Ahimè, fra le patrie mura…

Eccomi tornato a Fortezza Bastiani, le luci dell’imbrunire, una buona bottiglia di Malvasia, rumori di auto in lontananza. Non ho ancora letto i giornali di oggi, compito riservato alle ore pre-notturne, magari per alimentare-masochisticamente-sogni eo incubi ricorrenti.

Torno su un titoletto che ho colto in un autogrill oggi, zona Lago di Garda, si diceva che Grillo voleva iscriversi al PD ma che era stato respinto. Respinto. Indegno. Non congruo. E qui, mentre le famigliole danesi si lanciavano su tranci di pizza e un SUV bianco, targato MI, occludeva l’ingresso al parcheggio, mi è saltato l’uzzolo di farmi qualche domanda. Nessuna risposta. Respingere Grillo. Bene. Dio sa se mi piacciono i telepredicatori a 500 euro al minuto, però.

Però quale consesso di nobili menti, di elevati filosofi e sapienti ha deciso di escludere il guitto? L’Accademia dei Lincei, i Cavalieri della Tavola rotonda, il Club di Topolino? No. Un partito che tiene, e si coccola, vette dell’umano ingegno e decenza come Nicola La Torre (quello che passò i bigliettini a Bocchino sotto attacco dell’IdV-do you remember?), o la Binetti che fa una conferenza stampa per comunicarci che porta il cilicio (roba che 12 gironi dell’inferno hanno fatto la ola, in attesa del suo arrivo), o Minimo D’Alema che, fosse per lui, andrebbe a cena con Mugabe, Himmler eo Marylyn Manson, perchè “bisogna riaffermare il primato della politica”, o con il solare Francesco Rutelli, convertitosi 7 volte a 7 diversi credo, tanto per stare sul sicuro?

E con questi cavalieri noi (pardon, loro) respingiamo il guitto da 500 euro al minuto? Ha ragione l’amico Gianni quando ci racconta del conflitto di interessi reale fra vertici e base. In fondo Berlusconi, come il demonio (di terza o quarta categoria) fanno il loro (sporco) lavoro, basta non rispondere, non sedersi alla bicamerale con loro, non andarci a cena o a letto. Ma quelli che si spacciano per nostri (pardon, loro) dirigenti? Di questi che ne facciamo?

Intanto, qui a quota 625, Fortezza Bastiani, comune di Carpineti, capisco che la situazione è seria. La campagna stasera odora di stallatico fresco, aria di congresso (PD?) in vista.

Bettino? Ancora lui!

Veltroni (sì, quello che non era mai stato comunista, pur essendo stato negli organismi dirigenti del Pci e Direttore dell’Unità: come se un vescovo venisse fuori a dire che non è mai stato cristiano…) ci delizia con un peana alla memoria del contumace pregiudicato Benedetto Crassi (in arte Bettino Craxi). “Grande statista”, “anticipatore” e simili amenità. Che sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per reati comuni, che importa? Un politico è superiore a queste fanfaluche, leggi, norme, diritto. Un politico deve essere legibus solutus per esprimere tutto il suo genio, spaziare senza dover sottostare a banalità giuridiche. Avere “grandi idee”, se poi si fregano soldi, si saccheggia lo Stato, si degrada la morale in tutti i modi (le voci sulle esagerazioni sessuali dei leader iniziarono allora) cosa importa? Si fa parte di un’altra classe (il termine “casta” mi sembra offensivo, visto che le vere “caste” hanno ben altri fondamenti) che per dirla con il Belli (“io sò io e voi un siete un cazzo“) può fare quel che vuole.

Per me Craxi rimane un pregiudicato, morto contumace in Tunisia, che poi abbia fatto anche cose degne come politico mi sembra davvero irrilevante. Ma, come è noto, “loro sono loro e io nun sono un c…” (si fa per dire).

