Un paese indecente (R.Cotroneo)

È davvero troppo. Una degenerazione inarrestabile, laida e torbida, si è impadronita di questo paese. Messaggi mafiosi sul direttore di “Avvenire” Boffo. Un meccanismo inarrestabile fatto di giornali che avvertono, di premier che denunciano, di partite giocate su dossier riservati e inopportuni, di giornali che si comportano come guappi: avvertono, intimidiscono, cercano di ottenere vantaggi per il fratello del proprio editore, il fratello di quel Paolo Berlusconi, che di nome fa Silvio. E che a sua volta finisce in scandali di festicciole di compleanno con minorenni napoletane, e poi si lascia ricattare e ridicolizzare da una escort di Bari, che gira per le sue stanze con un registratore. Tutto questo inframmezzato da foto ricordo con Obama e con i più grandi statisti del mondo come se Berlusconi fosse come loro, e invece non lo è.
E nessuno riesce più a tenere un contegno da paese civile. Nessuno ha parlato di inclinazioni omosessuali di Boffo. Nessuno si rende conto che la degenerazione del paese è arrivata a un livello tale, da stupire anche i più cinici, anche quelli che mai avrebbero pensato potesse finire così.
Berlusconi è una iattura. È una iattura per quello che fa, e persino per quello che non fa. È una iattura non tanto perché, come pensa qualcuno, è il male assoluto, ma per la sua assoluta irresponsabilità, perché ormai non ha più il senso dello Stato e non ha il senso delle proporzioni. Perché è inaccettabile per tutto il resto del mondo occidentale e democratico che stia ancora seduto su quella poltrona da presidente del Consiglio. Perché in questa deriva vergognosa in cui è finito il nostro paese lui è il regista assoluto.
E in questo paese, davanti allo sguardo sgomento di tutte le persone per bene, di destra come di sinistra, sta arrivando l’ultimo atto di un degrado che prima aveva molto di ridicolo, e oggi è decisamente drammatico. Se Berlusconi non si dimetterà finiremo nel dramma definitivo. Leggete, vi prego, leggete tutti i giornali del mondo: quelli inglesi, quelli americani, e poi quelli tedeschi, spagnoli e francesi. Leggeteli e capirete in che infimo livello siamo precipitati. Siamo nel grottesco, un grottesco che pagheremo tutti, e che pagheranno in nostri figli. Siamo ormai un paese spaventoso: razzista, spietato, vergognoso, indecente e irresponsabile. Bisogna fare qualcosa. E se non ora, quando?

http://www.unita.it/rubriche/cotroneo

Tempi bui…

Note di fine agosto. Un amico, circa una volta alla settimana, mi telefona dall’estero e mi fa sempre la stessa domanda “Si è dimesso?”. La risposta è nota. No, non si è dimesso e non si dimetterà. Neanche la “opposizione” chiede le sue dimissioni, perchè dovrebbe farlo? Il problema è banale: cosa ci aspetta ancora? Si può ridere, scherzare, magari per esorcizzare la paura, ma poco cambia.

Hanno-abbiamo dato il paese in mano a una banda di manigoldi e di cialtroni e ora ci guardiamo stupiti per quello che vediamo. Quanti film western abbiamo visto, con il  riccone prepotente che ha occupato e corrotto tutto il paese, minaccia, uccide, fa il buono e il cattivo tempo? Per fortuna in un paio d’ore il Clint Eastwood di turno arrivava a sistemare le cose. Quante volte ho visto “The pale rider” (Il cavaliere pallido) con un pizzico di commozione per l’ultima scena, il disperato grido di amore della ragazzina verso Clint, lontano, che se ne va.

Se ne va, ma dopo avere sforacchiato adeguatamente i cattivi, uno a uno.

Qualcuno vede dei Clint in giro? Io vedo manigoldi e mascalzoni a pioggia, ogni giorno il livello del fango aumenta e con esso il catalogo di violazioni non solo della Costituzione, ma delle norme basilari del vivere civile.

E se allora ci facessimo noi tutti Clint? Senza armi, senza sforacchiare nessuno, ma con lo stile del buon Bartleby: “Preferirei di no”, ripeteva il buon scrivano. Consumi, tv, moda, chiacchiere? “Preferirei di no”. Piccola quotidiana eversione.

