Scuole e istruzione di confine

Sette genitori di bambini residenti a Muggia, comune italiano prossimo ai confini sloveni, hanno iscritto i loro figli alla scuola elementare slovena, per l’anno scolastico 2009-2010. Come ci racconta Alessandra Longo (Repubblica, 11.4.09): “i piccoli allievi in fuga dalla Gelmini studieranno oltreconfine su testi italiani, impareranno l’inglese e anche lo sloveno come “lingua d’ambiente”. Buon per loro che sono vicini ai confini. Noi italiani dell’interno invece? Che bisogno abbiamo di scuole? Abbiamo già quel che ci serve: la televisione! E poi, semplice, i problemi si risolvono all’italiana: chi ha soldi manda i figli nella scuola privata cattolica dove viene garantito l’orario prolungato, niente extracomunitari e maestro unico, ben controllato e garantito. E chi i soldi non ne ha? Semplice, come genialmente riassunse Altan in una delle sue folgoranti vignette, all’interlocutore che interrogava il premier sul tema: “E se sono poveri?”, il cavalier Banana rispondeva serafico: “Cazzi loro!”.

Cronache del dopo sisma

289 vittime, il bilancio a tutt’oggi. “Non vi dimenticheremo” ha solennemente proclamato il Premier provvisorio. Bene, speriamo. Ma la speranza può bastare? Le statistiche sono avverse. Altri terremoti, altre promesse. Ma stavolta sarà diverso. Ogni volta è diverso. Perchè i morti cambiano. Si muore una volta sola. E basta. I terremoti, le alluvioni sono scandali, nel senso evangelico del termine. Ci rivelano, ci fanno vedere, confermano i sospetti. Dopo. In Molise dopo il terremoto del 2003, si scoprì che il cemento del liceo “Romita” di Campobasso non reggeva più di 46 chilogrammi per centimetro quadrato. In Sicilia, a Collesano, nell’entroterra di Cefalù, i pilastri della scuola superiore non vanno oltre i 68 chilogrammi per centimetro quadrato. L’asilo, i 12 chilogrammi per centimetro quadro. Basta un dito a sfondare un pilastro. Un bambino irrequieto su un triciclo potrebbe procurare danni strutturali. Un cemento “normale” deve reggere 250/300 kg/cmq.

Ma adesso sarà tutto diverso. Abbiamo affidato il gregge ai lupi e poi piangiamo perchè spariscono gli agnellini. Sull’Expo di Milano si è già scatenata la fame di imprese e cementieri, all’Aquila poi! Costruiamo L’Aquila2!

Siamo in una crisi economica profonda e come ci prepariamo al dopo? Investendo sul sapere, sulle nuove tecnologie, sui giovani? Macchè, da buoni palazzinari di successo ci lanciamo sul mattone: altri pilastri di cemento taroccato per usare la sabbia di mare, non costa niente e mltiplica le rese. Peccato che il cloruro di sodio (l’acqua di mare si sa è salata) corroda poi l’anima in ferro (già smilza e risparmiosa). E anche nella nostra Emilia solatìa costruiamo doppie e triple case, residence e maisonette. Perder tempo nel recupero dei centri storici? Ma vuoi mettere un nuovo villaggio di prestigio? E’ una manna per tutti: ai Comuni gli oneri di urbanizzazione, alle imprese (pulite o no che importa) tanti soldi e via che andiamo verso un luminoso futuro, prima del prossimo sisma, o alluvione o scandalo (stavolta di quelli veri con i carabinieri al lavoro).

Ma, tranquilli, tutto sarà diverso. “Non vi dimenticheremo”, dice il premier provvisorio. Ma è una promessa o una minaccia?