Che bello (non esserci)

Che bello essere lontano da una città dove un prete, anzichè fare il suo difficile lavoro, diventa capopolo leghista! Che bello essere lontano da una città dove il segno del degrado morale della nostra società che è la cosiddetta lega (che mio figlio, giustamente, dice che non merita di essere scritta con la maiuscola) fomenta l’odio, la paura, l’ignoranza e, logicamente, trova in preti simili un appoggio.

Caro don Ranza, la gente NON viene a messa da lei perchè NON la vuol sentire (e li capisco). E lei vuole abbassare i “pilomat”? Ma se la Chiesa di cui lei è protempore parroco, è l’unica in città ad avere un parcheggio nel suo retro (parcheggio ACI)! E lei, anzichè testimoniare il Vangelo cosa fa? Raccoglie firme? Questa rubrica di questo piccolo blog si chiama “Aiutiamoli a vergognarsi”! Nel suo caso, se vuole, lo può chiamare “correzione fraterna”, visto che la nostra conoscenza risale ai tempi della sua fuga da S.Agostino.

E se poi, insiste nel suo leghismo, allora ci faccia un piacere-e noi faremo una raccolta di firme a favore-chieda di essere trasferito a Gerenzano in quel di Varese, cittadina amministrata da un monocolore leghista. Lei sarà a casa sua e noi sentiremo più vicino il Vangelo. Grazie.

Orizzonti lontani

Cielo blu, Parco Nazionale dello Stelvio. Sentieri in salita, verso le cime dove (quest’anno) c’è ancora la neve. Nello zaino la vecchia abitudine del giornale da leggere insieme al panino. Davanti uno spettacolo unico, cielo blu, il bianco dei nevai. L’occhio scorre i titoli e la domanda è immediata: come si può rimanere qui, in una malga, tranquilli e lasciare l’impazzimento lontano? Beppe Grillo vuole candidarsi nel Pd (del resto se c’è la Binetti e Rutelli, perchè lui no, almeno lui fa ridere..), a Reggio sono tornati i socialisti (simpatici eh, ma chi rappresentano? I congiunti, gli amici, gli inquilini del condominio?), il paese sta andando a meretrici (seguendo l’illustre esempio del premier-satiro) e ogni giorno ne salta fuori una.

Qui invece aria fresca, salite da fare dove i casi sono sempre due: o ce la fai o torni indietro. Non amassi tanto la montagna lancerei un piano di rieducazione forzata per politici, parlamentari, satiri e Calderoli (a proposito di castrazione: perchè non suo padre diede l’esempio? Ci risparmiavamo in pirla a piede libero, lui e Castelli). Prenderli e portarli a calci nel deretano su per i sentieri a sudare, sputar sangue e lavorare (manutenzione dei sentieri, etc..). Ma no! Perchè rovinare queste meraviglie che il Padre eterno ci ha dato con simile gentaglia?

E poi io già lo so, metti Minimo D’Alema sulle Dolomiti e perderemmo anche quelle. Quindi la soluzione è banale: io mi godo lo spettacolo e loro continuano a romperci i cabasisi.

Per dirla con il poeta “Non c’è più niente da fare…”. Arvèders!

Punti di vista

Diversi punti di vista. Val di Sole. Aria frizzante, speck e passeggiate.

Stamattina a messa a Malè, l’anziano parroco ha espresso due concetti, il primo: un parroco non dovrebbe mai chiedersi quante persone vengono a Messa ma COME le persone escono dalla Messa.

Il secondo: non esiste divisione fra vita pubblica e vita privata. Noi siamo unici e il resto è ipocrisia.

Semplice, no?

Il nemico della stampa (U.Eco)

Riporto integralmente il pezzo di Umberto Eco, uscito oggi su L’Espresso:

 
Sarà il pessimismo della tarda età, sarà la lucidità che l’età porta con sé, ma provo una certa esitazione, frammista a scetticismo, a intervenire, su invito della redazione, in difesa della libertà di stampa. Voglio dire: quando qualcuno deve intervenire a difesa della libertà di stampa vuole dire che la società, e con essa gran parte della stampa, è già malata. Nelle democrazie che definiremo ‘robuste’ non c’è bisogno di difendere la libertà di stampa, perché a nessuno viene in mente di limitarla.