Incontri un leghista? Diglielo che lo compiangi, che si vergogni, con educazione, ma diglielo. Alessandri alla Festa Reggio? “Preferirei di no”. E diciamolo. Che ci siano fra i leghisti dei giovani preparati, come ha detto il mio sindaco, non me ne frega una cippa. Anche fra i nazi ce n’erano, anche fra le Brigate Nere. E allora? Sono leghisti. Punto. “Preferirei di no”.

Chi voti, chiedono, Marino, Franceschini, Bersani? Ma si rendono conto di cosa sta succedendo in Italia? Leggono i giornali stranieri, o solo Chi e il Riformista (più o meno la stessa fuffa)? Dobbiamo lasciare ai vescovi la difesa della Costituzione, o almeno ai Vescovi fino a quando qualcuno non offrirà di tutto, di più? Preferirei di no.

Ieri un barcone è stato respinto. Guardate gli occhi di quei disperati. Spero che quanto previsto dal buon Dante circa la legge del contrappasso sia vero: vorrei esserci a vedere certa gentaglia, leghista e non, quando tirerà le cuoia essere gettata in un mare ora gelato e ora bollente, con bei diavoloni (neri ovviamente) a riempirli di mazzate sulle loro testoline desolatamente vuote (magari solo per quello galleggiano). Non siamo più un paese civile, rifiutiamo il millenario diritto di asilo. Preferirei di no.

Piccole azioni eversive. Spegnere la tv e farla spegnere ad amici e congiunti, comprare due copie de “La Repubblica”, “L’Unità”, “La stampa” e darle agli amici. Per farglielo capire che non ci prenderanno mai. Come nella Bibbia: “Sentinella, a che punto è la notte?”. Chiediamocelo, sempre, ogni volta che scende il buio.


Tranquilli! Il COPASIR vigila…

Un “giornalista” viene assunto a suon di milioni di euro, passa da una “giornale” come Libero all’house organ di casa berlusconi, inizia la sua “campagna” d’autunno (assimilabile al concetto anglosassone di “shit in the fancoil”, allias “cacca nel ventilatore”) da bravo, solerte, salariato e cosa succede? Un casino! I vescovi si arrabbiano, eh signori miei, quando il VSI (vecchio satiro isterico) aveva definito “delinquenti” i giornalisti dell’opposizione, siete state zittini, ora vi siete svegliati, bene! Il solerte feltri (scusate la parolaccia) ha fatto quello per cui era stato pagato, adesso viene sconfessato anche dal suo datore di lavoro, non c’è più rispetto! Ora si parla di “veline” (cartacee non carnali), di “informative” dei servizi. Ohhh! Ma chi era il braccio destro di feltri a “Libero”? Sì, proprio lui, l’agente “betulla”, quel renato farina cacciato dall’ordine dei giornalisti. E allora? Ci stupiamo? Ci spaventiamo? No. Non si deve. Il Copasir (Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) veglia, il suo presidente tale francesco rutelli(sì. sì, lui, il superconvertito…), ci assicura che sta vigilando. Ahhh, bene. Allora possiamo stare tranquilli (si fa per dire)…

Class action?

Un’azione collettiva (negli Stati Uniti d’America conosciuta come class action), è un’azione legale condotta da uno o più soggetti che, membri della classe, chiedono che la soluzione di una questione comune di fatto o di diritto avvenga con effetti super partes per tutti i componenti presenti e futuri della classe…Con l’azione collettiva si possono anche esercitare pretese risarcitorie, ad esempio nei casi di illecito plurioffensivo, ma lo strumento oltre alle funzioni di deterrenza realizza anche vantaggi di economia processuale e di riduzione della spesa pubblica.

Così da Wikipedia. E allora: perchè non avviare una class action con richiesta di risarcimento danni per tutto il fango (si fa per dire) che il vecchio satiro (ora anche isterico) ha buttato sul nostro povero paese, riducendolo al pantano che vediamo ogni giorno? Magari si potrebbe vincere almeno l’equivalente dell’ultimo jackpot, concedendo però-come è giusto-al vecchio satiro isterico di rivalersi sui milioni di elettori pirla che l’hanno votato.