Ministero della Verità

“A sua volta, poi l’Archivio non era che un ramo del Ministero della Verità, il cui scopo primario non consisteva nel rifabbricare il passato, ma nel fornire ai cittadini di Oceania giornali, film, libri di testo, programmi televisivi, opere teatrali, romanzi, insomma nel fornire loro informazione, istruzione e divertimenti di ogni genere: si andava dalla statua allo slogan, dal poema lirico al trattato di biologia, dall’abbecedario al dizionario di neolingua. Il Ministero non aveva solo il compito di rispondere alle svariate richieste del Partito, ma doveva anche ripetere l’intero procedimento a un livello inferiore, specificatamente rivolto al proletariato. Un’intera catena di dipartimenti autonomi si occupava di letteratura, musica, teatro e divertimenti in genere per il proletariato. Vi si producevanogiornali-spazzatura che contenevano solo sport, fatti di cronaca nera, oroscopi, romanzetti rosa, film stracolmi di sesso e canzonette sentimentali composte da una specie di caleidoscopio detto “versificatore”. Non mancava un’intera sottosezione (Pornosez, in neolingua) impegnata nella produzione di materiale pornografico della specie più infima, che veniva spedito in pacchi sigillati, inaccessibile-eccezion fatta per quelli che ci lavoravano-ai membri del Partito”.

(G.Orwell, 1984, Mondadori 1989, pp.46-47)

Un paese complicato

La costituzione del Pdl(l), Popolo delle libertà (loro) è occasione dei più vari commenti. Osservo solo che la cosa che mi colpisce di più è la difficoltà italiana ad essere un paese normale, europeo. Perchè, comunque si voglia valutare la novità politica, è chiaro che si tratta di un passo indietro, non certo uno avanti. Non è nato un nuovo partito democratico/liberale ma un “qualcosa” di estraneo alla tradizione liberale e democratica. Il partito monarchico, il culto del capo, del “re”. Il sovrano-demiurgo che decide e dirige, che chiama e licenzia, che guida e che profetizza. La transizione italiana, come è stata definita, apertasi nel 1992 è ancora incagliata lì. Ormai il vecchio guitto è l’ostacolo sulla strada della soluzione, l’elefante che chiude il passaggio. Che crea un movimento che si presenta come il paese intero, tutto il popolo italiano è/deve essere lì, gli altri non contano, la metà (e più) del paese non ha legittimità: senza patria, siamo esclusi dalla “comunione dei santi”. Un salto indietro e nel buio. Quando l’elefante sarà finito dove merita la transizione si potrà completare, prima avremo ancora danni, nani, ballerine ed ètere in prima fila a cantare sul palco d’occasione.

L’altra cosa che è emersa evidente non è solo la vittoria del berlusconismo, ma la definitiva affermazione dei suoi caratteri spettacolari e personali. La volgarità, l’arroganza, il “tutto e subito”, la mancanza di qualunque etica non solo come regola ma come modalità esistenziale sono evidenti. Ed è una vittoria trasversale. Come ci mancano uomini pensanti, come Giorgio Gaber quando rifletteva sull’arrivo dei “barbari” e concludeva che non solo i “barbari” erano già arrivati, ma eravamo noi quei “barbari”, ormai privati della cultura e dell’etica necessaria allo sdegno che la quotidianità ci richiederebbe. Pronti ad ingoiare tutto, a tirarci su il bavero e a badare a sopravvivere, al nostro “particulare”. E invece dobbiamo ritrovare tutti quello sdegno e non accettare come “normale” quello che “normale” non è. A destra come a sinistra. Sempre.

 

A studiare! A studiare!

Il discorso del premier (provvisorio), devo dire, mi ha un po’ destrutturato. Credevo di aver vissuto in Italia almeno gli ultimi 53 anni e mi accorgo che non è stato così. Credevo di aver letto qualche tomo sulla storia d’Italia del XX secolo e mi accorgo di aver solo perso tempo, forse invischiato in inutili pagine stampate a Smolensk o a Leningrado.