Questa la prima ragione del mio scetticismo, da cui discende un corollario. Il problema italiano non è Silvio Berlusconi. La storia (vorrei dire da Catilina in avanti) è stata ricca di uomini avventurosi, non privi di carisma, con scarso senso dello Stato ma senso altissimo dei propri interessi, che hanno desiderato instaurare un potere personale, scavalcando parlamenti, magistrature e costituzioni, distribuendo favori ai propri cortigiani e (talora) alle proprie cortigiane, identificando il proprio piacere con l’interesse della comunità. È che non sempre questi uomini hanno conquistato il potere a cui aspiravano, perché la società non glielo ha permesso. Quando la società glielo ha permesso, perché prendersela con questi uomini e non con la società che li ha lasciati fare?

Ricorderò sempre una storia che raccontava mia mamma che, ventenne, aveva trovato un bell’impiego come segretaria e dattilografa di un onorevole liberale – e dico liberale. Il giorno dopo la salita di Mussolini al potere quest’uomo aveva detto: “Ma in fondo, con la situazione in cui si trovava l’Italia, forse quest’Uomo troverà il modo di rimettere un po’ d’ordine”. Ecco, a instaurare il fascismo non è stata l’energia di Mussolini (occasione e pretesto) ma l’indulgenza e la rilassatezza di quell’onorevole liberale (rappresentante esemplare di un Paese in crisi).

E quindi è inutile prendersela con Berlusconi che fa, per così dire, il proprio mestiere. È la maggioranza degli italiani che ha accettato il conflitto di interessi, che accetta le ronde, che accetta il lodo Alfano, e che ora avrebbe accettato abbastanza tranquillamente – se il presidente della Repubblica non avesse alzato un sopracciglio – la mordacchia messa (per ora sperimentalmente) alla stampa. La stessa nazione accetterebbe senza esitazione, e anzi con una certa maliziosa complicità, che Berlusconi andasse a veline, se ora non intervenisse a turbare la pubblica coscienza una cauta censura della Chiesa – che sarà però ben presto superata perché è da quel dì che gli italiani, e i buoni cristiani in genere, vanno a mignotte anche se il parroco dice che non si dovrebbe.

Allora perché dedicare a questi allarmi un numero de ‘L’espresso’ se sappiamo che esso arriverà a chi di questi rischi della democrazia è già convinto, ma non sarà letto da chi è disposto ad accettarli purché non gli manchi la sua quota di Grande Fratello – e di molte vicende politico-sessuali sa in fondo pochissimo, perché una informazione in gran parte sotto controllo non gliene parla neppure?

Già, perché farlo? Il perché è molto semplice. Nel 1931 il fascismo aveva imposto ai professori universitari, che erano allora 1.200, un giuramento di fedeltà al regime. Solo 12 (1 per cento) rifiutarono e persero il posto. Alcuni dicono 14, ma questo ci conferma quanto il fenomeno sia all’epoca passato inosservato lasciando memorie vaghe. Tanti altri, che poi sarebbero stati personaggi eminenti dell’antifascismo postbellico, consigliati persino da Palmiro Togliatti o da Benedetto Croce, giurarono, per poter continuare a diffondere il loro insegnamento. Forse i 1.188 che sono rimasti avevano ragione loro, per ragioni diverse e tutte onorevoli. Però quei 12 che hanno detto di no hanno salvato l’onore dell’Università e in definitiva l’onore del Paese.

Ecco perché bisogna talora dire di no anche se, pessimisticamente, si sa che non servirà a niente.