Ora le scommesse sono aperte: quale sarà la prossima orrenda mossa del VSI (vecchio satiro isterico?), lascerà ancora liberi i suoi bravi (nel senso manzoniano)di colpire l’ennesimo don Abbondio? Chiuderà il web? Nominerà presidente della Camera il suo fornitore di Viagra? Si nominerà (anti)papa? Girerà vestito di bianco sulla sua “papi-mobile?” Attendiamo fiduciosi, certi che non ci deluderà (si fa per dire).

L’odio puro della Lega (G.Caliceti)

Riporto integralmente l’intervento di oggi dell’amico Giuseppe Caliceti su “Reggio 24h”:
Berlusconi fa pena, ma anche la Lega. Che schifo. Adesso, dopo che il manifesto razzista girava da mesi per internet, diventato l’immagine di una pagina di Facebook, di un gruppo, a cui aderiscono, tra gli altri, Bossi e quel cervellone di suo figlio. Il testo:”Immigrati clandestini: torturali! E’ legittima difesa”.

Torturateli, capite? Siamo arrivati a questo. La pagina Facebook chiamata “Lega Nord Mirano”. E vi sono legati da “amicizia” oltre 400 persone.

Accanto a nomi tradizionali della mitologia del Carroccio come “Attila flagello di Dio” e “padano guerriero”, anche Umberto Bossi e suo figlio Renzo, ideatore del gioco “Rimbalza il clandestino” (poi tolto da Fb dopo la denuncia di Repubblica.it).

Ma come possibile che gente del genere ci governi? Lo chiedo anche ai leghisti reggiani. Ma come si fa? Nella sua intervista a FestaReggio il sindaco di Reggio Emilia ha affemato che tra i leghisti ci sono amministratori bravi e giovani. Non ne dubitiamo, ma come fanno a sopportare queste cose? Perchè non le trovano scandalose come tutti gli altri cittadini italiani? Forse non sono italiani? Forse non sono cittadini?

Tra i nomi del gruppetto di Facebook anche Enzo Erminio Boso, già parlamentare leghista. E il giovane Roberto Cota, capogruppo alla Camera.

Tante, poi, le strutture del partito amiche, tra cui i giovani padani di Pavia e il gruppo Lega Nord di Vicenza. Cosa diranno i leghisti? Che tra i loro sindaci c’è anche un uomo di colore? Possibile che non capiscano che non è questo il punto? Possibile che non capiscano che così fomentano gli istinti peggiori?

Walter Veltroni, che quando era segretario del Pd si poteva occupare di tante cose di cui pare si occupi quasi di più adesso, è intervenuto: “Stamattina aprendo Facebook ho visto un’email inviatami da un’amica di Brescia: la foto che la sezione di Mirano della Lega Nord. Io credo che questo sia inaccettabile. E’ contrario a ogni forma di civiltà, prima ancora che alla nostra storia e alla nostra tradizione di emigranti”. Veltroni ha perciò annunciato: “Chiederò al ministro degli Interni Maroni di adoperarsi perchè venga immediatamente cancellato”.

Lo mettiamo, lo cancelliamo. L’importante è che se ne parli. Ma poi? Possibile che per affermazioni così gravi non ci siano contromisure e punizioni severe come quelle invocate tante volte dalla stessa Lega? Questa “non Tolleranza Zero”, questa “Intolleranza Mille”. Questo odio allo stato puro.

Mi stupisco che in questa Italia nessuno abbia ancora fatto un partito pro pena di morte. Sappiamo che la maggioranza degli italiani è a favore. A rigor di logica potrebbe vincere le elezioni alla grande.

Dura lex sed lex

I cinque eritrei scampati alle acque si beccheranno pure un’incriminazione per immigrazione clandestina. Bene, così imparano a non crepare in silenzio nel bel mare blu.

Il solerte giornalista Cazzullo sul Corriere si espande per un bel po’ di righe per sostenere una tesi che definire bizzarra è un eufemismo. I naufraghi andavano salvati non perchè persone, uomini, esseri umani ma perchè “eritrei”. Perchè l’Italia, le colonia, Asmara, gli Ascari di Adua e dell’Amba alagi, ecc. Compreso il Duca d’Aosta e il libercolo di Montanelli sulla sua esperienza africana (signora mia, sapesse come sono carini sti’eritrei! Servizievoli, obbedienti, non sporcano, così attaccati al padrone-bianco che si fanno anche ammazzare in vece sua..).

