel nostro Belpaese 1884 Porsche 911 (prezzo da 82.000 a 140.000). Bene, benissimo. Da vecchio incallito appassionato d’auto. L’euro gira, il mercato tira, eccetera. Però. Io non vorrei che qualcuno, magari pochi, di questi 1884, fosse uno dei nostri furbetti che girano in Porsche e magari dichiarano al fisco meno di me (difficile ma possibile) o magari le dichiarano come “auto aziendali”. Allora: se uno è bravo, guadagna, si compri pure 7 Porsche, uno per ognuno dei giorni della settimana, in 7 nuances di colore. Però….Modesta proposta di legge: vuoi comprarti il Porsche? Una Mercedes classe S (vendute 980 esemplari nei medesimi 10 mesi), una Maserati Granturismo (492 esemplari a 114.000 euro/cad.), bene. Però sul parabrezza dovrai esporre in bella vista la TUA DICHIARAZIONE Dei REDDITI.
Facile, no?

Aiutiamoli a vergognarsi (2)

Chi buttare dalla Torre?

Intervista al sen.Nicola LaTorre oggi su Repubblica.

“Era un classico dei partiti staliniani liquidare i critici accusandoli di intelligenza con il nemico. Non ho mai giocato di sponda con gli avversari. Faccio politica in modo trasparente pensando però che dall’altra parte non ci siano dirigenti politici paragonabili a Hitler. La prossima volta comunque non farò lo stesso errore e i commenti imparerò a esprimerli ad alta voce”.

L’ineffabile statista ci informa, bontà sua, che purtroppo ci sarà un’altra volta. Nominato senza che nessun elettore abbia potuto sceglierlo, ci informa, tranquillizzandoci, che non ci sono avversari paragonabili all’imbianchino austriaco. Lo ringraziamo per aver contribuito alla pace dei nostri sogni. Sarà anche stato “un classico dei partiti staliniani” accusare di tradimento chi non si allineava, ma accusare di tradimento chi oggettivamente, in diretta tv, collabora con l’avversario è ugualmente stalinista? Comunque, secondo la mission di questa agenzia al senatore LaTorre vada un bel: VERGOGNATI! E dovendo scegliere chi buttare giù dalla torre, beh…fra lui e Latorre è facile scegliere…

Aiutiamoli a vergognarsi

AIUTIAMOLI A VERGOGNARSI

Le belle famiglie italiane
La Giunta di destra di Brescia stanzia fondi per ogni neonato purchè abbia almeno un genitore italiano. Il Segretario regionale di Fiamma Tricolore della Basilicata, tale Mancusi, propone di elargire 1500 euro per ogni bambino o bambina che verrà battezzato con il nome di Benito/Rachele

“Per Mancusi questo è anche un modo per “onorare le radici profonde del partito” di cui è segretario regionale: “Noi rappresentiamo la destra vera, e non dimentichiamo la storia”. Definisce i nomi “simpatici”, e ci tiene a prendere le distanze da quanti hanno rinnegato il loro passato, Gianni Alemanno incluso: “Prima ha detto che il fascismo non era da tutto condannare, poi ha fatto marcia indietro. Ovviamente non sono d’accordo, perché sono tra quanti, a Fiuggi, dopo la vergognosa svolta di Gianfranco Fini, se ne andarono da quella carognata”.
Mancusi non ha problemi a sottolineare che “il fascismo non è tutto da condannare” e che, anzi, ha fatto “anche” del bene all’Italia: “Penso al nostro patrimonio urbanistico, tutto merito di quel periodo storico”.
(http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/politica/msi-benito-rachele/msi-benito-rachele/msi-benito-rachele.html)

Allora visto che loro, a Brescia come in Basilicata, da soli non ce la fanno, apriamo questo servizio di utilità sociale “AIUTIAMOLI A VERGOGNARSI”, riprendendo una ben nota e meritoria rubrica degli anni novanta sul mai dimenticato “Cuore”.
VERGOGNATEVI!

Se i nazisti arrivano sulla rete

Tanto per incominciare bene, riporto l’articolo di Moni Ovadia, uscito oggi sull’Unità:

Se i nazisti arrivano sulla rete

La diffusione in rete di clip video del gruppo nazifascista” 91 Fosse”,ha scatenato il solito scandaletto di circostanza, le prevedibili esternazioni indignate che si risolveranno in un nulla di fatto. I nuovi araldi della croce uncinata, sono stati intercettatti su You tube. Il loro repertorio sbeffeggia la Shoà e incita all’odio contro gli ebrei. Gli esponenti delle istituzioni e delle forze politiche parlamentari, si sono esibiti nel consueto ritornello di parole di esecrazione sul frusto schema del chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi. Da tre lustri, a partire dalla ormai celebre alzata d’ingegno dei “ragazzi di Salò”, in avanti il nostro Paese ha conosciuto una sarabanda di revisionismi di ogni sorta. I salotti televisivi hanno fatto a gara per riabilitare in ogni modo possibile il Ventennio e la buonanima, contestualmente con la bava alla bocca hanno attaccato la Resistenza e criminalizzato i partigiani con la benevola collaborazione di uomini di “sinistra”, ci mancherebbe altro. Gli esponenti della sinistra senza virgolette invece, hanno cicaleggiato convenendo e/o dissentendo amabilmente. Molti esponenti in vista delle comunità ebraiche, troppo presi a fare lobbing per il governo di Israele, e più preoccupati di legittimare la destra italiana che di stigmatizzarne le sue derive razziste e xenofobe, all’insegna del “dateci una mano contro il tiranno Ahmadinejiad e noi chiudiamo un occhio”, non si sono troppo scandalizzati degli spazi crescenti che il governo concede ai gruppi neonazisti. Tanto, per il momento, si limitano a pestare zingari, africani, arabi e omosessuali. Aggiungete a questo quadretto di ordinario squallore “Bolzaneto” e il suo esito processuale e l’esternazione di un senatore a vita sul trattamento da riservare degli studenti democratici e capirete che siamo solo all’inizio.

(Unità, 22.11.2008)