Perchè il paese dove ho vissuto fino a ieri non è quello che conoscevo, un’altra storia, che, finalmente, posso iniziare a scoprire. A studiare, quindi, a studiare la “vera” storia d’Italia e del mondo e, finalmente, imparare cosa è successo. Del resto le fonti già le indicava l’on.(si fa per dire) Cicchitto-tessera P2n.2232-Giuseppe Gargani, Giancarlo Lehner, Mauro Mellini, Pansa, Colletti, Baget Bozzo. Su questi testi “liberi” finalmente potrò intraprendere il cammino della “vera” conoscenza. Ci manca solo l’opera omnia di Wanna Marchi, le ricette di cucina di Antonella Clerici e le memorie del boudoir di qualche ministra e poi la mia “rieducazione” sarà completa. Grazie. E pensare che ero convinto che il nostro premier (provvisorio) fosse entrato in politica solo per salvarsi dalla galera (l’aveva detto Confalonieri, ma sarà stata una falsa dichiarazione, una macchinazione dei soliti comunisti)!

Grazie, ancora grazie (si fa per dire).

p.s. Solo una cosa in tanta epifania di conoscenza e saggezza non mi è chiara: il nostro premier (provvisorio) nella sua enciclica di ieri ha reso onore a Craxi (Fregolo), con tanto di standing ovation degli astanti. Poi, parlando della “pesante eredità” del passato ha detto: “Abbiamo infatti ricevuto dai governi precedenti e dalla sinistra un’Italia afflitta da pesanti eredità. Abbiamo ereditato un debito pubblico che a causa dei famigerati governi consociativi del compromesso storico, si è moltiplicato per 8 tra il 1980 e il 1992 e oggi è pari al 106 per cento del pil.” Domanda: ma Craxi (Fregolo), mitico sdoganatore della destra, dov’era fra il 1980 e il 1992? Sul pianeta Papalla? Chiuso in un gulag? In vacanza con Sandra Milo? Si attendono risposte (si fa per dire).

Ebbene sì, lo confesso…

Ebbene sì, lo confesso: mi sono ascoltato tutto il discorso del premier provvisorio all’apertura del Congresso di fondazione del cosiddetto Popolo della Libertà. Tutto. Perchè ho peccati da scontare? Perchè voglio soffrire? No, perchè voglio capire. Per raccontare quando tutto questo finirà. Se ci sarò ancora (spero) e se il mio povero neurone sarà ancora in grado di mettere in fila 12 parole.

Un discorso lungo e la prima cosa che mi è venuta in mente è il film “Monty Python e il senso della vita”, perchè è stato un discorso proprio sul senso della vita, del mondo, della storia. Una specie di ri-lettura della storia da Noè in giù, ma un discorso che dà risposte, semplici, elementari. Ormai basta ripetere una cosa-qualunque cosa-abbastanza volte perchè quella cosa diventi vera. Semplice e facile. Efficace.

Standing ovation per Craxi, per Fini, per Tatarella, per Bossi.

Celebra anche la Resistenza (con la Mussolini lì). Cosa si vuole di più? Il tutto in un clima di speciale televisivo, con tanto di stacchetti “Volare” fra un intervento e l’altro. C’è anche il Movimento politico della Liguria, cosa si vuole di più?

“Vi voglio bene, vi vogliamo bene, portateci nel vostro cuore!” Tutti i presenti potranno ritirare l’attestato di partecipazione alla giornata storica, per poter dire “ai vostri figli: io quel giorno c’ero!”

Sigla finale “Meno male che Silvio c’è”. Sipario (si fa per dire)

Altre sofferenze di un povero cattolico

“Gli ex diesse fanno fatica a capire. Quelli che per noi sono passi da gigante, come i passi in avanti fatti sul testamento biologico, per loro sono passettini. Noi non abbiamo una tradizione socialdemocratica o comunista. Non facciamo parte di un filone culturale. Noi abbiamo due appartenenze: una alla Chiesa, l’altra alla politica. Per me, come per Franceschini, per tutti noi cattolici insomma, il vero capo è lui: il Papa”.