Morale: fossero stati cingalesi, sudanesi, kenyoti, botswaniani potevano andare a fondo ekkisenefrega, ma eritrei! I fedeli eritrei!!

p.s. “Il dittatore eritreo Isayas Afeworki viene spesso in Italia, anche in visita privata. Nessuno lo tratta da tiranno, piuttosto da amico. Non ricambia la cortesia e taglieggia in continuazione i nostri connazionali che vivono in Eritrea o hanno ancora interessi laggiù.”

http://www.corriere.it/esteri/09_agosto_20/alberizzi_36c415f2-8dbc-11de-ac5b-00144f02aabc.shtml

Ma per lui il reato di espatrio clandestino non scatterà, scommettiamo? Magari scopriremo, che come Siad Barre, il dittatore somalo, sodale dell’esule di Hammamet, anche il buon eritreo avrà qualche interesse in qualche lucroso e sporco affaruccio nella nostra bella Italia. Eh, l’Africa, signora mia, che fascino, che nostalgia…

Qualche commento

Qualche commento alla lettera del giovane leghista che, nonostante i sospetti di Giannifotografo, esiste davvero (http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_20/garibaldi_stato_assente_messaggi_giovane_leghista_71371e5c-8d4c-11de-ac5b-00144f02aabc.shtml.)

La prima cosa che vorrei sottolineare, senza cadere nel vieto corporativismo, è che questo paese ha un disperato bisogno di storia. Se una persona mediamente colta, giovane che si definisce “con una certa passione per la storia” mette in fila tante banalità, imprecisioni, strafalcioni sulle patrie vicende, devono accendersi molte lucine rosse di allarme. E la scuola è la prima imputata, ma non come dice il solerte Galli dL, per aver insegnato etc.., ma per NON avere insegnato il metodo critico, la capacità di orientarsi fra saggi, fonti e altro materiale. Le tesi sostenute dallo studente non sono una sua originale produzione, sono la rimasticatura della “leggenda nera”, originale di una certa cultura cattolica integralista, zona Alleanza Cattolica, che non solo possiamo riscontrare in siti web come quello gestito da Maurizio Blondet (http://www.effedieffe.com/), antisemiti, tradizionalisti e lefebvriani, ma trovano riscontro in figure ben più prestigiose del mondo cattolico, come il caso del vescovo di S.Marino Montefeltro, Luigi Negri. Chi lo ha ascoltato un paio d’anni fa alla Sala degli Specchi, ritroverebbe le stesse tematiche sostenute dallo studente leghista. E in forma più sgangherata tutta questa paccottiglia è leggibile in “Reggionelweb” (http://www.reggionelweb.it), divenuto ormai lo sfogatoio leghista e tradizionalista della nostra città e provincia. Tutto il male viene dalla Rivoluzione francese, dall’illuminismo (non a caso definito “bieco” solo pochi giorni fa in altre circostanze), dalla rottura dell’ordine naturale, del potere temporale. Una storia che si snoda attraverso complotti della massoneria, dei Savoia, dei liberali, comunisti, laici e di chissàchi.

Il solerte studente riprende, acriticamente, questa “vulgata”, senza avere maturato gli anticorpi critici, miscelando bufale e complotti, giocando sulla moda dilagante della “controstoria”, del “finalmente possiamo dire…”. Una moda che ha avuto non pochi epigoni anche alla estrema sinistra negli anni settanta e ottanta.

Grande bisogno di storia dunque, di ripartire dalle basi, anche in questo caso uscendo dalla mitologia che tanti danni ha fatto: primo fra tutti la “sindrome del pendolo” di cui, a.e., è stata tipica la figura di Garibaldi. Eroe dei due mondi, mito di libertà prima e poi predone in sud america, terrorista, massone e chi più ne ha peggio ne metta. Il 150° dell’Unità potrebbe essere l’occasione per questa riflessione, seria e fondata? Ma la superficialità del leghista tradisce anche la totale mancanza di concetti base come “democrazia”, “pluralismo”, “Stato di diritto”, cosa non sorpprendente visto la sua provenienza politica.