Almeno che un giorno si possa dire che lo si è detto

Briciole quotidane (dal “Corriere”)

Giovani e precari in cerca di lavoro? La scelta dell’Università è un problema? Pochi sbocchi occupazionali? No problem: oggi alla Multisala Adriano, nell’ambito del RomaFictionFest, provini per trovare nuovi protagonisti per “I Cesaroni”! E per le candidate sfortunate (ma dotate) c’è un altro appuntamento: per la serie “Le Messaline”, presentarsi Palazzo Grazioli (ore nanna).

http://roma.corriere.it/roma/notizie/serate_romane/09_luglio_7/fiction_fest_cesaroni-1601544940375.shtml

Il ministro (protempore) “Gridolo” Brunetta ci sconvolge. Non con statistiche sul calo del 150% dei lavativi ma con sue tranches de vie. “Le donne, da quando sono ministro, mi corteggiano molto”. Capperi! E noi che pensavamo che le donne (pardon, certe donne) fossero attirate dalla indigenza e da umili incarichi! Ma possiamo star tranquilli. “Gridolo” ci informa che anche a letto…. Che sia il potere a infondere vigore ed esperienza? Auguri! Ricordiamo però al caro “Gridolo” quel che diceva il poeta, riguardo un certo giudice di bassa statura che il gentil sesso avvicinava per “scoprire se è vero quel che si dice intorno ai nani, che siano forniti….” (F.De Andrè, Un giudice). In questo caso, comunque, leviamo alto il nostro “chissenefrega..”

http://www.corriere.it/politica/09_luglio_07/brunetta_tv_giovanna_cavalli_42d88418-6b34-11de-a24c-00144f02aabc.shtml

Se Atene piange…Anche in Polonia mica scherzano con le boiate a piede libero! Il 15 agosto (festa dell’Ascensione) Madonna terrà il primo concerto nel bel paese. Apriti cielo! Walesa, già eroe di Solidarnosc e Premio Nobel, lo definisce “satanico”, il partito dei simpatici gemelli Kaczynski (un incrocio fra Gobbels e Bombolo) è già mobilitato per impedire “Questo concer­to — ha dichiarato padre Sta­nislaw Malkowski, uno dei leader della protesta — è un attacco del diavolo alla no­stra intatta nazione cattolica e alla tradizione dei polac­chi ». Domanda: non c’è posto in Polonia per Calderolsky, Salvinznskzy e Borghezycs? Tanto pirla più, pirla meno….

http://www.corriere.it/spettacoli/09_luglio_08/walesa_contro_madonna_027eaa68-6b8f-11de-af15-00144f02aabc.shtml

Ogni 7 luglio

Puntuale, ogni 7 luglio, con dedizione degna di miglior causa, il cons.Eboli ritira fuori la solita litania:

“I fatti tragici del 7 luglio 1960 continuano ad essere ricordati e commemorati a senso unico. La sinistra ha imposto la versione dell’aggressione della Polizia ai danni di “pacifici” manifestanti». La realtà è ben diversa, in quanto i morti che vi furono tra i manifestanti in quella tragica giornata scaturirono da un progetto politico dell’allora Pci e di una parte dell’ex Dc che voleva far cadere il governo Tambroni monocolore Dc. -insiste il pidiellino – I manifestanti scesero in piazza armati di pistole, sassi e bastoni, organizzati dal Pci per una manifestazione non autorizzata e con l’intento di provocare incidenti”

(Giornale di Reggio, 7 luglio 2009)

E’ difficile, dopo tanti anni, attaccarsi ancora alla “buona fede”del consigliere PdL (già MSI e AN). Anche perchè la litania sembra nascere non a partire dai fatti, ma a “prescindere” da essi. Non si volesse credere ai testimoni presenti quel giorno (tutti komunisti e quindi, in sè, falsi e bugiardi), si possono leggere gli atti del processo di Milano e la meticolosa perizia balistica annessa. Con umorismo nero (in stile peraltro con il consigliere) si potrebbe dire che, se i dimostranti erano scesi in piazza con pistole…avevano lasciato a casa le munizioni, visto che non UNO dei poliziotti, pure feriti negli scontri, presenta ferite d’arma da fuoco, nè alcuno dei bossoli ritrovati corrisponde ad armi diverse da quelle delle (cosiddette) forze dell’ordine.