(http://www.viaemilianet.it/notizia.php?id=1060)

La dichiarazione è dell’on.Castagnetti e io vorrei capire, da povero cattolico in affanno, vorrei capire. Reprimo le reazioni più istintive e sospendo il giudizio. L’impressione è che si cancellino alcuni secoli di storia del mondo occidentale, in particolare tutta la storia del cattolicesimo democratico.

“Ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo intesi a servire l’uomo in quanto
tale e non solo i cattolici; a difendere, anzitutto e dovunque, i diritti della persona umana
e non solo quelli della Chiesa cattolica. Papa Giovanni XXIII, maggio 1963″

E’ primavera: spuntano nuovi partiti

E così Alleanza Nazionale si è sciolta e andrà a confluire nel nascente Partito delle libertà. Il partito che nacque come tentativo, in gran parte fallito, di portare fuori parte della destra estrema dal neofascismo, andrà a formare una costola di un nuovo partito populista, nazionalista, di forte impronta bonapartista. Nessuna democrazia interna nel nuovo partito, nessuna elezione del leader. Si sta discutendo se la nomina avverrà per standing ovation, plebiscito e/o orgasmo collettivo dei delegati. Abbiamo visto altri partiti costruiti intorno alla figura sacrale e mistica del capo, sono finiti male, malissimo, anche sotto la pensilina di una pompa di benzina.

Comunque i neofascisti entrano nel nuovo partito. Tutto normale, o almeno così sembra. Noto invece un silenzio assordante proprio dentro l’attuale Forza Italia, dove, ogni tanto sentiamo “illustri” personaggi rivendicare le loro origini ideali nel liberalismo o, addirittura, nel socialismo. E per questi “illustri” nessun problema diventare tutt’uno con i postfascisti? Il paradosso è dato invece dalle lamentazioni dei postfascisti medesimi, preoccupati di perdere le loro “idee” nel nuovo, meraviglioso, contenitore.

Così sono finiti gli epigoni del liberalismo e del socialismo italiano? Quando in tempi non sospetti si diceva, redarguiti dai soliti esperti della politica a sinistra, che il craxismo rappresentava la svolta a destra di una parte importante del centro-sinistra, si coglieva, semplicemente, l’essenza delle cose. Così è finito il socialismo italiano: Sacconi, Tremonti, Brunetta (Saccolo, Soldolo e Gridolo), ma ancora qualcuno ci viene a dire che bisogna rivalutare Craxi (Fregolo). Meraviglioso! (Si fa per dire).

Una fredda primavera

Buona primavera! Anche se l’aria è fredda e l’inverno sembra non voler andarsene. Ma le gemme stanno già aprendosi anche nel giardino di Fortezza Bastiani. Le ho viste oggi, il sole già calato dietro i monti, 4 gradi e l’aria del crepuscolo tutta intorno. Questo blog fra pochi giorni compie quattro mesi di vita. L’ho aperto quando mia figlia, 18 anni, mi chiese: “Papà, ma un giorno, quando ci chiederanno noi cosa facevamo mentre tutto questo succedeva, cosa diremo?”. Oggi trovo sul bel libro di un amico (Marco Belpoliti “Il corpo del capo”, uscito presso Guanda) una dedica: “Alle mie figlie, affinchè, quando tutto sarà finito, ne resti memoria”. Ecco, detto in termini più nobili ed efficaci (Marco è sempre stato bravo), il senso di non voler tacere in questa Italia che sta andando alla deriva, di voler usare almeno le armi della scrittura (“é capitato, ed è quello che so fare” dice il poeta) per lasciare una traccia di un “No”, per riuscire a capire che c’è un’Italia migliore possibile che deve trovare il suo spazio anche in questo imbrunire continuo, in questo sgretolarsi di principi, idee e per esserci, ancora, magari quando tutto questo sarà finito e ci chiederemo “come è stato possibile?”