Veniamo poi alla parte “attuale” della lettera, che ha mandato in sollucchero il solerte Galli dL. Dobbiamo ascoltare il disagio dice il filosofo. Bene. Ascoltato. Ma, per l’ennesima volta, se questo è lo stato del nostro paese-e lo è-è la gazzarra leghista la soluzione? O il consumismo carnale del vecchio satiro? La destra che ci governa, orrori a parte, non è semplicemente all’altezza di esprimere una cultura di governo all’altezza dei problemi che sono anche quelli raccontati dal leghista, immigrazione compresa. E sul problema meridionale, la riscossa auspicata da Galli dL, dovrebbe venire da Miccichè e Lombardo o dalla Finocchiaro e Orlando?

La lettera rimane davvero un exemplum del mondo leghista in espansione. Quasi in chiusura, infatti, leggiamo quelle che sono le parole chiave dell’intero ragionamento: “paura” e “terrore” che sono il vero motto che andrebbe inserito, per legge, nel vessillo della lega.

Di fronte alla paura e al terrore non c’è cultura che tenga, rimane solo il fucile, il muro, la barricata. Non si tratta neppure di essere razzisti o no (e lo studente lo è) perchè è qualcosa che viene prima, è una weltanshauung, un modo di vedere il mondo, è una forma mentis, contro cui le armi del ragionamento e della conoscenza hanno potere limitato. Si tratta di ricostruire un tessuto sociale e culturale dalle basi, in condizioni difficilissime, operando magari azioni sovversive come il rifiuto della tv, dell’inutile consumo. Tornando ai libri, ai dibattiti, alle discussioni civili.

Il leghista ha 24 anni, all’anagrafe, ma colpisce quanto di vecchio, di chiuso, di paranoico traspaia dalle sue parole. Una sola domanda: dov’erano le grandi agenzie formative (chiesa, partiti, famiglia, etc..) mentre questo ragazzo cresceva fino a diventare un “ignorante che ha studiato”?

Alcuni anni fa ho avuto una discussione con un ex-onorevole comunista, esempio sublime di t.t. (turbinoso trasformismo). Il tizio, per sostenere le sue tesi, mi buttò in faccia l’affermazione: “Io ho letto 3500 libri!!” Non riuscii a star zitto e quello che riuscii a dire fu semplicemente: “E quanti ne ha capiti?”

Un nonno di seconda mano…

Il vecchio nonno-satiro proclama di non aver mai organizzato festini, vero, ci pensavano i suoi prosseneti. Ma non è la solita penosa bugia che colpisce, ormai ci stupiremmo del contrario, ma è il media che il vecchio satiro usa. Uno che ha tutto, ma tutto, proprio tutto. Radio, tivu, video, giornali, internet, feltriebelpietro (scusate la parolaccia) dove ti va ad esternare le sue ballucce da marito colto con le braghe a mezz’asta? Su Chi. Un rotocalco da parrucchiere, da sciampiste. Che tristezza. Sì, lo so, il solerte Gianfilippo mi direbbe che il media scelto è studiato perchè quello è il target di riferimento, etc. E và bene, sarà così. Ma la tristezza rimane.

E se mi è consentito un discorso appena machista: uno che può spendere senza limiti, chi ti va a prendere? Una escort di Bari? Roba da vecchio cumenda che s’intrufolava nei camerini delle ballerine dell’avanspettacolo, come in tanti film di Totò e Peppino (a proposito stasera tutti a vedere Toto, Peppina e la malafemmina su rai3!). Ancora quell’Italia piccola e gretta, ipocrita e bigotta, con i preti grassi e ammiccanti, le mogli rassegnate e stuoli di fanciulle in attesa (allora per fame oggi per desiderio di fama).

Onassis quando volle scegliere le sue donne passò dalla Callas a Jacqueline Kennedy, questo vecchio satiro viagrato raspa su le fanciulline di gamba svelta che il primo traffichino gli passa? E che diamine, anche nel peccato ci vuole classe, signora mia! Almeno prenda esempio da quell’altro milord di Cuneo, tale geom.Briatore Flavio, un po’ grossier anche lui, se vogliamo, ma almeno alla sera usciva con Naomi (Campbell) altro che Noemi Cuccurullo (o come piffero si chiama…).