Ma tant’è, anno dopo anno, il consigliere ripete la sua litania “a prescindere”, accontenta qualche nostalgico (sempre meno, l’anagrafe funziona anche a destra) e ci si prepara all’anno successivo. Avvertiamo il cons.Eboli che il 2010 sarà il 50imo dell’eccidio, cerchi almeno di trovare qualcosa di più reale e serio, non per rispetto dei caduti e della verità-sarebbe troppo pretendere- ma almeno per innovare il suo bagaglio polemico che inizia a mostrare la corda.

p.s. per fortuna dall’anno scorso sono state deposte le “pietre d’inciampo” sui luoghi dove furono uccisi i 5 manifestanti. Per ricordare, per evitare che Eboli, o qualcuno per lui, un giorno venga a raccontarci di 5 cecchini, armati di pistole, che furono abbattuti-per legittima difesa-dalle forze dell’ordine….

 

L’immigrazione è come un’enorme diga..

Dossetti e i clandestini: “La CEI? Troppo timida”.

Intervista di Chiara Barilli a don Giuseppe Dossetti

(integrale in http://www.reggio24ore.com/Sezione.jsp?titolo=Dossetti%20e%20i%20clandestini:%20”La%20Cei%20troppo%20timida”&idSezione=4160)

Come valuta il decreto? Che effetto sortiranno i vari provvedimenti presi?
Faranno aumentare il fenomeno della clandestinità. L’immigrazione è come un enorme diga contro cui sbatte continuamente nuova acqua, senza una valvola di sfiato. Il problema è che è il nostro sistema giuridico a creare la clandestinità. La nuova legge appiattisce in un’unica fattispecie lo spacciatore e la badante; ma, mentre per le persone oneste essa rappresenterà un ulteriore ostacolo nel percorso di regolarizzazione, i delinquenti non saranno impediti dal continuare le loro attività.

Quindi, ad un inasprirsi delle risposte al fenomeno, corrisponderebbe una sempre maggiore inefficacia delle risposte stesse. Una soluzione possibile?

Io consiglierei di leggere i “Promessi sposi”. È la storia delle gride manzoniane. Ho sempre sostenuto che bisognava collegare il permesso di soggiorno con dei percorsi formativi e di inserimento, non con delle carte. Dubito che per lo stato attuale questo sia sufficiente, ormai la situazione si è incancrenita. Ma quella rimane la strada.


..Come reagisce la comunità di San Pellegrino? Le sembra che il senso di diffidenza o paura nei confronti dello straniero sia cresciuto?

Ho cominciato a fare accoglienza proprio per questo: fino a che gli immigrati restano persone viste in televisione, se ne può avere paura; quando li si conosce di persona, diventano uomini e donne, in carne e ossa. La nazionalità passa in secondo piano rispetto al rapporto personale. Tuttavia, sì, c’è stato un peggioramento dell’umore nei loro confronti: sia per problemi reali, sia per l’inadeguatezza totale del sistema legislativo, sia per una speculazione politica.

E le responsabilità?

Di destra e sinistra, indistintamente. Al cinismo della destra si è sommata l’incapacità della sinistra.

Come valuta la posizione poco netta della Conferenza Episcopale di fronte alla politica del governo sull’immigrazione?
Sono sorpreso di fronte alla timidezza della sua reazione, che ha finora fatto dichiarazioni generiche, sfocate e palesemente imbarazzate. In altre situazioni, si sono usati ben altri toni. Non vorrei che si desse in pratica ragione a Umberto Bossi, che ha dichiarato, a proposito delle reazioni vaticane: “La solita liturgia!”. Dobbiamo ringraziare il capo della Lega Nord, perché ha posto i nostri vescovi di fronte all’impossibilità di trovare la scappatoia per non prendere posizione.