Domani andrò a Cervarolo, per il 65° anniversario della strage. 24 persone innocenti uccise sul’aia, proprio l’ultimo giorno di quel’inverno 1944. Poi venne la primavera e l’estate, l’autunno, ancora l’inverno ma la primavera 1945 arrivò davvero quell’anno. E si ricostruì e si riprese a vivere. Abbiamo dimenticato e per quasi tutti “martiri di Cervarolo” è solo una strada in città. Ma ogni anno, d’estate, su quell’aia i discendenti delle vittime mangiano tutti insieme, a riconsacrare con la vita un luogo di morte. Perchè si rinasce sempre, anche attraverso i figli e i nipoti o anche attraverso quelli che hanno le tue stesse idee. Sarebbe bello ricordarcelo più spesso in questo imbrunire continuo, in questo autunno della nostra Repubblica.

E se fosse colpa del mercurio?

Con quello che si legge e si vede tutti i giorni in questo povero paese uno si chiede se una vena di follia e/o imbecillità stia dilagando nelle aule parlamentari e nei palazzi del governo (provvisorio). Ma non sembrava scientifica come ipotesi. Poi compulsando la stampa nazionale ed estera ecco un’ipotesi più seria che spiegherebbe tante cose:

“La notizia. I bambini le cui madri hanno mangiato, durante la gravidanza, grandi quantità di pesce contaminato con mercurio potrebbero sviluppare danni cerebrali. È il risultato di uno studio effettuato sugli abitanti delle isole Faroe (Danimarca), svolto in collaborazione tra un ateneo danese e uno giapponese e pubblicato sulle pagine della rivista Journal of Pediatrics.

Approfondimento. Il mercurio è un metallo molto tossico: quando è presente in concentrazioni elevate nell’ambiente, provoca danni ai reni e al sistema nervoso. Non è chiaro, invece, quali siano per il nostro organismo le conseguenze dell’esposizione prolungata negli anni a piccole dosi di mercurio. Un esempio di tale intossicazione cronica potrebbe essere una dieta ricca di pesce: questo alimento, a causa dell’inquinamento marino, è spesso contaminato da piccole quantità di mercurio.” (http://it.health.yahoo.net/c_news.asp?id=3494)

Da piccoli ci dicevano: mangia il pesce che contiene fosforo e diventi intelligente! Oltre al fosforo doveva esserci anche il mercurio e le solerti mamme di tanti onorevoli devono avere esagerato. Da notizie apparse su autorevoli agenzie kirghise e uzbeke pare che la signora Gasparri nutrisse il figlioletto unicamente con frullati di tonno e squalo, che mamma Brunetta somministrasse lo sgombro anche endovena al pargoletto in ritardo sulla crescita (terapia che ha sortito, ahimè, scarsi effetti) e che mamma Berlusconi, tanto per far le cose in grande, si fosse fatta fare in tinello un apposito acquario per avere sempre fresco il pesce per il figlioletto, con l’innegabile vantaggio di risparmiare sul costo dei termometri in caso di febbricola, un bel pesce spada infilato dove si infilava lo strumento misuratore al fanciullo e via che si univa l’utile al dilettevole: misurazione accurata e familiarità del pargolo medesimo con spade, sciabole e altri simboli del potere assoluto.

Ora siamo tranquilli! E’ colpa del mercurio questo impazzimento buffonesco di ogni giorno, i neuroni intossicati fanno quello che possono ma anche i frequenti buffet con aragoste, spigole e branzini non aiutano certo! Colpa del mercurio! E noi, soliti cattocomunisti, che pensavamo fosse colpa della banda di nani, cialtroni, ballerine e leghisti che imperversano! E’ solo mercurio, tutto bene…(si fa per dire)